I protagonisti della più pazza legislatura della storia. Stefania, Ignazio e…

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Per alcuni sarà come il primo giorno di scuola. Si guarderanno attorno e cominceranno a prendere confidenza con gli austeri saloni di Montecitorio o Palazzo Madama. Il bar, la toilette, la barberia, il gruppo parlamentare. Ma ritornano anche gli altri, quelli che hanno abitato il Palazzo più che la loro casa. Conoscono ogni angolo del Palazzo e le facce di coloro che ci lavorano. Saluti cordiali, pacche sulle spalle ai colleghi di lungo corso, sguardi ammiccanti, del tipo: ce l’abbiamo fatta ancora una volta, a noi non ci fotte nessuno. Poi qualche parola di rammarico per chi, invece, non è stato aiutato né dalla sorte né dagli amici, ed è rimasto fuori. E’ un rammarico che ricarica le batterie, c’è dentro la soddisfazione, contenuta e sobria, di chi ha superato la prova ed ha diritto a trarne motivo di contentezza.

Fra matricole e cariatidi si muovono con circospezione, l’aria sorniona, coloro che si sentono miracolati. Non sono di primo pelo, ma nemmeno in età pensionabile. Hanno lo stesso umore di coloro che alla fina di una gara – una corsa campestre o una partita a scacchi – non sa nemmeno come ha fatto a vincere. La soddisfazione non sarà resiliente; scomparirà, almeno dalla faccia dei peones, quelli che non contano niente, ricevono la disposizioni di servizio dai capigruppo, e apprendono per mail quale sarà la loro collocazione nelle commissioni legislative.

Diamo un’occhiata al nuovo Parlamento prima di vederlo all’opera (il primo appuntamento, tra breve, è l’elezione dei Presidenti delle Camere). Il più longevo, in assoluto, è Pierferdinando Casini, emiliano, che torna in Parlamento per la decima volta con la XVIII legislatura. Subito dopo, al secondo posto sul podio, cci sono Emma Bonino ed Elio Vito, quindi, con otto legislature sulle spalle Ignazio La Russa, siciliano di Milano, e Maurizio Gasparri. Umberto Bossi e Roberto Calderoli sono entrati in Parlamento lo stesso giorno di La Russa e Gasparri, e ci ritornano insieme a loro.

La rosa della Prima Repubblica si conclude qui. Nella seconda, l’era berlusconiana, tocca alla siciliana Stefania Prestigiacomo, sorprendentemente, per via dell’età, il record di permanenza. Fosse stata una donna di spettacolo avrebbe avuto diritto ad un ingresso con luci, pagliette, boys e scale da percorrere, come Wanda Osiris al tempo del varietà.

Stefania fu lanciata da Gianfranco Miccichè, auspice Silvio Berlusconi, quando aveva 28 anni, allora quell’età era una eccezione (oggi i giovanotti e le giovanotte sono tanti). Sono cambiate tante cose, ma lei rimane nel secondo cerchio di Arcore, dopo quello magico. Talvolta pare che stia spiccando il volo, talaltra la sua stella sembra tramontare. E’ una portavoce storica di FI, ma le sue sono comparsate fugaci, instabili.

Al pari di Stefania Prestigiacomo non si sono schiodati dallo scranno Piero Fassino e Barbara Pollastrini del Pd, Bruno Tabacci di +Europa, Gianfranco Rotondi, Paolo Russo e Valentina Aprea (Forza Italia), Alessio Butti (Fratelli d’Italia) e Giancarlo Giorgetti della Lega.

Un ricordo, infine, lo meritano i parlamentari di lungo corso che si sono persi per strada. Citiamo alcuni nomi eccellenti: Della Vedova, Cicchitto, Esposito e Formigoni. Non vanno dimenticati Stefano Esposito, Laura Puppato, Paolo Baretta. Non è stato  rieletto neanche Riccardo Illy. Resta fuori anche Titti Di Salvo, stessa sorte per Ileana Piazzoni.

Molti i non eletti tra i nomi eccellenti in Liberi e Uguali: Arturo Scotto, Alfredo D’Attorre, Maria Cecilia Guerra, Miguel Gotor, Davide Zoggia, Filippi Fossati, Stefano Quaranta e Paolo Fontanelli, Peppe De Cristofaro, Alessia Petraglia, Celeste Costantino, Giovanni Paglia, Giorgio Airaudo. Infine, ancora dentro LeU, ma in quota Possibile non confermano il seggio il leader Pippo Civati e i deputati uscenti Andrea Maestri e Beatrice Brignone.

Chi è causa del suo mal, pianga se stesso, viene da dire. Ma il ragionamento è più complesso. C’è un secolo di scissioni che hanno di volta in volta devastato la sinistra e mandato a casa uomini e donne meritevoli. Questa che abbiamo vissuto, è l’ennesima. Forse la più pazza di tutte, ma nel solco.

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