Mr Zuckenberg, giovane delle mille risorse e di cospicuo patrimonio, è angosciato dall’idea che le sue invenzioni sociali – Facebook e Whatsapp – possano recare nocumento al genere umano. Non ci ha dormito la notte quando gli hanno riferito che a causa di errori di gestione e assenza di controlli, per esempio, milioni di navigatori registrati sono stati derubati delle loro informazioni private per dare una mano a paperoni desiderosi di investire i loro patrimoni in politica. Si è trattato di un incidente, ha detto, che non si ripeterà più, perché i social saranno muniti di strumenti di prevenzione idonei. E siccome il viso di Mr Zuckenberg è, come si dice, acqua e sapone, è stato creduto. Il ragazzo ha goduto di indulgenza e di credito. Le aspettative, però, sono rimaste alte e le attenzioni degli organi di controllo altissime (perfino il garante della comunicazione in Italia ha chiesto conto e ragione), sicché Mr Zuckenberg non ha potuto confidare solo sulla sua faccia di bravo ragazzo, geniale e fortunato, ma ha dovuto offrire qualche prova della sua volontà di vigilare su Facebook e Whatsapp. L’atteso provvedimento è arrivato qualche giorno fa. Una nuova regola che non permette ai ragazzi che non abbiano compiuto i sedici anni di frequentare Whatsapp. Il divieto minaccia di togliere di mezzo una parte cospicua del popolo dei social, ma niente paura. Mr Zuckenberg verso i giovani ha grande considerazione e lo dimostra quando è necessario. Il divieto può essere superato con una dichiarazione dell’interessato. I minori di sedici anni vengono così messi davanti alle loro responsabilità. Sarà come un esame di coscienza. Possono ricorrere ad una bugiarderia, ed il senso di colpa li perseguiterà per il resto della vita, o rinunciare ai social in attesa del compimento dell’età richiesta. Zuckenberg non ha dubbi: faranno tutti un passo indietro e aspetteranno per il tempo richiesto.
Tutto risolto, dunque? Nemmeno per idea.
La regola appena introdotta è stata sommersa dalle critiche e dal cinismo degli adulti, i quali in larga maggioranza sono persuasi che le bugiarderie prevarranno e che la trovata del signor Zuckenberg è una boiata pazzesca. L’irritazione verso il capo di Facebook è così aspra da suggerire una omologazione davvero originale. Il divieto di Zuckeberg supererebbe, come boiata pazzesca, la Corazzata Potemkin, che rivoluzionò la cultura degli intellettuali in servizio permanente effettivo negli anni sessanta. Senza averne consapevolezza, infatti, Fantozzi autorizzò coloro che fino ad allora avevano dovuto assistere al capolavoro del cinema muto ed alle opere di Eisenstein a disertare il cinema d’essai. Il giudizio rivoluzionario di Fantozzi, impietoso ma netto ed inequivocabile, continua ad occupare il podio delle boiate pazzesche, ma è sceso di un gradino a causa di Zuckenberg che si è conquistato sul campo il diritto al primo posto. Oltre che per l’entità del patrimonio il geniale californiano potrebbe, dunque, passare alla storia per le sue fregnacce. Quoque Homerus dormitat. Non è la fine del mondo.














