Licata c'è, Vittoria forse: Gela diventa provincia, ora si fa sul serio

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Non sarà la CaltaGela, la provincia ibrida studiata senza successo 50 anni fa, per far convivere le due popolose e vivaci città. Ma pare destinata a ottenere più consensi. L’idea, già abbozzata nei giorni scorsi, è di quelle accattivanti: far diventare Gela provincia. Il ddl è stato presentato dal neo-deputato regionale, Giuseppe Arancio, gelese doc, per la serie “profeta in patria”.

Un’azione che segue a ruota la decisione del governo Crocetta di avviare la cancellazione delle province regionali (con la conseguente ricerca di nuove forme amministrative di aggregazione). Il disegno di legge presentato da Arancio sta per diventare una proposta per l’istituzione di un ‘consorzio di liberi comuni’, con Gela in pole position.

Ma adesso è caccia aperta ai comuni “da rastrellare”. Il disegno è stato presentato oggi nel corso di un incontro con i cronisti. Interessi economici, storici e culturali che consorziano già una dozzina di comuni. L’unione potrebbe raggiungere presto quota 20 se, dopo Licata, Niscemi e Piazza Armerina, per citare solo i maggiori centri, anche Caltagirone e Vittoria decidessero di comporre il puzzle, creando attorno a Gela una specie di macrosistema.

I requisiti per rientrare nella rete sono chiari. “Comanda” il comune con il più alto numero di abitanti (Gela, in questo caso). Ultima postilla: la richiesta alla Regione è che questi consorzi debbano rispettare la continuità territoriale e una popolazione residente complessivamente non inferiore a 150 mila cittadini.

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12 Commenti

  1. Non importa come istituiscono i nuovi consorzi – né quante ce ne saranno – sono i comuni a decidere liberamente. Ma il limite di 150.000 abitanti rischia di intralciare la realizzazione dell’art. 15 dello Statuto e poi lasciare tutto com’è!

    Ricordiamo che l’idea dei liberi consorzi aveva natura distrettuale, di “Contea”, quindi il limite dovrebbe essere abbassato almeno a 100.000, consentendo un’eccezione per le sole piccole isole (penso alle Eolie) e le comunità montane-collinari (le Madonie insieme al Calatino, ai Peloritani e Nebrodi) dove il limite dovrebbe essere abbassato almeno a 5.000-50.000.

    Per esempio la creazione di un ipotetico consorzio “Vallo delle Madonie” – che dovrebbe raccogliere Caltavuturo (4.318 ab.), Castelbuono (9.240), Castellana Sicula (3.644), Cefalù (13.845), Collesano (4.254), Geraci Siculo (1.956), Gratteri (1.081), Isnello (1.638), Petralia Soprana (3.516), Petralia Sottana (3.087), Polizzi Generosa (3.756), Pollina (3.122), San Mauro Castelverde (1.854), Scillato (679) e Sclafani Bagni (506) – non arriva nemmeno a 100.000 abitanti, siamo al massimo 56.000.

    Mi dispiace ammetterlo ma ci vuole più coraggio, le riforme si fanno “o buone o niente”.

    Con queste regole NON PREVISTE dallo Statuto la zona madonita rimane e rimarrà relegata alla periferia di Palermo, Caltanissetta e Messina.

    Dobbiamo lottare per la piena attuazione dello statuto ma tutto questo va ripensato in profondità!

  2. La penso esattamente come Salvatore. E ritengo che questo primo libero consorzio abbia un senso. Solo la settimana scorsa si pose un problema perché Licata, in provincia di Agrigento ( nonostante situate nel val di Noto, con il resto della provincia sito nel Val di Mazara: gli antichi ragionavano meglio!) trovava più conveniente conferire i rifiuti nella più vicina discarica di Gela. QUel che respingo é l’idea ‘che debba comandare il comune con più abitanti’. Nossignori: nel ‘libero consorzio’ dovranno comandare eclusivamente gli ‘interessi collimanti dei cittadini’, come dice giustamente Salvatore. O saranno così, i liberi consorzi, o non saranno, anche perché il campanilismo li strozzerà nella culla!

  3. I nuovi consorzi saranno come gli Ato. Carrozzoni politici. E poi Gela assieme a Licata.ai posteri i misfatti

  4. Consorzio di liberi comuni! Altro carrozzone, altro surrogato delle province, altra bruttura amministrativa. Ma lasciate stare le proposte ad effetto speciale se volete veramente eliminare gli sprechi, pensate ad amministrare, se ci riuscite re ne siete capaci, gli enti per i quali siete chiamati ad assumervi le vostre responsabilità! Sono un gelese, democratico di sinistra, che non tollera di essere preso per i fondelli.

  5. Mi chiedo che senso ha la presentazione di questo disegno di legge, quando ancora si discute della soppressione delle province e la costituzione dei liberi consorzi. L’on. proponente si dia piuttosto da fare per l’approvazione della riforma generale e dopo, anche senza legge particolare, la sua Gela potrà avere il Libero Consorzio.

  6. i liberi consorzi ,e libero deve essere la necessaria premessa ,dovranno essere aggregazioni di popolazioni con interessi collimanti che assieme potranno essere affrontrati e risolti ,acqua ,rifiuti .trasporti ,attività

    produttive produttive (commerciali turistiche ), culturali ,il tutto in maniera semplice senza burocrazie ,ma tenendo in conto il consenso delle popolazioni .

    Non dovrebbe essere previsto un numero ,in quanto sarebbe impossibile ,penso alle popolazioni delle madonie o dei nebrodi ,pensare autonomamente ai propri destini .Quindi avanti ma con razionalità e buon giudizio .

    saluti

  7. ma perchè città importanti come Caltagirone Vittoria e Piazza armerina dovrebbero far parte del consorzio di Gela? Gela è una città pessimamente amministrata da sempre, con una classe politica attuale e futura da far rizzare i capelli, non ha nulla se non l’inquinamento, ed hanno distrutto tutto quello che di buono avevano!

  8. Ma non sarebbe meglio abolire semplicemente le province politiche lasciando perdere altri tipi di carrozzoni e pagare solo il prefetto?

  9. A mero titolo informativo, nel 1956 si cercò di costituire la Provincia regionale/Libero consorzio di comuni di Corleone. La sua costituzione si arenò per non ben precisati motivi ma fu un concreto tentativo di dare attuazione al decreto legislativo del presidente della Regione n. 6 del 1955.

    Alessandro Vitagliano

  10. Con la riforma delle provincie ecco cosa succedera’ nessun risparmio economico e in piu’ aumenteranno i consorzi fra comuni.Un altro carrozzone politico pegggio delle attuali provincie.

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