La Trattativa fa discutere. Fiammetta: “Mio padre ucciso perchè l’ostacolava”

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Fiammetta Borsellino


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La sentenza Trattativa Stato- mafia emessa dalla Corte d’Assise di Palermo, continua a far discutere e lasciando innumerevoli strascichi.

Dopo 48 ore arrivano le dichiarazioni di Fiammetta Borsellino, figlia di Paolo, ucciso da Cosa nostra il 19 luglio del 1992.

Lancia accuse pensanti sostenendo che la morte  del padre è stata decisa proprio perchè il magistrato era un ostacolo alla trattativa .

. La figlia del giudice assassinato ne è convinta: “C’è un intero capitolo del processo Borsellino quater dedicato alla Trattativa come possibile movente dell’accelerazione dell’uccisione di papà. Non sono solo io a pensarlo”.

Lo ha dichiarato la più piccola delle figlie del giudice, in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano.

Pensa che suo padre sia stato eliminato perché era un ostacolo per il dialogo tra pezzi dello Stato e la mafia?

“Certamente – spiega la figlia de giudice – Totò Riina era determinato a uccidere mio padre, ma penso che l’accelerazione sia stata utile anche per altri apparati non appartenenti a Cosa Nostra che avevano interesse a eliminarlo. Il depistaggio, che è ormai acclarato, delle indagini sulla strage di via D’Amelio, potrebbe essere letto come la continuazione di un modo di operare che si intravede già nella Trattativa. E poi – ricorda – rimane il grande dubbio sulla sparizione dell’agenda rossa. Non dimentichiamo che a prendere la borsa di mio padre, il 19 luglio in via D’Amelio, sono state sempre persone appartenenti ai carabinieri”.

 

 

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