Ingroia archivia Rivoluzione civile e riparte con “La mossa del Cavallo”, insieme a Giulietto Chiesa

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Qual è il senso di Antonio Ingroia per la politica? Lo stesso che anina Giulietto Chiesa, notissimo bastian contrario e giornalista radicale di sinistra. Ma non fatevi ingannare. Nonostante i due dioscuri abbian un passoto – prossimo l’ex magistrato, antico il giornalista – il nuovo partito che hanno fondato, non ha niente a che vedere con l’aria politica di elezione. Non sarà né di destra, né di sinistra. Un nuovo soggetto, dunque, del quale Antonio Ingroia tratteggia alcuni caratteri fondamentali in una intervista ad Alessandra Longo di Repubblica.

Intanto il nome, che è tutto un programma: “La mossa del cavallo”. Scacchi, dunque. Di conseguenza target medio alto, destinatari gli opinion leaders. Ingroia e Chiesa chiedono fiducia ed azzardano la prima mossa, quella che gli scacchisto privilegiano quando hanno una illuminazione e giocano l’azzardo, gettandosi alle spalle il passato. Ingroia ha seppellito la sua “Rivoluzione civile”, partito con il quale cinque anni or sono circa partecipò alle elezioni politiche senza però raggiungere la soglia di sbarramento. Giulietto Chiesa ha trascorso la vita professionale (e politica, senza mai essere organico a chicchessia) annusando complotti, rivedendo le versioni ufficiali dei grandi eventi, spostando l’asse della verità, mettendosi sempre e comunque di traverso.

Nonostante entrambi abbiano vissuto una vita professionale intensa, la vocazione politica non è mai venuta meno. Ingroia ha gettato il cuore oltre l’ostacolo senza fortuna, Giulietto Chiesa ha raccontato storie “alternative” senza arrivare alla testa dell’acqua. La mossa del cavallo per entrambi, dunque, è l’ultima spiaggia per entrare con una strambata audace nella convulsa affollata politica nazionale. Gli scacchisti conoscono la “difesa Siciliana”, apertura più usata contro la mossa del Bianco. Uno sviluppo che impiega il Cavallo del Re, scegliendo di dare alla partita un carattere posizionale.

L’ispirazione, tuttavia, può essere stata offerta a Ingroia e Chiesa, soprattutto al seconda, da un celebre romanzo di Andrea Camilleri, che s’intitola, per l’appunto, “La mossa del cavallo. Il protagonista della storia, ridotto a malpartito a causa di un complotto intrecciato ai suoi danni da poco di buono, “scavalca” la sua stessa mentalità, tornando a ragionare siciliano, dopo una lunga permanenza nel Nord. Adotta il modo di agire di chi l’accusa ribalta la situazione, e si salva.

Scacchi o fiction? La rivoluzione civile di Ingroia e l’impegno politico-professionale di Chiesa si ritrovano nella “Mossa del cavallo”, il tentativo di difesa siciliana per contrastare l’andazzo inaccettabile nell’unico modo possibile, calandosi nella mentalità prevalente per disarcionare i potenti e salvare il mondo.

Chiesa e Ingroia non sono soli, possono contare su un generale dei carabinieri in pensione, Nicolò Gebbia, e nell’avvocato liberal-sturziano Sandro Diotallevi.

“Ci rivolgiamo in primis a chi ha già deciso di non andare a votare”, spiega Ingroia ad Alessandra Longo nell’intervista di Repubblica. “ Per ora vogliamo parlare con questi cittadini.La sinistra riformista e radicale ha già perso, devono prenderne atto. “La mossa” è una sorta di Cln che nasce per ricostruire il Paese dopo le macerie di quel berlusconismo che ha visto la complicità degli altri partiti.” Ci saranno sorprese, annuncia Ingroia, ma non vuole anticiparle
La giornalista chiede chi glielo fa fare, dopo l’insuccesso di “Rivoluzione civile”. Ingroia non ha indugi, si sente “chiamato” .”Non voglio essere considerato superbo, risponde, ma le rispondo con un aneddoto. Abramo Lincoln ci provò venti volte prima di diventare presidente”

Giulietto Chiesa sarà il vice presidente?

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