La direzione provinciale del Pd di Palermo si chiude con un’apertura, anche se mai nominato apertamente, al sindaco uscente Leoluca Orlando e traccia la linea che il partito dovrà seguire: ricostruire il centrosinistra come alternativa al centrodestra e al M5S. Ad ascoltare la relazione del segretario provinciale Carmelo Miceli ci sono anche il vice segretario dell’Ars Giuseppe Lupo (favorevole a un appoggio al sindaco uscente) e l’assessore regionale Antonello Cracolici.
A coadiuvare il partito nel percorso alle prossime amministrative sarà una commissione composta dal segretario provinciale Carmelo Miceli, Teresa Piccione (componente della direzione nazionale), Antonio Rubino (responsabile organizzazione regionale) e Rosalia Stadarelli (sindaco di Misilmeri).
Martedì 10 gennaio ci sarà l’incontro con la coalizione di governo regionale. “Partiamo da quello che siamo – dice all’Adnkronos Carmelo Miceli – nel tentativo di ricostruire un fronte quanto più largo possibile di centrosinistra nell’ottica inequivocabile che la partita di Palermo è solo la prima di tante altre partite. Noi come forza di governo abbiamo il dovere di predisporre un campo largo con cui affrontare le scadenze che verranno meglio di come abbiamo affrontato le ultime, penso alle amministrative passate e al referendum”.
L’incontro con Orlando è nell’agenda, anche se il segretario del Pd Palermo non lo nomina mai direttamente. L’obiettivo, dice, “è arrivare a un candidato. Nessuno è escluso”. E aggiunge: “Con la coalizione di governo valuteremo le forme e i modi per proporre a questo fronte di centro sinistra che governa Palermo un confronto e un dialogo per la città e per quello che viene dopo”. Una cosa per Miceli non è in discussione: “Il Pd avrà la sua lista e il suo simbolo alle prossime elezioni di Palermo”.
“Chi immagina Palermo come una partita isolata sbaglia. Le amministrative sono solo il primo passaggio di una
partita che mira a creare una coalizione di centrosinistra, in cui il Pd gioca un ruolo fondamentale, e che è in alternativa al centrodestra e al M5S”. ha avvertito il segretario provinciale del Pd Palermo Carmelo Miceli nel suo intervento alla direzione che si trovava ad affrontare il tema della scelta del candidato a sindaco.
Il Pd, ha sottolineato Miceli, ha bisogno di continuare il suo percorso guardando alla coalizione che, a livello regionale e
nazionale, lo sostiene ma commetterebbe un errore se non pensasse di dover fare uno sforzo maggiore e recuperare, fuori e dentro dal partito, quello che abbiamo perso nel tempo. Il Pd – aggiunge – ha il ruolo di trait d’union fra quanto costruito con la coalizione di governo e quello che si può ancora costruire ma per continuare questo percorso mi serve un mandato forte senza se e senza ma”.
(Man/Adnkronos)
Il partito che, secondo i sondaggi più accreditati, rappresenta abbondantemente la prima forza politica del paese si è ridotto a fare la questua per partecipare alle prossime amminstrative di Palermo. Orlando e le componenti della sua vecchia coalizione decidono che il PD può essere parte dei sostenitori del sindaco uscente solo a condizione che non peresenti il simbolo di partito. I dem che anche in Sicilia come nel resto del paese dà l’idea di essere la solita accozzaglia di interessi contrapposti si dividono e, per paura di una probabile debacle, scelgono di non presentare un proprio candidato e si affidano a colui che per 5 anni hanno contrastato per la disastrosa gestione della città, dimenticando anche tutto quello che è successo nel 2012 quando il Sindaco, uscito perdente alle primarie a sostegno della Borsellino, non accettando il risultato, si candida personalmente contro ogni regola delle stesse primarie. Il M5S sta alla finestra o per meglio dire sulla riva del fiume in attesa che passino i cadaveri dei suoi avversari. In molti si chiedono chi è alla guida di questo partito che non riesce a trovare una personalità che possa convogliare le diverse posizioni interne e che ogni giorno dimostra l’assoluta incapacità a gestire una forza politica che si candida a guidare le istituzioni nei suoi diversi livelli di rappresentanza. Partecipare alla prossima competizione amministrativa senza il simbolo di partito è un suicidio assoluto che la direzione nazionale non dovrebbe consentire anche adottando il provvedimento estremo del commissariamento del partito palermitano. Le elezioni si perdono o si vincono, questa è la democrazia, però il cittadino elettore vota in maniera consapevole riconoscendosi con una forza politica ben definita senza infingimenti o ambiguità.