Dal rifiuto del vaccino alla corsa al vaccino.”Meningite? Epidemia solo mediatica’

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Siamo passati dalla paure per il vaccino, che fa male, alla paura per l’epidemia di meningite che non c’. E di chi è la responsabilità? Gli agenti patogeni sono alcuni, pochi, medici da una parte, che hanno tirato fuori la bufala, della quale  peraltro erano convinti, e del contagio mediatico: titoli, articoli, notizie che lasciano nel dubbio lettori, ascoltatori e telespettatori. basta niente per creare l’allarme. Sia la prima, quanto la seconda paura, questa volta sì, sono estremamente pericolose. Avere fermato le vaccinazioni potrebbe far rinascere l’agente patogeno, quello reale, che altrove è già scomparso. La paura per l’epidemia di meningite, invece, può creare allarme e cambiare perfino lo stile di vita delle famiglie. I destinatari delle bufale, tuttavia, non sono esenti a loro volta da responsabilità, si affidano alle percezioni, non hanno fiducia in alcuna autorità, scientifica in questo caso, e contribuiscono, quindi, a creare un pericolo reale.

“Si tratta solamente di una  ‘epidemia mediatica’, in cui il patogeno, che si sta moltiplicando a  dismisura, contagiando giornali e lettori, è semplicemente la notizia  giornalistica“. E’ il messaggio lanciato da 3 esperti dell’Istituto  superiore di sanità, che in un intervento pubblicato online sul sito  di Epicentro, tornano sul tema della meningite, “uno degli argomenti  più discussi che troviamo su quotidiani e siti web da alcuni mesi, e  in particolare dall’inizio del 2017”, sottolineano.

L’effetto mediatico, spiegano Fortunato D’Ancona, Maria Grazia  Caporali e Paola Stefanelli, “ha generato preoccupazione tra la  popolazione generale che si chiede se nel nostro Paese è in atto, o  meno, un’epidemia di meningite. In questi giorni, molti servizi  vaccinali delle Asl sono in difficoltà per le richieste pressanti da  parte dei cittadini che vorrebbero fissare un appuntamento ravvicinato per la vaccinazione contro il meningococco. Obiettivo: la sicurezza di se stessi e dei propri cari”.

Ma “è veramente un’emergenza?”, è la domanda che pongono i tre  esperti. “La risposta – dicono – è più semplice di quanto molti  possano pensare: si tratta solamente di ‘un’epidemia mediatica’”,  sottolineano. I dati invece, ribadiscono, “dal punto di vista  scientifico ed epidemiologico” dicono che “la diffusione delle  malattie invasive (meningiti e/o sepsi) è sovrapponibile a quella  dell’anno precedente. Il patogeno più pericoloso, il meningococco,  continua a essere responsabile, in Italia, di circa 200 casi l’anno,  mentre le forme invasive prevenibili con vaccinazioni dello  pneumococco sono in diminuzione”. Gli esperti invitano a consultare i  documenti disponibili sul sito dell’Iss per saperne di più.

“La scintilla che ha scatenato questa crescente  attenzione mediatica sulle malattie invasive da meningococco –  ricordano D’Ancona, Caporali e Stefanelli – trova la sua origine  nell’anomalo aumento, dal gennaio 2015, di casi da meningococco C  nella zona centrale della Toscana. Questo incremento, spiegato con la  circolazione in quell’area di un clone di meningococco particolarmente aggressivo, ha innescato una risposta decisa da parte delle autorità  sanitarie della Regione Toscana che, per fronteggiarne la diffusione,  ha adottato una politica di offerta vaccinale molto ampia a favore  della popolazione”.

Tuttavia, continuano i tre esperti, “l’obiettivo di ridurre la  circolazione di questo patogeno tra i portatori, in modo da limitare  il numero di casi. non è stato purtroppo raggiunto neanche nel 2016  (infatti il numero dei casi del 2016 è stato simile a quello del 2015) probabilmente a causa di livelli di copertura vaccinali non ideali in  alcune fasce di età e gruppi di popolazione. L’invito pressante alla  vaccinazione, come riportato dalla letteratura scientifica, ha avuto  l’effetto collaterale di innalzare il livello di preoccupazione”

“Ma se nel 2015, l’attenzione dei media era  prevalentemente focalizzata sui casi e sulla situazione locale –  riflettono gli esperti Iss – nel 2016 si è lentamente spostata a  livello nazionale, senza però che ciò fosse giustificato da un aumento dei casi di meningite meningococcica in altre Regioni. In un anno ci  sono circa 1500 segnalazioni di malattia batterica invasiva (a fronte  di una popolazione italiana di 60 milioni di abitati) con un atteso di più di 4 casi al giorno nel periodo più freddo. Inoltre, i media  spesso riportano anche solo i casi sospetti, segnalando lo stesso caso più volte per sottolinearne il decorso o l’esito della malattia, dando così la falsa sensazione che ci si trovi di fronte a un alto numero di casi prima non presente”.

Per contrastare tutto questo, i professionisti della salute,  sottolineano D’Ancona, Caporali e Stefanelli, possono “aiutare il  processo di acquisizione di consapevolezza dei cittadini sui reali  rischi delle malattie batteriche invasive e sulle possibili  soluzioni”. Tra le varie azioni individuate dagli esperti:  “rassicurare il cittadino che i rischi di contrarre questa malattia  erano, e sono, molto bassi”. E ancora chiarire che “l’offerta  vaccinale gratuita prevista dal calendario vaccinale nazionale e/o  regionale va sempre accettata perché è disegnata per le categorie di  popolazione più suscettibili”; “discutere serenamente con i cittadini  sull’opportunità di estendere la vaccinazione per altri patogeni (ad  esempio meningococco ACYW-135 e meningococco B)”; spiegare “che non vi è alcuna emergenza o alcuna epidemia nazionale: la vaccinazione può  tranquillamente essere programmata dalla Asl a distanza di giorni o  settimane, senza un reale aumento di rischio da parte del cittadino”.

 

 

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