Gip Termini: “Campagna Caputo fatta di bugie, inganni e promesse”

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“La campagna elettorale fatta dall’ex deputato regionale siciliano Salvino Caputo (Noi con Salvini), arrestato oggi nell’ambito dell’inchiesta per voto di scambio, è stata “fatta di menzogne, inganni, promesse di utilità di diverso tipo”. Così il Gip del Tribunale di Termini Imerese (Palermo) che ha firmato
l’ordinanza.

Caputo avrebbe “fortemente alterato il gioco politico elettorale,
ledendo in concreto il libero esercizio dei diritti politici da parte
dei cittadini chiamati alle urne il 5 novembre 2017, i quali sono
stati orientati ad un esercizio del proprio diritto in modo distorto e diverso da quello frutto di libera, cosciente, piena e autonoma
determinazione”.

I Carabinieri del Provinciale di Palermo hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di Termini Imerese su proposta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di Salvino Caputo, avvocato monrealese, gia’ membro dell’Assemblea Regionale Siciliana durante la XVI Legislatura e commissario straordinario per i comuni della provincia di Palermo del movimento “Noi con Salvini” durante le elezioni amministrative tenutesi la scorsa primavera; Mario Caputo, avvocato monrealese, candidato non eletto durante le ultime elezioni dell’Ars nelle liste del movimento “Noi con Salvini” e Benito Vercio, 62enne, “procacciatore di voti” termitano. Nel corso delle indagini, la Procura della Repubblica avrebbe dimostrato dodici episodi di compravendita di voti in cambio di promesse di posti di lavoro o altre utilità posti in essere da due degli arrestati in correità con ulteriori indagati.

Sono dodici gli episodi di compravendita di voti in cambio di promesse e di posti di lavoro emersi nell’ambito delle indagini che hanno portato agli arresti domiciliari l’ex deputato regionale Salvino Caputo, commissario straordinario per i comuni della provincia di Palermo del movimento “Noi con Salvini” durante le elezioni amministrative tenutesi la scorsa primavera; il fratello Mario, avvocato, candidato non eletto durante le ultime elezioni dell’Ars nelle liste del movimento “Noi con Salvini”; ed il procacciatore di voti Benito Vercio, di Termini Imerese.

“Un’indagine sviluppata durante le elezioni regionali ed ancora in corso”, ha sottolineato il procuratore di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, nel corso di una conferenza stampa che si e’ tenuta al palazzo di Giustizia del comune nel palermitano. E che potrebbe riservare grosse sorprese con il coinvolgimento di personaggi politici di alto livello.

“Le indagini – ha spiegato il pm Annadomenica Gallucci – hanno preso il via con le elezioni amministrative per il rinnovo del consiglio comunale di Termini Imerese per proseguire con le regionali. A dare l’input e’ stato un esposto anonimo nel 2017”. E’ stato indagando su un dipendente comunale di Termini, Agostino Rio, coinvolto in un’inchiesta per assenteismo che si e’ arrivati al procacciatore di voti, Benito Vercio. L’impiegato aveva il telefono sotto controllo e cosi’ i carabinieri hanno individuato le persone che gravitavano attorno all’avvocato Salvino Caputo. “Persone che contattavano cittadini – ha aggiunto il pm – promettendo utilita’ di ogni tipo. Assunzioni presso imprese, in uffici pubblici ed anche in due imprese. Il titolare di una delle imprese non ha accettato e si e’ tirato indietro”. Nessuna delle promesse, comune, sarebbe andata in porto. “E non sono emersi casi di promesse di denaro”, ha sottolineato il pm.

Emerge nel corso della conferenza stampa, inoltre, che altre forze politiche, oltre al movimento “Noi con Salvini”, potrebbero essere coinvolte nell’inchiesta. “L’indagine e’ ancora in corso, in merito – ha dichiarato il magistrato – non posso rispondere. Per quanto riguarda altre responsabilità, c’è tutto un materiale probatorio su cui dobbiamo ancora fare il punto. Ma ci sono posizioni che potrebbero essere archiviate. L’attenzione della Procura e dei Carabinieri si e’ concentrata sugli attuali indagati”, ha sottolineato Cartosio.

C’è anche il nome del deputato leghista Alessandro Pagano nell’inchiesta: la Procura di Termini Imerese ha chiesto l’autorizzazione ad utilizzare le intercettazioni emerse nei suoi confronti. Il suo nome sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati. Ma il suo legale Nino Caleca spiega: “Allo stato, l’onorevole Pagano non ha ricevuto nessun avviso di garanzia -, dice a Adnkronos,  – Ma a fronte di una richiesta di utilizzo Pagano darà immediato consenso per il loro utilizzo. L’onorevole Pagano ha sempre operato con principi di legalità e correttezza”.

(ITALPRESS)

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