L’Ordine dei giornalisti di Sicilia “preso atto delle vicende connesse al cosiddetto ‘caso Montante’ relative ai rapporti tra l’imprenditore e alcuni giornalisti, ha deciso di trasmettere alla Procura della Repubblica di Caltanissetta gli esiti delle proprie indagini e delle audizioni dei colleghi che, già nel 2015, erano stati sentiti su vicende strettamente collegate a quelle attuali. Al tempo stesso il presidente prenderà contatti con il capo della Dda nissena per chiedere copia degli atti ostensibili, anche non costituenti notizie di reato, riguardanti iscritti a questo Ordine professionale”. E’ quanto si legge in una nota dell’Odg Sicilia.
“Gli accertamenti dell’Ordine, che si erano fermati in doverosa attesa degli eventuali sviluppi giudiziari, possono essere infatti utili per l’accertamento della verità da parte degli inquirenti – prosegue – così come ciò che è emerso dalle intercettazioni e dai riscontri trovati dagli investigatori può servire per stabilire se, in che misura e a quali livelli il ‘sistema Montante’ abbia tentato di estendere a singoli iscritti o a singoli organi d’informazione quella che i magistrati hanno definito una ‘rete tentacolare'”.
Dall’Ordine dei giornalisti siciliani la volontà di “approfondire i fatti, senza generalizzazioni e condanne pregiudiziali, rimanendo vicino a tutti i colleghi citati negli atti se risulterà che hanno svolto e continuano a svolgere il proprio mestiere ignorando le sollecitazioni e le lusinghe provenienti da ambienti legati a un’antimafia che, sfruttando un’immagine ufficiale, si rivela nei fatti ambigua e insidiosa”.
Il Consiglio interpellerà inoltre Maria Grazia Brandara, ex commissario straordinario del Comune di Licata e giornalista pubblicista, indagata nell’inchiesta della procura di Caltanissetta, “per sapere se abbia ancora interesse alla permanenza nell’albo”.
AdnKronos