Su Facebook la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, bacchetta duramente la terza carica dello Stato.”Un presidente della Camera con le mani in tasca durante l’Inno d’Italia è semplicemente indegno”.
Negli Stati Uniti l’inno si ascolta con una mano sul petto in qualunque circostanza, altrove si rimane impettiti, in piedi, o si porta la mano sulla fronte, come fanno i militari. Restare con le mani in tasca non rispetta il galateo, sopratutto, se a restare con le mani in tasca è un rappresentante delle istituzioni.
E’ grave? No, non lo è, ma rivela una modesta esperienza. Nient’altro. Forse distrazione, ma nell’uno e nell’altro caso, Roberto Fico deve darsi una mossa. Non può farsi cogliere in fallo. Giorgia Meloni è stata, tuttavia, molto aspra. Come se non vedesse l’ora di saltare su Fico per le sue distrazioni. Un pò di indulgenza non guasterebbe. Ma ci sono le “ragioni di partito” a suscitare reazioni così dure, il bisogno di cogliere in fallo l’avversario politico.
Nel tardo pomeriggio è arrivata sempre via social la risposta del Presidente della Camera: Preferisco una mano in tasca per qualchesecondo alla mano sul cuore di chi poi tradisce lo Stato”ll rispetto per il Paese -scrive Fico- passa da qui, da quello che noi facciamo ogni giorno, dalla dignità che con le nostre
azioni diamo alle istituzioni. Ma capisco che faccia più notizia una mano tenuta in tasca per sei secondi mentre ero assorto da tutta quella energia e da quelle emozioni, piuttosto che tutto quanto detto e fatto in questa meravigliosa giornata. Preferisco una mano in tasca per qualche secondo alla mano sul cuore di chi poi tradisce lo Stato”.
Poi il presidente della Camera prosegue sulla strage di Capaci: “Ciò che avvenne quel 23 maggio del 1992 ha smosso l’anima del nostro Paese, come ha smosso la mia. Ricordo perfettamente quel pomeriggio, quando si diffuse la notizia della strage di Capaci e della morte di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti della scorta.Il percorso che ho intrapreso in questi anni deriva anche da quella giornata, da quella sensazione e da quella presa di coscienza che non avrei più dimenticato: bisogna decidere da che parte stare, ogni giorno. Perché ogni giorno possiamo lottare contro la mafia attraversoil nostro lavoro e le nostre azioni.Possiamo farlo nelle istituzioni politiche -continua Fico-, consapevoli che abbiamo gli strumenti per intervenire, sia quelli diretti sia quelli indiretti che significano investimenti nelle
scuole, nella formazione, nell’educazione, nei progetti di integrazione, cioè in quelle istituzioni sociali e culturali che costituiscono la dimensione più profonda dello Stato. Dobbiamo utilizzare questi strumenti con uno sguardo lungimirante, proiettando nel nostro orizzonte l’immagine di un Paese senza più mafie.Non vi nascondo l’emozione di aver partecipato oggi alle iniziative
commemorative delle stragi di Capaci e via d’Amelio, a partire
dall’incontro di questa mattina con gli studenti arrivati a Palermo
con la Nave della legalità”.Nell’aria c’era un’energia commovente, l’energia meravigliosa di questi ragazzi e dei loro insegnanti, che a sua volta è l’energia
dell’Italia che ogni giorno costruisce il proprio futuro, che porta
avanti le idee di persone straordinarie come Giovanni Falcone e Paolo
Borsellino. I ragazzi che ho incontrato stamattina sono il futuro, e
al tempo stesso la testimonianza diretta che sconfiggere la mafia è
possibile, che la mafia non durerà in eterno”, conclude il presidente
della Camera.
(Ant/AdnKronos)














