Continuando così possiamo aspettarci di tutto. Le conversazioni telefoniche fra il consulente giuridico di Giorgio Napolitano e l’ex Ministro Nicola Mancino, ormai note in ogni parte del mondo, pur non rilevanti, entrano a pieno titolo nel complotto internazionale che da trenta anni a questa parte sequestra l’Italia e fa morire, preferibilmente d’infarto, i protagonisti di storie tenebrose e intrighi oscuri. Salvatore Borsellino, fratello di Paolo,confessa di nutrire forti sospetti sulla morte di Loris D’Ambrosio. L’ha rivelato a Radio 24, nel programma La Zanzara, ricordando che “in Italia tante persone coinvolte nelle inchieste, come quella di Ustica, sono morte d’infarto”.

E’ il numero troppo alto di infarti e la qualità dei destinatari dell’infarto a suscitare le apprensioni di Salvatore Borsellino. “Tante, troppe persone. E’ un tarlo che mi gira in testa”, afferma. “Anche di Papa Luciani non sono chiare le ragioni della morte”

Ma che c’entra il povero Luciani con Loris D’Ambrosio? C’entra, eccome se c’entra, sembra dire Salvatore Borsellino, riguarda la trattativa Stato –Mafia, proprio per le cause poco chiare che determinarono l’infarto. “La stessa cosa riguarda la trattativa Stato-Mafia: Parisi, ex capo della polizia, e’ morto d’infarto come altri testimoni”.

 Loris D’Ambrosio, dunque, potrebbe essere stato indotto a “subire” l’infarto, aiutato a morire? Salvatore Borsellino non lo dice, ma lo fa intendere e lo lascia sospettare. E quel che e’ incredibile, lo accosta al Capo dello Stato. “Ho letto le critiche di Napolitano per le aggressioni che avrebbe subito D’Ambrosio, ma conosco persone che hanno subito attacchi piu’ gravi e non sono morti”.

Grazie a queste conoscenze personali, il fratello del magistrato ucciso in Via d’Amelio, nasce il sospetto che Loris D’Ambrosio sarebbe stato “punito” con la morte. Perché sapeva troppo? Era diventato pericoloso? Chissà, di questo Salvatore Borsellino non si cura, limitandosi a constatare che “l’infarto quando arriva arriva”, e non c’e’ alcun motivo, dunque, di addebitarlo a qualcuno. La qualcosa, tuttavia, contraddice vistosamente il sospetto precedente, che l’infarto possa essere stato indotto, ma non e’ cosi, perché Salvatore vuole allontanare da Antonio Ingroia l’ombra di una responsabilità, morale e nient’altro che morale, nella morte di D’Ambrosio. Di conseguenza, il movente e’ sospetto. Le insinuazioni non hanno niente a che vedere con l’animo esacerbato del consigliere giuridico, perché l’animo esacerbato non provoca infarti e non li guarisce. Chi deve morire d’infarto, muore prima o poi, a prescindere dalle insinuazioni.

Stando così le cose, resta aperto il movente dell’infarto: se non è dovuto a cause naturali – sono tanti, troppi i testimoni di fatti importanti ad essere vittima di infarto – vuol dire che dietro la causa naturale potrebbe esserci altro. “Anch’io sono cardiopatico”, testimonia Salvatore Borsellino al fine di persuadere gli ascoltatori, ed i lettori, della sua singolare tesi, “Mi accusano di vivere sulla morte di mio fratello, mi attaccano pesantemente, ma l’infarto non mi e’ mai venuto”. E’ la prova del nove, no?

Magari il Presidente della Repubblica potrebbe saperne di più sull’infarto di Loris D’Ambrosio?

Dopo averne chiesto la destituzione, Salvatore Borsellino coinvolge in qualche modo il Capo dello Stato nelle sue elucubrazioni senza capo ne’ coda, che trovano ospitalità ne “Il Fatto quotidiano” ed una sponda politica in Antonio Di Pietro, che sentenzia: “Napolitano-Monti sono peggio di Berlusconi”.

L’ex Presidente del Consiglio, Di Pietro ha rimosso il ricordo, per anni ha accusato i Pm di mezza Italia che indagavano su di lui e su uomini politici a lui vicino, di fare parte di una spectre, dediti al complotto ed all’eversione. Un plotone d’esecuzione pronto a sparargli ogni volta che gliene offriva l’occasione.

Ora il bersaglio e’ diventato Giorgio Napolitano, ma le parole sono quelle ereditate dal Cavaliere.

Qualcuno ci spiega che cosa sta accadendo? E’ l’anticiclone africano Ulisse, arrivato dopo Minosse e Circe, oppure dobbiamo andare tutti in terapia per conciliarci con la realtà? Il mondo soffre di malattie vere, la crisi dell’economia e le rapine dei mercati, e siamo costretti a sorbirci cazzate da personaggi che parlano come il profeta Isaia.