De Luca, Rizzotto, Figuccia. E ora Marianna Caronia, maggioranza a pezzi

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Fosse accaduto durante la legislatura precedente, quando i valzer dei deputati erano quotidiani, non se ne sarebbe accorto nessuno del passaggio di un deputato regionale dal gruppo d’origine al gruppo misto – refugium peccato rum da sempre – ma di questi tempi che, come dice Nello Musumeci basta un raffreddore per mettere in crisi la maggioranza ed il governo , l’abbandono di Marianna Caronia del gruppo di Forza Italia, fa notizia e rappresenta una nuova tegola sulla testa del governatore, che non sa che pesci pigliare, se blandire i deputati o cazziarli ferocemente, facendo baluginare i primi umori alterni. La schizofrenia vissuta per cinque anni, con Crocetta a Palazzo d’Orleans, rischia di prendere piede e di non abbandonarci più, a prescindere dal corso delle cose, essendo un atteggiamento che una volta entrato a regime, come il mal di schiena, si affeziona e non molla il polpaccio.

Musumeci è agli antipodi di Crocetta quanto a caratterialità: imprevedibile e narciso il primo, posato e prevedibile il secondo. Ma i fatti s’incaricano di guastare il sangue anche a chi si sente il meglio e finisce che Musumeci abbia con l’Assemblea lo stesso rapporto che nutrì Crocetta, al netto dei personaggi-chiave della precedente legislatura, come l’ex Presidente di Riscossione Sicilia, Fiumefreddo.

Facendo un po’ di conti, si può  registrare una defezione di due (o tre)  deputati (Rizzotto, Caronia e Cateno De Luca) e mezzo (Vincenzo Figuccia, su cui Musumeci non può contare).

La faticosa seduta per l’approvazione del DEFR è soltanto un assaggio di sapori ben più amari che il governatore deve assumere. Una cicuta che i predecessori, anche provvisti di maggioranza, hanno dovuto bere in più circostanze.

I casi Figuccia, De Luca, Caronia e Sgarbi non sono niente rispetto a quel che potrebbe accadere se in Forza Italia non cambia l’organigramma di vertice. Sono quattro i deputati regionale azzurri che hanno avvertito il partito della loro intenzione di gettare i remi in barca. Annamaria Caronia ha aperto la sequenza. Di questo passo non potrà bastare il soccorso rosa – i deputati di Totò Cardinale – è per salvare la situazione, essendo solo due.

La via d’uscita potrebbe venire da una improbabile stagione della responsabilità da parte delle opposizioni, cioè M5S e Pd, ma il primo non può tradire la strategia del tutto e subito, il secondo quella dell’opposizione dura e pura per una pasqua di rigenerazione. E’ vero che Cancelleri ha teso la mano a Musumeci, ma è durata un nanosecondo. E’ una schizofrenia ragionate e parallela a quella dei governanti azzoppati dai numeri insufficienti di Sala D’Ercole.

L’approvazione del DEFR on basta per fare tornare il sorriso. Sullo sfondo restano le nuvole. Fulmini e saette.

 

 

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