Proprio grazie alla rete di relazioni e complicita’ l’imprenditore Antonello Montante sarebbe riuscito a neutralizzare le “voci” di una sua presunta vicinanza a Cosa nostra creando attorno a se’ un’aurea di legalita’, fiaccata nel frattempo dalle dichiarazioni di due suoi ex fedelissimi e personaggi di spicco di Confindustria: l’ex assessore regionale Marco Venturi e l’ex presidente dell’Irsap Alfonso Cicero. E’ quanto emerge dall’inchiesta “Double face” della polizia di Stato di Caltanissetta. Sarebbero stati loro i primi a parlare di dossieraggio. La vita professionale e privata di avversari di Montante, secondo quanto accertato dagli investigatori, sono state infatti poste ai raggi x. I nomi di imprenditori, uomini delle istituzioni, giornalisti sono finiti in un archivio segreto, scoperto nel 2016 dalla polizia. All’interno della sua villa di contrada Altarello, a Serradifalco, gli agenti della Squadra mobile trovarono una vera e propria stanza segreta, il cui ingresso era nascosto da una libreria, con dei fascicoli riservati riguardanti una trentina di personaggi noti e meno noti. Poi, nel cestino di un suo computer, fu rinvenuto un file contenente una miriade di informazioni importanti, con nomi di personaggi che avevano elargito oppure ottenuto favori.
In maniera certosina erano annotati incontri ed appuntamenti, telefonate e messaggi di testo inviati e ricevuti da personaggi delle istituzioni, nonche’ la registrazione di conversazioni nei quali si comprovavano vari “favori” richiesti all’imprenditore. In quel file, per intenderci, era conservato l’intero “Sistema Montante”. Grazie a quelle informazioni i magistrati della Dda sono riusciti a svelare la fitta trama di relazioni che avrebbe permesso a Montante di ottenere incarichi di potere in Confindustria. “E’ stato accertato – spiegano gli inquirenti – come occupazione spasmodica di Montante fosse quella di precostituire documentazione da spendere in futuro per neutralizzare possibili accuse, puntualmente accreditando la tesi del complotto ai suoi danni in ragione del suo impegno sul fronte antimafia manipolando surrettiziamente la realta’ dei fatti”. (ITALPRESS).
