Il sospetto terrorista fermato all’aeroporto di Catania cercava di recarsi a Londra, dove presumibilmente avrebbe raggiunto suoi compagni di ventura. È un dato di fatto. Ma non l’unico. L’uomo è un albanese, non è arrivato con i barconi, né viene dai teatri di guerra del medio Oriente. Infine, è l’unico caso sospetto scoperto in Sicilia, dove sono arrivati in tredici mesi una larga fetta dei 176 mila profughi provenienti dall’altra sponda del Mediterraneo.
Non si può affermare, allo stato, che faccia parte di una cellula jihadista, né che avesse intenzione di commettere attentati o partecipare ad azioni terroristiche, ma le foto trovate nella pen drive, che lo ritraggono con un kalashnikov, fanno ritenere che maneggiasse le armi e avesse dimestichezza con esse.
Finora i terroristi che hanno partecipato ai blitz in Francia e Belgio erano residenti, con le carte in regola. Al pari dei foreign fighters provenienti dal Regno Unito e dalla Francia, prevalentemente, tutti cittadini del Paese in cui vivevano. Se ne deve dedurre che la jihad fa proseliti nelle banlieu. Emarginati, isolati, combattono il mondo che non amano che “profana” il Corano con l’alibi della libertà e della democrazia.
Tutto questo è chiaro. Ed allora perché leader politici come Salvini urlano contro Triton, l’operazione della marina europea che vigila sulle nostre coste ed interviene per impedire naufragi in mare?
Su quasi duecentomila “ingressi” via mare, un solo caso sospetto, un albanese che viaggia in aereo e cerca di raggiungere Londra. Deve pure significare qualcosa questo dato. L’immigrazione provocata dalle guerre e dalle tirannie, dalla fame e dalla disperazione è una cosa, i foreign fighters un’altra.
Una annotazione, a margine. I poliziotti di Catania di Fontanarossa sono stati bravi. L’albanese non era uno sciocco ed i suo documenti “falsi” erano ben fatti. Sarebbe stato impossibile scoprirlo. La sua cattura è dovuta ad una intuizione di un agente, che l’ha avvicinato. “Mi è sembrato nervoso”, ha spiegato. “Certe volte è un guizzo”, ha aggiunto il suo capo, “vale più della tecnologia”.










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