La riforma costituzionale restituirà presto allo Stato la primazia sulle Regioni, che lo sopravanzano nella fiducia degli italiani. Un paradosso: lo Stato è in coda alla classifica della fiducia degli italiani.
La classifica è stata elaborata a conclusione di un maxi-sondaggio. L’indagine demoscopica, pubblicata da Repubblica, è stata effettuata da Cati in tutta Europa, e sono stati intervistati seimila cittadini.
Il risultato, sorprendente, è il seguente: in Italia, in testa ci sono i Comuni, che ottengono la fiducia dei cittadini con il 38,4 per cento. Segue l’Unione Europea che suscita fiducia nel 27, 4 per cento dei cittadini europei. Seguono le Regioni, con il 23 per cento, e lo Stato che ottiene appena il 13,4 per cento.
Le sgarrupate Regioni dunque, sopravanzano lo Stato, e l’Unione Europea, nell’immaginario collettivo una specie di nemico pubblico, ottiene quasi il doppio delle preferenze dello Stato. Questa classifica regala allo Stato, infine, il fanalino di coda in Italia. Altrove, infatti, lo Stato gode di migliore considerazione.
Perché lo Stato ha un così scarso appeal? Non ha buona stampa, questo è sicuro, e ci sono tanti servitori dello Stato che sospettano di nutrire, al suo interno, l’anti-Stato, coloro che di riffa e di raffa fanno quel che vogliono. Una strana condizione, che provoca diffidenza ed insofferenza. Il “male” che si alimenta dello Stato viene combattuto da uomini e donne, che non riescono a rappresentarlo, e si propongono come foreign figthers. I maitre à penser dovrebbero fare qualche riflessione su questi temi, poco frequentati.
Quanto alle paure degli italiani, anche qui delle sorprese. Il terrorismo è in coda, l’instabilità politica in testa. Secondo posto alle condizioni della natura e dell’ambiente, quindi il futuro dei figli, la sicurezza alimentare, la perdita del lavoro e la guerra.











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