(Maria Gabriella Ricotta) Appuntamento con la storia a Palermo il 30 maggio. Alle ore 18,30 nell’Auditorium SS. Salvatore di Corso Vittorio Emanuele 395 a Palermo sarà presentato il libro di Alberto Savorana, “Vita di don Giussani”, edizioni Rizzoli.
La Biografia del fondatore di Comunione e Liberazione fa tappa a Palermo dopo Milano, Roma, Ferrara, Sassari, Firenze, Lecco e numerose altre città d’Italia. Il corposo volume, scritto dal giornalista ed amico Alberto Savorana, classe 1959, si compone di 1350 pagine che continuano ad attraversare lo stivale in lungo e in largo, alimentando un dibattito ed una riflessione storica che sembra andare oltre il prete di Desio, da tanti già considerano santo.
Nonostante la mole, il racconto è agile e si snoda lungo tutta la seconda metà del ‘900 che sembra incarnarsi nella vita di Don Giussani. Quella Del Don Gius è la storia di un uomo libero, tanto amato dai suoi ragazzi e da un pezzo di chiesa, quanto temuto e avversato dentro la chiesa stessa e fuori, da una parte dell’establishment culturale del suo tempo.
Giussani stesso sosteneva che il Cristianesimo non coincide con questa o quell’epoca storica, ma con la vita concreta delle persone, per questo attraversa ogni epoca e, se vissuto secondo tutta la sua originalità, incide profondamente. Il libro di Savorana sembra rendere giustizia a questa affermazione restituendo, unitamente alla biografia dell’uomo, quel pezzo di storia d’Italia che Giussani ha attraversato e che sembra gli si sia incollata addosso.
E che l’uomo Giussani, che lo si ami oppure no, abbia inciso nel suo tempo e continui implacabilmente ad incidere e ad interrogare trasversalmente il nostro, è cronaca dei nostri giorni. Basta il racconto di alcuni degli interventi che hanno animato le presentazioni precedenti di quella che potrebbe essere una biografia come tante, ma che, a giudicare dagli insospettabili protagonisti, suscita una certa curiosità insieme alla domanda su chi era veramente don Luigi Giussani.
Fra le prime presentazioni del libro “Vita di don Giussani”quella nella sua Milano, all’Università Cattolica. Tra gli ospiti il giornalista Paolo Mieli ex direttore del Corriere della sera che parla di una «curiosità che si è trasformata in emozione, a leggere il libro: Pensavo a una resa di omaggio a una persona molto amata, invece è un volume che servirà agli storici. Non pensate a una riproposizone latte e miele, a un Giussani portato sul palmo di mano e celebrato più o meno da tutti, come accade ora: Giussani è entrato nella vita pubblica italiana di schianto, come racconta lui stesso, urto dopo urto. Ha avuto un impatto tutt’altro che morbido. Sapeva che quello che voleva portare con decisione era un messaggio che induceva a una battaglia per il Cristo». Mieli ripercorre gli anni Settanta, le campagne di stampa contro Cl, le sedi assaltate. Lo fa da uno che era «dall’altra parte», e che oggi dice «non potrò mai più parlare a nessuno di Cl senza chiedere scusa di quegli anni». Ripercorre il rapporto di Giussani con la Chiesa, con i Papi. Conclude leggendo un passo della presentazione all’edizione spagnola del Senso religioso di Giussani del 1999 «traggo ispirazione continua da Giussani…. La presentazione è firmata da un certo prelato sudamericano… Jorge Mario Bergoglio».
Tra gli interventi di quelli “dell’altra parte” sempre a Milano, quello di Eugenio Mazzarella, filosofo ed ex deputato del Pd. Racconta la sorpresa nel leggere il libro di Savorana. Emerge «un Giussani che esorbita da ogni parte dai cliché, perché, mentre leggi trovi tanto il Giussani che ti aspetti, quanto quello che non ti aspetti: c’è il giovane docente che lascia il seminario per farsi cappellano degli studenti e l’avversario del Sessantotto che poi si rifarà con gli interessi; il suscitatore di impegno laicale e vocazioni e il delicatissimo amico di tanti; il Giussani che balza sulla sedia leggendo Pasolini e quello che ricorda a chi parla di impegno sociale che Cristo viene prima, se no siamo marxisti». Ma «il filo della biografia che vorrei afferrare», continua l’ex deputato pd «è questo: questo è il punto di Giussani e di tutta questa Vita di don Giussani: Cristo. È lui stesso a chiudere in questo filo, o in questo punto, la sua vita, a farsi, in mezza riga, la sua autobiografia: “È la vita della mia vita, Cristo”. E questo è tutto, ma genera tantissimo».
Mazzarella continua citando sempre Giussani: «la fede è assolutamente ragionevole. Anzi la cosa più ragionevole. Non sono le ragioni della fede a essere irrazionali, ma è la ragione rattrappita in puro spirito “positivo” illuministico della modernità a essere irrazionale, punto questo» ricorda Mazzarella «che è anche al cuore della recentissima lettera scritta da papa Francesco a Eugenio Scalfari che richiama il lavoro di pedagogia teologica ed esistenziale di Giussani di tutta una vita che è tirar fuori l’umano dall’uomo. “Perché se non sentiamo la domanda, se non sentiamo l’umano nelle sue domande fondamentali, come facciamo a capire la risposta?”». E la risposta, dice Mazzarella, non è «un sistema intellettuale, un pacchetto di dogmi, un moralismo, ma un incontro, una storia d’amore, un avvenimento; quello che era per lui il cristianesimo, una comunicazione di esistenza. Una febbre di vita cristiana che certo poteva urtare, e Giussani lo sapeva. Ha spiazzato spesso, e di continuo, anche il movimento di Comunione e liberazione, perché, in lui conclude Mazzarella «è presentissimo fin dagli inizi il rischio anche nei suoi, nella sua creatura, il movimento, del venir meno di questa capitale riserva critica, che sei prima di Cristo e colpisce la sua insofferenza spesso ruvida all’istituzionalizzazione associazionistica, culturale, intellettuale del movimento, e alla tentazione “politica”. Al rischio continuo di una riduzione, insomma.
Lettura acutissima, che colpisce a fondo».
Da Milano a Roma, fra gli ospiti, un amico inaspettato, l’ex direttore di Repubblica il laico Ezio Mauro a fianco del Cardinale Ouellet prefetto della Congregazione per i Vescovi. Cosa che sembra coincidere con il tratto biografico di un uomo che sapeva parlare a tutti, cristiani e non : dai bonzi buddisti, agli ortodossi, dai protestanti ai laici, agli artisti. Oggi attraverso questi volti e queste storie ci viene restituita una biografia che, lungi dall’essere un devoto ricordo di un sant’uomo, dipinge un affresco storico a tinte forti che intercetta temi drammaticamente attuali e che promette di non annoiare, quale che sia il punto di osservazione.
Alla presentazione palermitana interverranno, oltre all’autore, il direttore del Centro Arrupe di Palermo P. Gianfranco Matarazzo e Giovambattista Tona, magistrato della Corte d’Appello di Caltanissetta. Sarà presente il Cardinale di Palermo S. E. Monsignor Paolo Romeo.











Splendida testimonianza di un uomo che ha attraversato il ’900 e che continua ad essere straordinariamente attuale.
M’accuollo!