Un invito a indossare una maglietta rossa, sabato 7 luglio, per ricordare i bambini morti in mare e “fermare l’emorragia di umanità”. E quello che rivolgono, in un appello, le associazioni Libera, Arci, Anpi e Legambiente “Rosso è il colore che ci invita a sostare. Ma c’è un altro rosso, oggi, che ancor più perentoriamente ci chiede di fermarci, di riflettere, e poi d’impegnarci e darci da fare. È quello dei vestiti e delle magliette dei bambini che muoiono in mare e che a volte il mare riversa sulle spiagge del Mediterraneo – sottolineano – Di rosso era vestito il piccolo Alan, tre anni, la cui foto nel settembre 2015 suscitò la commozione e l’indignazione di mezzo mondo. Di rosso erano vestiti i tre bambini annegati l’altro giorno davanti alle coste libiche. Di rosso ne verranno vestiti altri dalle madri, nella speranza che, in caso di naufragio, quel colore richiami l’attenzione dei soccorritori. Muoiono, questi bambini, mentre l’Europa gioca allo scaricabarile con il problema dell’immigrazione, cioè con la vita di migliaia di persone, e per non affrontarlo in modo politicamente degno arriva a colpevolizzare chi presta soccorsi o chi auspica un’accoglienza capace di coniugare sicurezza e solidarietà”.
“Bisogna contrastare questa emorragia di umanità, questo cinismo dilagante alimentato dagli imprenditori della paura – ammoniscono – L’Europa moderna non è questa. L’Europa moderna è libertà, uguaglianza, fraternità. Fermiamoci allora un giorno, sabato 7 luglio, e indossiamo tutti una maglietta, un indumento rosso, come quei bambini. Perché mettersi nei panni degli altri, cominciando da quelli dei bambini, che sono patrimonio dell’umanità, è il primo passo per costruire un mondo più giusto, dove riconoscersi diversi come persone e uguali come cittadini”.
Sono oltre mille i migranti morti o dispersi nel Mediterraneo nel corso del 2018. Lo riferisce l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), all’indomani
del naufragio che ieri al largo del porto libico di Khoms, secondo le notizie raccolte, è costato la vita a un centinaio di persone.
Venerdì, in un altro naufragio, erano scomparsi in mare altri 103 migranti, tra i quali tre bambini. oltre 100 persone hanno perso la vita , Sono circa 45mila, dall’inizio dell’anno, le persone che hanno tentato la traversata verso l’Europa meridionale. Nella prima metà del 2017, i dati indicavano circa il doppio dei numeri sia per i tentativi di traversata che per i morti in mare.
(Sin/AdnKronos)














