(Mariella Maggio) Per nulla confortante la dichiarazione dell’Ad delle Ferrovie dello Stato, Mazzoncini, il quale dichiara di essere a favore della costruzione del Ponte sullo stretto, che fa arrabbiare non chi è contro il Ponte ma tutti quelli che subiscono i problemi di un servizio ferroviario generatore di forti disagi, i numerosi pendolari siciliani ovvero tutti i cittadini e gli studenti che hanno necessità quotidiana di spostarsi sul territorio.
Già nel mese di settembre sono stati circa 15 i giorni d’interruzione che hanno penalizzato la circolazione ferroviaria e oggi, 11 ottobre, ne abbiamo già avuti 7. La Sicilia aspetta da 15 anni l’investimento infrastrutturale dei fantomatici 10mld previsti, e l’attuale rete ferroviaria siciliana risale all’Unità d’Italia.
Possibile che Maurizio Gentile, amministratore delegato di Rfi dichiari che sono “previsti” interventi anche tra Palermo e Messina e tra Palermo e Catania con l’obiettivo di ridurre i tempi di percorrenza da 2 a 4 ore, e che la prima fase sarà completata nel 2024 mentre il completamento dei lavori solo nel 2027?
Possibile che il Ministro delle infrastrutture Delrio vada a Bologna a festeggiare la consegna di 20 nuovi convogli ferroviari per i pendolari, preoccupandosi dell’efficienza e l’efficacia dei percorsi esistenti in Emilia Romagna, e contestualmente dichiari di “sperare” di firmare un contratto di servizio per la Sicilia dove non esiste un incremento né un miglioramento dei servizi ferroviari ai cittadini e ai pendolari?
Una Sicilia che rimane quindi abbandonata a se stessa, ridotta ad un binario unico e quasi morto mentre si continua a parlare di grandi opere come il Ponte, e, per il resto d’Italia, di ottimizzazione di velocità.
(Mariella Maggio, deputato regionale, candidata Cento passi per la Sicilia)













