La Corte dei conti, Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato, ha approvato, con le modifiche apportate dal Collegio in camera di consiglio, la relazione concernente lo stato della liquidazione della societa’ Stretto di Messina. Secondo la Corte, la complessa vicenda riguardante la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina si e’ evoluta venendosi a determinare, nel tempo, condizioni contrattuali di particolare favore nei confronti della parte privata. Avendo quest’ultima dichiarato il proprio recesso, prima della scadenza del termine per il suo esercizio il d.l. 2 novembre 2012 n. 187, dispose un nuovo assetto dei vincoli contrattuali che ha condotto alla fine della concessione. Pertanto, la societa’ Stretto di Messina e’ stata posta in liquidazione il 15 aprile 2013; il termine annuale per la sua cessazione e’, pertanto, da tempo scaduto. La disposta chiusura ex lege della societa’ nel termine di un anno – osserva la magistratura contabile – non consente univocamente di ipotizzare una rinuncia implicita ai crediti dell’attivo. La normativa non fornisce, tuttavia, elementi di dettaglio, circostanza che rende opportuno un ulteriore intervento del legislatore per giungere a una piu’ celere liquidazione, dal momento che la mancata estinzione determina un rilevante onere finanziario per il mantenimento in vita della concessionaria, che la legge indicava in un anno.
In tale contesto, non risultano nemmeno ancora intraprese iniziative, oltre quelle di resistenza in sede giudiziaria, per contrastare le pretese di indennizzo della societa’ nei confronti delle amministrazioni statali. Considerata l’assenza di attivita’, se non quella di resistenza in giudizio, affidata, peraltro, ad avvocati esterni, e’ necessario procedere a un ulteriore abbattimento dei costi societari. Infatti- conclude la Corte -, l’onere per il mantenimento in vita della concessionaria, sceso sotto i 2 milioni solo nel 2015, risulta ancora rilevante, essendosi attestata, per il 2016, sopra il milione e mezzo.
“Ancora una volta la Corte dei Conti bacchetta lo Stato sui costi per il mantenimento in vita di Stretto di Messina Spa, la concessionaria costituita per la costruzione del Ponte e posta in liquidazione nel 2013. Tre milioni e mezzo di euro solo negli ultimi due anni. Gia’ lo scorso febbraio con una interrogazione parlamentare avevamo sollecitato il Governo ad intervenire con gli appositi strumenti per accelerare la definitiva liquidazione della societa’. Da troppi anni si trascina infatti questa situazione di cui a farne le spese sono soltanto i cittadini”. Lo afferma in una nota il deputato di Ap Vincenzo Garofalo, vicepresidente della commissione Trasporti della Camera. “Adesso pero’, dopo le nuove critiche della magistratura contabile, il Governo non puo’ pensare di rimanere immobile in attesa che si definiscano i contenziosi in essere, ma ha il dovere comunque di battere un colpo per ridurre quanto prima questi costi che rimangono enormi per la comunita’ – aggiunge -. Allo stesso tempo mi auguro che prenda finalmente in seria considerazione la possibilita’ di affidare a Anas o a Ferrovie la realizzazione del Ponte”.
(ITALPRESS