Tempi duri a Taormina. Le chiese sono rimaste chiuse praticamente per tutta la settimana dopo che l’ormai ex parroco della città siciliana, don Salvatore Sinitò, è stato costretto alle dimissioni dopo alcune voci su una sua presunta relazione con una giovanissima catechista. Così l’arciprete ha consegnato le chiavi di tutte le chiese all’arcivescovado di Messina, ritirandosi a casa della madre.
Don Sinitò è stato chiaro: “Me ne vado a testa alta, la comunità dei fedeli è spaccata per cui preferisco sacrificarmi io pur di tenerla unita. Quella ragazza è la fidanzata di mio nipote e ha 25 anni. Io ne ho 60 ed è una cosa ridicola attribuirmela come amante”.
Quella appena passata agli archivi è stata una settimana inedita a Taormina. Da queste parti per giorni non c’è stata messa, e non si sono celebrati né matrimoni né funerali. La comunità infatti ha aspettato il sostituto e per una settimana s’è accontentata di un messaggio: “Cari taorminesi, gentili signori turisti. Ci scusiamo del fatto che in questi giorni non avete trovato le chiese aperte come sono solitamente privandovi così di ammirare le nostre bellezze artistiche e di poter vivere momenti di spiritualità. Ci auguriamo che questa forma di inospitalità nei vostri confronti possa avere termine al più presto”.
Ma dopo tanta attesa è poi arrivata l’ufficializzazione della nomina di don Carmelo Lupò a nuovo arciprete di Taormina. Da Sinitò a Lupò. L’accento è rimasto, la normalità dovrebbe tornare. Una tempistica in ogni caso calcolata alla perfezione per evitare di far saltare i matrimoni previsti nel weekend, un business che ha portato un attivo di bilancio di 200 mila euro…
Il messaggio di saluto di padre Salvatore Sinitò alla comunità di Taormina
“Carissimi,
è con profondissima commozione e affetto grande che rivolgo il mio saluto a tutta la comunità di Taormina, nel momento in cui, dopo cinque anni, mi accingo in obbedienza al mio Vescovo a lasciare la Parrocchia. Un saluto speciale ai religiosi e alle religiose, ai catechisti, ai bambini, agli ammalati, ai giovani, alle autorità civili e militari, a tutte le associazioni ecclesiali; un saluto cordiale e ricco di speranza ai poveri, agli emarginati, ai disoccupati, alle persone in difficoltà; un saluto particolare ai membri del Consiglio pastorale parrocchiale e del Consiglio degli affari economici, agli operatori pastorali e a tutti coloro che hanno svolto con disinteresse servizi importanti e delicati. Invoco per tutti voi la protezione della Madonna della Rocca, Madre e fiducia nostra, e dell’amato Patrono S. Pancrazio. A loro vi affido perché possiate essere veri figli e veri testimoni del suo amore nel mondo. Vi benedico augurandovi ogni bene. Sappiate vivere la comunione nella partecipazione e nella corresponsabilità. Che in voi regnino sentimenti d’amore in tutte le sue sfumature: bontà, pazienza, misericordia, umiltà, dolcezza, “sopportandovi” e perdonandovi vicendevolmente; se uno ha di che dolersi d’un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi. E sopra tutte queste cose vestitevi della carità che è il vincolo della perfezione. E la pace di Cristo, alla quale siete stati chiamati per essere un sol corpo, regni nei vostri cuori” (Col 3, 12-21). Vi chiedo di accompagnarmi con la vostra preghiera. Vi ho voluto e continuerò a volervi bene”.











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