Qualche giorno fa Andrea Camilleri aveva postato su Facebook una considerazione indecifrabile: uno sfogo pacato ma puntuale, per riferiere lo stato dell’arte e sono stati in tanti a cercare d’indovinare che cosa avesse voluto comunicare. “Avrei alcune cose da dire, ma è meglio che me le tengo per me, altrimenti…”. Questo il senso del post, che ha preceduto il nuovo, e definitivo, passo indietro di Camilleri dalla lista della sinistra per Tsipras alle prossime europee.
Lo scrittore siciliano è uscito dal comitato dei garanti, la squadra che avrebbe dovuto comporre le liste, cercare candidati e trovare testimonial autorevoli. Un ritiro clamoroso se si tiene conto che Camilleri, insieme con la Spinelli e Flores D’Arcais – anche lui dimissionario – avevano firmato l’appello originario per puntare sul giovane leader greco in contrapposizione al Pse e ad Ppe.
Andrea Camilleri era stato addirittura inserito nella lista dei candidati, una notizia diffusa da fogli autorevoli, e poi smentita nel giro di poche ore. Infine l’uscita dal comitato dei garanti.
Che cosa è accaduto?
Flores D’Arcais, con Camilleri e Gallino hanno manifestato strategie distanti da quelle della Spinelli, Ravelli e Viale. Il primo terzetto avrebbe voluto in lista Travaglio e Scanzi, rappresentanti dell’ala giustizialista, mentre l’altro terzetto capeggiava l’ala movimentista e sponsorizzava, con successo, il ritorno in campo dell’ex no global Casarini. Ma l’episodio che ha provocato la rottura riguarda la candidatura di Antonia Battaglia in Puglia, attivista dell’Associazione PeaceLink, esclusa dalle candidatura per avere posto il comitato davanti ad una scelta: lei o i candidati di Sel. Ora Andrea Camilleri è “solo” un sostenitore, non militante, dell’Altra Europa con Tsipras.
Meglio di niente, commenta qualcuno.
L’avventura politica di Camilleri è finita prima di cominciare. Che cosa avrebbe fatto il suo Montalbano? Probabilmente la stessa cosa.











montalbano e serio. e mutangolo