I due infortuni capitati nella fase preliminare della campagna elettorale, il deposito delle liste, sono un indizio inequivocabile di difficoltà interne del centrosinistra. L’ufficio elettorale presso la Corte di Appello di Messina ha escluso la Lista Micari Presidente a causa del ritardo con cui sono stati presentati alcuni documenti. L’altro infortunio, di natura politica e non burocratica, è capitato a Siracusa, dove non è stato possibile presentare la lista “Micari Presidente”.
Mentre nel primo caso il problema è stato causato da una omissione, una distrazione pur grave, nel secondo è stata una scelta: a Siracusa non c’è stata una disponibilità alla composizione della lista. L’episodio siracusano sul piano elettorale conta meno dell’altro, ma sul piano politico rappresenta un pugno nello stomaco. E’ un episodio affatto rassicurante. Anche perché uno dei due candidati rimasti fuori dalla lista del Pd di Siracusa, per decisione della direzione provinciale, e cioè Giuseppe Cutrufo, Presidente della locale squadra di calcio, ha preferito accasarsi altrove, la lista di Alternativa Popolare. Che ha Micari accanto al logo, ma porta voti ad un partito che non è il PD e fa venir meno suffragi alla lista di Micari Presidente che a questo punto corre il rischio di non superare la soglia di sbarramento del cinque per cento.
L’altro candidato che con Cutrufo non ha trovato posto nella lista ufficiale di partito, Giuseppe Basso, sindaco di Carlentini, ha fatto un passo indietro, senza sgomitare.
La cosa sorprendente in questa storia è che Cutrufo è una creatura del renziano Garozzo, sindaco di Siracusa, e il salto nella lista concorrente (ma non troppo), secondo le voci del posto, avrebbe potuto essere evitato. Che le cose stiano proprio così è un altro paio di maniche. Di sicuro Cutrufo non si sente legato né al Pd né ai renziani aretusei.
Se il flop siracusano dovesse decidere le sorti della Lista Micari Presidente (in cui si candida Crocetta, se il Tar accoglie il ricorso messinese), e della maggioranza parlamentare, sarebbero in tanti a strapparsi i capelli.
Nella foto, Gaetano Cutrufo













