Adieu alla solitudine, a Palermo Cancelleri tende la mano

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Giancarlo Cancelleri qualche giorno fa ha annunciato la disponibilità del M5S a dare una mano a Musumeci, che non ha la maggioranza a Sala D’Ercole. E’ una generosità  rivolta alla Sicilia impantanata nelle paludi dell’Ars, ma questo non sposta i termini della questione. La scelta di Cancelleri segnala il cambio di linea dei penta stellati, che hanno depositato l’ascia di guerra e si preparano a presidiare il perimetro del governo. E’ una svolta che non ha confini regionali. A Roma Di Maio ha stipulato un patto di ferro con Salvini sulle presidenze delle Camere senza faticare più di tanto, avendo cura di non esibire sbracamenti di sorta.

Di Maio ha potuto dimostrare che i diktat del Movimento vengono rispettati (“no” a Paolo Romani presidente del Senato) e ha compiuto un passo significativo verso la formazione del governo (M5S-Centrodestra?). Romani non andava bene, Cesellati sì? Il dato che conta è che Berlusconi ha dovuto accettare il “no” del M5S e il lodo-Salvini sulla Cesellati, una fedelissima di Arcore, ma non è la persona designata da FI. I due picciotti hanno dimostrato all’Italia che il Cavaliere ha fatto il suo tempo. E questo Romani l’ha spiattellato a Berlusconi, senza remore, con un dispaccio inoltrato alle agenzie.

A Palermo e Roma assisteremo quindi, con modalità e obiettivi diversi, ad un cambio epocale del M5S, che si svolge senza traumi né ostacoli, interni ed esterni, quasi che fosse stato previsto ed auspicato dal mondo politico e dallo stesso Movimento.

La duttilità tattica dell’esercito di Grillo era stata sperimentata in altre occasioni di minore rilevanza ed è perciò passata inosservata o quasi, ma  questa è un’altra cosa: il Movimento si sta insediando, o  cerca di insediarsi, nelle stanze dei bottoni, vuole far prevalere i numeri e riscuotere i dividendi dei successi elettorali. In Sicilia sarà un partito di lotta e di governo, a Roma un partito di governo e basta, se tutto fila liscio.

In una intervista rilasciata da Di Maio al Corriere della Sera, il candidato premier ha omesso, fra le richieste non negoziabili per la formazione dell’esecutivo, il reddito di cittadinanza, indicando un più generico sostegno ai giovani in cerca di lavoro, meno impegnativo, ma utile per non esporre il Movimento all’accusa di tradimento. Altra prova di abilità tattica.

Beppe Grillo ha spiegato ai microfoni dei network, che il Movimento è in grado di accogliere istanze di sinistra, centro e destra, perché esso le contiene tutte. Ed ha giustificato il cambio di rotta con la necessità di adattarsi al quadro politico per recitare la propria parte. Il tempo del “vaffa” è archiviato definitivamente con stupefacente disinvoltura.

Il travaglio delle sinistre combattenti e reduci non fa nemmeno capolino, travolto dagli eventi e, stando alle parole di Grillo, dalla “stupidità”. Il Movimento post-ideologico  rappresenta il nostro tempo senza fatica. Resta da digerire l’abbandono grillino del fondamentalismo senza traumi, mentre i ruminanti delle sinistre d’antan si accusano di tradimenti, si insultano a vicenda in nome dei valori irrinunciabili, costruendo ghigliottine politiche sia nei giorni feriali che nei festivi, settimana santa compresa.

E’ un panorama complesso, le analisi politiche conoscono un’obsolescenza uguale a quella delle tecnologie d’avanguardia, e le previsioni hanno il valoro dsegli exit poll realizzati davanti ai seggi meridionali.

Torniamo con i piedi a terra. Cancelleri tende una mano a Musumeci, il PD resta all’opposizione in Parlamento e la certificazione della sua esistenza in vita in Sicilia viene concessa dai “ partigiani dem” impegnati nella costruzione di un’area politica che dovrebbe “sbancare” al congresso.

C’ grande dibattito fra i fautori dell’opposizione dura e pura e i sostenitori di un’alleanza con il M5S. C’è il timore che l’opposizione consegni il Pd all’irrilevanza. L’opposizione, come tale, non consegna uno schieramento politico all’irrilevanza, tutt’altro. Dipende  dalla qualità del ruolo che svolge, dalla capacità di intercettare questioni, bisogni e priorità di interesse generale, e di coinvolgere nelle sue iniziative categorie e settori interessati.

La partita si gioca su questo piano,le difficoltà del governo siciliano, senza maggioranza, regalano spazi di manovra ampi. La duttilità disinvolta dei pentastellati lascia prevedere che sia proprio questa opposizione, con la sua politique d’abord, ad avvantaggiarsi della debolezza del centrodestra.

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