Novità per chi questa anno affronterà l’esame di terza media. A poche settimane dall’ inizio per migliaia di ragazzi che affronteranno il loro primo esame, il Miur ha deciso di introdurre insieme alle consuete tracce due tipologie di prove inedite. Da un lato il riassunto e dall’altro il testo argomentativo. Quest ultimo ha suscitò maggiore preoccupazione non solo tra gli studenti ma anche tra i docenti. Per chiarire cosa si intende con questa tipologia bisogna andare a sbirciare quello che è il Documento di orientamento per la redazione delle tracce della prova scritta di italiano per l’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione. i tecnici del ministero spiegano che l’argomentazione è un’attività connaturata dell’uomo. «Argomenta in forme semplici il bambino che esprime motivatamente una sua opzione; argomenta in forme più articolate, ma pur sempre elementari, lo studente che cerca di giustificare le proprie scelte. Per tali ragioni lo studente dovrebbe essere educato, con attenta gradualità, a motivare in forme sempre più complesse le proprie prese di posizione». Perché – soggiunge il documento – l’educazione all’argomentare prepara all’esercizio di una cittadinanza consapevole.
Peccato però che i ragazzi che dovranno affrontare l’esame non si siano mai cimentati con una prova del genere. La nota del Miur sottolinea la necessità di «far seguire ai ragazzi un percorso che consenta loro alla fine dei primi otto anni di scuola di essere capaci di esprimere un’opinione e sostenerla con argomenti efficaci e un linguaggio proprio». Ma questo genere di attività finora non era prevista dai programmi ministeriali, anzi era lasciata all’iniziativa dei singoli docenti, magari rifacendosi alla metodologia anglosassone del «debate», che affonda le sue radici nella «disputatio» medievale e prima ancora nella grande oratoria latina.
A differenza delle scuole italiane, in quelle inglesi e americane è materia corrente. Si tratta di dividere la classe in squadre che dibattono un certo argomento assegnato dal docente sostenendo due tesi opposte. Alla fine non vince chi ha ragione ma chi ha saputo meglio sostenere il proprio punto di vista. In genere però il «debate» si sperimenta alle superiori, non alle medie. Perciò, qualora la Commissione d’esame dei nostri figli decidesse di scegliere proprio una traccia di tipo argomentativo, i nostri figli si troveranno di fronte a un quasi perfetto sconosciuto.
Che dire a questo punto? In bocca al lupo, ragazzi!