Un intervento sul cuneo fiscale, che è “fondamentale per la ripresa” del Paese, una maggiore attenzione alle imprese, che sono “il primo vero ammortizzatore sociale”, e la parità tra settore pubblico e privato che dovrebbero “essere messi sullo stesso piano” per scongiurare “una concorrenza sleale”.
Eccole per Alessandro Albanese, presidente di Confindustria Palermo, alcune delle priorità che il nuovo Esecutivo gialloverde dovrebbe affrontare. All’indomani dell’Assemblea annuale degli industriali, il numero degli imprenditori palermitani sembra sottoscrivere in pieno la relazione del presidente Vincenzo Boccia. “E’ stato un discorso eccezionale – dice all’Adnkronos -. Condivido le sue parole”. A partire dal tema dell’Europa “imprescindibile”. “La crescita deve avvenire dentro l’Europa e in un’Europa unita ovviamente” avverte Albanese. E le prime parole del premier incaricato Giuseppe Conte sembrano “rassicurare in tal senso” nonostante in campagna elettorale M5s e Lega abbiamo avuto “una posizione quasi univoca di forte critica nei confronti dell’Europa”.
Poi c’è la questione delle risorse, che, ha sottolineato ieri Boccia, “non è affatto chiaro dove si recuperano”. “Se si potesse realizzare tutto quello che c’è scritto nel contratto di governo – dice adesso Albanese – sarebbe eccezionale, ma in base ai primi calcoli pare che le coperture non ci siano. Quel contratto è il ‘piano industriale’ dell’Italia e ogni imprenditore sa che ogni piano industriale necessita di fondi per essere realizzato. Certo – ammette – è anche vero che in Italia ci sono risorse che vengono volatilizzate in mille rivoli…”.
Ma è sul costo del lavoro che secondo il numero uno degli industriali palermitani occorre un intervento deciso del futuro Governo. “E’ un nodo che non è mai stato affrontato – dice – e, invece, è fondamentale per la ripresa. Altrimenti avremo sempre più imprese che sceglieranno di lasciare l’Italia delocalizzando in Paesi in cui le condizioni sono più favorevoli”.
Per Albanese occorre nei confronti dell’industria una “maggiore attenzione”. “In questi anni ci sono state troppe manovre di ordine sociale. Non si è considerata la vera natura dell’impresa, che è un contenitore che crea ricchezza, il primo vero ammortizzatore sociale”. E tra i nemici dell’impresa non c’è solo un costo del lavoro che “non permette di essere competitivi nel mondo”, ma anche “la concorrenza sleale del pubblico”. “Noi non chiediamo posizioni di favore – dice Albanese -, ma di essere messi sullo stesso piano.
Invece in questi anni abbiamo assistito ad aziende pubbliche che fanno
concorrenza ai privati in settori in cui prima era impensabile la loro presenza”.
Nulla a che vedere con la privatizzazione dei servizi, però. “Io sono contro – avverte Albanese -. Penso, invece, a gare aperte sia ad aziende pubbliche che private. Chi è più bravo vince”. E poi servirebbe una “verifica” della produttività. “Pubblico e privato sotto questo aspetto devono camminare insieme – dice -, è impensabile che oggi davanti a una situazione dei conti del Paese difficile non ci sia attenzione nei confronti della produttività del pubblico”. Un aspetto sembra poi preoccupare il presidente degli industriali di
Palermo: l’assenza di un ministero per la Coesione territoriale. “Non vorrei fosse l’anticamera di una marginalizzazione del Sud mascherata dall’idea di una spinta verso un’Italia unica” conclude Albanese.
AdnKronos