Le reazioni a caldo: favorevoli, contrari e…plaudenti

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Nicola Mancino dopo l’assoluzione, a caldo, ha commentato:”Ho sempre avuto fiducia che a Palermo  ci fosse un giudice. La lettura del dispositivo che esclude la mia  responsabilità nel processo sulla cosiddetta trattativa ne è una  solenne conferma”.

L’avvocato  Nicoletta Piergentili Piromallo, legale dell’ex ministro dell’Interno  Nicola Mancino, trattativa, esprime soddisfazione.”Sono stato vittima di un teorema che doveva mortificare lo Stato e un suo “uomo”, che tale è stato ed è tuttora. Sono stato volutamente  additato ad emblema di una trattativa, benché il mio capo di  imputazione, che oggi è caduto, fosse di falsa testimonianza – dice –  Relegato per anni in un angolo posso ora dire di non aver atteso  invano. Ma che sofferenza!”.

“I giudici non si sono fatti fuorviare  e hanno riabilitato il senatore Mancino che ha sofferto da innocente  una pena lunga quanto questo processo”.

“Ci sono state condanne pesanti e ci sarà un seguito per le altre  posizioni, ma ripeto le costruzioni storico o politiche sono diverse  da quelle giudiziarie. Vedremo poi le motivazioni – ha aggiunto –  Quello che per me è importante è che sia stato riabilitato non solo il senatore Mancino ma anche un’attività politica di quegli anni che ha  dovuto fronteggiare una situazione veramente pesante e terribile”.

La sentenza del processo sulla  trattativa tra Stato e mafia “ha un valore storico”. Ne è convinto il  pm Antonino Di Matteo, uno dei pm dell’accusa, che dopo la lettura del dispositivo ha parlato con i cronisti.”Ora abbiamo la certezza che la  trattativa ci fu”. Così, il pm Antonino Di Matteo parlando con i  cronisti subito dopo la sentenza. “La Corte – dice – ha avuto la  certezza e la consapevolezza che mentre in Italia esplodevano le bombe nel ’92 e nel ’93 qualche esponente dello Stato trattava con Cosa  nostra e trasmetteva la minaccia di Cosa nostra ai governi in carica.  E questo è un accertamento importantissimo, che credo renda un grosso  contributo di chiarezza del contesto in cui sono avvenute le stragi.  Contesto criminale e purtroppo istituzionale e politico”.

“In questi anni è stato detto di tutto  sulla nostra inchiesta e sul nostro processo. Adesso c’è una Corte  d’assise che, dopo 5 anni di processo, ha concluso in questo modo. E’  un momento importante per capire che la lotta alla mafia va fatta sul  piano certamente sul piano della repressione dell’ala militare di Cosa nostra, ma deve essere fatta anche per recidere una volta per tutte i  rapporti che la mafia ha sempre avuto con la politica e le  istituzioni”.

“Questa è una conclusione positiva per  ritenere che lo Stato si può impegnare ed è in grado di fare questo” aggiunge.

Fabio Granata, già vicepresidente della commissione nazionale  Antimafia e relatore sulle stragi del 92, ha voluto dire la sua. “La trattativa Stato-mafia che portò  alla morte di Paolo Borsellino e della sua scorta e condizionò la vita della Repubblica, ha affermato,  non era, dunque, una invenzione dei magistrati ma una vergognosa realtà conclamata adesso in sentenza”.

“Oggi – prosegue Granata, tra i fondatori di  Diventerà bellissima e oggi candidato sindaco a Siracusa – si apre un  varco di luce sulla oscurità e la vergogna di quegli anni e sulle  complicità indicibili che accompagnarono gli avvenimenti dei primi  anni 90. Hanno avuto risposta anche i garantisti interessati in  servizio permanente effettivo. Onore ai magistrati palermitani degni eredi di Paolo Borsellino”.

Il pm Roberto Tartaglia, prima di lasciare l’aula bunker del carcere  Pagliarelli di Palermo dopo la sentenza del processo sulla trattativa tra Stato e mafia, ha espresso la sua opinione in modo neto: “Il dispositivo parla da solo, è molto  chiaro. E’ un dispositivo che dimostra una cosa importantissima, cioè  che questo processo doveva essere assolutamente fatto e che abbiamo  lavorato bene, con serietà al di là di ogni polemica o critica”.

Su Facebook Alessandro Di Battista, commentando la sentenza della Procura palermitana, scrive: “Con la storica sentenza sulla trattativa  Stato-Mafia si dimostra, una volta per tutte, che pezzi delle  Istituzioni sono scesi a patti con Cosa Nostra. Tra i soggetti  contraenti del patto c’è Marcello Dell’Utri (e qualcuno ne chiedeva la scarcerazione) fondatore di Forza Italia e braccio destro di  Berlusconi. Ora il Caimano sarà ancora più nervoso”.

“Il suo sistema di potere – prosegue l’esponente M5S – gli sta  franando sotto i piedi. Oggi, finalmente e definitivamente, finisce la Seconda Repubblica. I mie personali complimenti e tutta la mia  gratitudine alla procura di Palermo”.

Infine il sindaco di Palermo,  Leoluca Orlando, ricordando che l’Amministrazione comunale si  era costituita parte civile al processo, sostiene: “Quella che da sempre diciamo essere  stata una verità storica è da oggi una verità giudiziaria, a conferma  del fatto che la legalità e lo Stato di diritto restano capisaldi  della nostra comunità. Questa sentenza condanna la vergognosa  identificazione fra Stato e Mafia, che ha permesso allo Stato di presentarsi col volto della mafia e alla mafia di presentarsi col  volto dello Stato. E’ la condanna di un passato che siamo impegnati a  far sì che non si ripeta mai più”.

Un lungo applauso al grido di ‘Grazie, grazie’ all’indirizzo dei pm del processo sulla trattativa tra Stato e mafia è arrivato dal pubblico che ha assistito alla sentenza. A battere le mani sono stati soprattutto i componenti della Scorta civica e delle ‘Agende rosse’, che hanno seguito molte udienze del processo.

L’applauso arrivato a fine sentenza dal pubblico del bunker Pagliarelli di Palermo, in particolare dalla
‘Scorta civica’ e dalle Agende rosse, “è stato commovente e liberatorio”. Così, all’Adnkronos Vittorio Teresi, uno dei pm del processo sulla trattativa tra Stato e mafia, prima di lasciare il
bunker intitolato a Vittorio Bachelet.

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