Il ventre della Sicilia potrebbe diventare “paradiso” di scorie nucleari. L’ipotesi che il sottosuolo tra Agira, Leonforte e Nissoria, nell’Ennese, per le sue cavità saline, sarebbe candidato ad ospitare il deposito nazionale di rifiuti radioattivi, a molti non va giù.
Da quando abbiamo pubblicato l’indiscrezione confidata dal presidente della commissione Miniere dismesse dell’Urps, Giuseppe Regalbuto, è stata una levata di scudi preventiva da parte di amministratori, politici e ambientalisti.
Come abbiamo anticipato nei giorni scorsi, uno o più siti dell’Isola potrebbero essere stati inseriti nella Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) per il deposito, stilato dagli esperti della Sogin, la società che si occupa dello smantellamento degli impianti nucleari italiani, e consegnata dall’Ispra ai ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico.
A settembre la mappa sarà resa nota, nel frattempo, si moltiplicano le indiscrezioni. Secondo Regalbuto, sarebbe stata individuata un’area dove realizzare il deposito sfruttando il sottosuolo salino. Uno studio della Sogin, relativo alla localizzazione del deposito, farebbe riferimento ad un sito geologico “cioè in una formazione impermeabile e stabile nel lungo termine, in linea con le indicazioni delle linee guida internazionali”.
“I graniti, le argille e il salgemma – spiegano gli esperti – rappresentano le formazioni geologiche ritenute idonee dalla comunità scientifica internazionale ad ospitare depositi geologici di rifiuti radioattivi. Le condizioni della richiesta governativa e le caratteristiche delle formazioni geologiche potenzialmente idonee del territorio italiano portano all’individuazione dei giacimenti salini, isolati da sedimenti argillosi, quali corpi geologici ottimali per la realizzazione del deposito definitivo dei rifiuti radioattivi nazionali”.
Promette il pugno duro il sindaco di Agira, Maria Greco, che ha annunciato un incontro con i vertici dei ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico, garantendo che si “batterà per promuovere in modo unitario tutte le iniziative occorrenti volte a garantire la difesa e la tutela della salute pubblica”.
Contrari anche deputati e senatori del Movimento 5 Stelle. “Promettiamo battaglia”, annunciano in una nota la senatrice Nunzia Catalfo, e i deputati alla Camera e all’Ars Giulia Grillo e Giancarlo Cancelleri, quest’ultimo presidente della sottocommissione Miniere al parlamento regionale. “Il nostro territorio – tuona Cancelleri – non può e non deve diventare un luogo in cui piangere morti per patologie derivanti da rifiuti radioattivi; e chiunque agevolerà tale scelta, avrà sulla coscienza i cittadini. Dalla nostra, inoltre, informeremo l’opinione pubblica passo dopo passo su questa incresciosa vicenda”.
Annunciano battaglia anche gli ambientalisti. Oggi è arrivato il commento di Leandro Janni, presidente regionale di Italia Nostra Sicilia: “Saremo in grado di ergere barricate efficaci contro i governi che usano la Sicilia come pattumiera e base militare? – domanda l’ambientalista – Governi che non solo ci impediscono uno sviluppo auspicabile, sostenibile, ma che intenderebbero persino inquinare il nostro ambiente, il nostro spazio vitale, mettendo a repentaglio la nostra salute, la nostra sicurezza”.











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