Un invito a denunciare e un ringraziamento alla Polizia. Luigi Carollo, ex candidato palermitano alle elezioni regionali per la lista i Cento Passi e portavoce del Palermo Pride, lo fa su Facebook. L’occasione è una brutta avventura subita venerdì scorso, quando un giovane, conosciuto parecchi mesi prima in un sito di annunci per incontro e con il quale in passato aveva avuto degli incontri occasionali, lo ha rapinato in casa, minacciandolo con una pistola. Sulla sua pagina social Carollo, attivista della comunità Lgbt da sempre in prima linea sul fronte della difesa dei diritti degli omosessuali, non parla del suo choc per la rapina subita ma della “lunga fase di denuncia” alla Squadra mobile, che diventa l’occasione per parlare di un ‘cambiamento culturale’ della città
“Ho, ovviamente, scelto di non nascondere le ragioni per le quali conoscevo il rapinatore – scrive -; e di non nascondere nemmeno il contenuto dei nostri incontri e della nostra conversazione via whatsapp dato che le utenze telefoniche e le foto sarebbero state necessarie per individuarlo”. Ma nonostante i particolari raccontati agli agenti, spiega il portavoce di Sinistra Comune, “durante la deposizione sono stato trattato con grandissima gentilezza, senza alcuna inopportuna morbosità e senza alcun pregiudizio (né giudizio, per dirla tutta). Tutte le persone che si sono occupate della mia denuncia (tutti uomini, voglio precisarlo) hanno cercato in ogni modo di mettermi a totale agio con cortesia e persino con battute mai inopportune né fuori luogo; scusandosi con grande garbo ogni volta che mi venivano chiesti particolari ‘intimi'”.
“Quando ho detto loro che li ringraziavo per il modo in cui erano riusciti ad evitarmi qualunque disagio – racconta Carollo -, ammettendo di essere sorpreso dal non aver ricevuto nessuno dei (pre)giudizi che avevo temuto in un primo momento, mi hanno risposto: ‘è il nostro lavoro permettere a chiunque di poter raccontare tutto senza disagi e poi siamo nel 2018 e voi avete costruito la vostra visibilità anche in questa città ed anche coi Pride… cosa c’è da giudicare?'”.
Da qui l’invito “a chiunque possa trovarsi a vivere un’esperienza simile alla mia di denunciare senza paura di essere trattato in modo irrispettoso e senza paura di sentirsi ‘giudicato e condannato’ quanto o più del delinquente”.(AdnKronos)