I deputati del Movimento 5 Stelle lamentano il trattamento speciale: ogni volta che qualcuno esce dal Movimento, osservano non a torto, è come se si stesse abbassando la saracinesca, mentre passa inosservato l’esodo di seicento militanti dal Partito democratico. Nel Partito democratico, questa è davvero sorprendente, c’è una levata di scudi per le new entry, che sono troppe e non hanno il pedegree richiesto. Si vorrebbe più cautela, insomma.
Non solo l’esodo dei seicento – i civatiani siciliani – è passato inosservato, ma si discute dell’opportunità o meno di fermare le new entry, o comunque creare una specie di filtro. Polemiche robuste, alla viglia di Sicilia 2.0, la Leopolda che sta per aprire battenti a Palermo (Ex Sandron).
Le preoccupazioni dei grillini, indignati per il trattamento speciale, sono reali, anche se ben affrontate con gli argomenti consueti. Nessuno può fregiarsi del marchio pentastellato, perché appartiene solo a Beppe Grillo, di conseguenza le “new exit” sono fasulle. Insomma, chi il bollino blu non lo può mostrare nessuno, chi non c’è non può uscire.
Resta il fatto che a Canicattì un drappello di pentastellati, militanti senza bollino blu, se ne sono andati. Non è certo la fine del mondo, il Movimento può legittimamente alzare le spalle e guardare avanti, ma c’è un dettaglio che suscita qualche timore. L’emigrazione è avvenuta a favore di “Noi con Salvini”, la Lega Nord, che ha cambiato d’abito, da secessionista è diventata nazionalista, e da federalista autonomista. La protesta grillina potrebbe passare armi e bagagli in campo leghista? Assai improbabile, visto che il leghismo siciliano – chi l’avrebbe mai detto? – poggia nelle mani di democristiani d’antan, come l’ex deputato Attaguile (un passato recente nel Mpa). Il problema c’è, ma forse i grillino lo sopravvalutano.











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