Sale la febbre ai vertici degli apparati di sicurezza dello Stato, entro breve dovranno essere coperti i posti strategici e si fanno già alcuni nomi. Sei i ruoli importanti da coprire. Non dovrebbero esserci traumi, perché sia a Palazzo Chigi quanto al Viminale pare che abbiano le idee piuttosto chiare. C’è semmai una curiosa vicenda sollevata, sotto traccia, e riguarda nientemeno la direzione della banda musicale dell’Esercito che, a quanto pare, è un posto ambito. C’è chi lamenta che le procedure concorsuali abbiano avuto tempi più rapidi del consueto e si chiede per quale ragione.
Ma andiamo con ordine. Gli incarichi da attribuire sono sei, posti strategici negli apparati di sicurezza nazionale. Ai sei dovrebbe aggiungersi anche una figura inedita, il responsabile per la cybersicurezza (c’è già un nome che circola da tempo, quello di Marco Carrai, molto vicino al premier, capo della società Cys4 specializzata nei sistemi di sicurezza).
Al vertice dell’Aeronautica andrà il sottocapo dello Stato Maggiore Enzo Vecciarelli e alla guida della Guardia di Finanza Giorgio Toschi: la loro nomina viene data per scontata. C’è invero chi non esclude il ritorno dei generali Vincenzo Delle Femmine e Luciano Carta nel novero dei papabili, ma è una ipotesi considerata molto debole.
In polizia, invece, la partita potrebbe essere ancora aperta, a cominciare dalla direzione del Dis, il Dipartimento per l’Informazione e la Sicurezza. Giampiero Massolo, attuale direttore, parte in vantaggio. Dovrebbe succedere a se stesso per altri quattro anni. A contendergli la nomina l’attuale capo della polizia Alessandro Pansa e il commissario del comune di Roma, il prefetto Francesco Paolo Tronca, la cui aspirazione a succedere a Pansa è nota negli ambienti del Viminale. Tronca ha un competitor molto forte proprio nella Capitale, è l’attuale Prefetto Franco Gabrielli. Una chance, infine, viene assegnata a Luciana Lamorgese, che ricopre l’incarico di capo di gabinetto del Ministro dell’Interno, Angelino Alfano.
La successione al vertice dell’Aisi, agenzia di intelligence per la sicurezza interna, rappresenta invece un vero e proprio puzzle. Il generale Arturo Esposito all’Aisi, dovrebbe essere sostituito dal generale Mario Parente, considerato il suo erede, ma ci sono altri candidati che hanno grande appeal nelle stanze dei bottoni. Può contare su estimatori importanti, per esempio, l’attuale comandante Regionale dell’Arma in Toscana, Emanuele Saltalamacchia che tuttavia non ha un cursus honorum che sta alla pari degli altri candidati. Si fanno anche altri nomi.
Il clima, comunque, non è affatto surriscaldato. Il presidente del Consiglio dovrà conferire con il capo dello Stato e definire l’organigramma. Nessun braccio di ferro, perfetta armonia.
Resta aperto il curioso episodio della direzione della Banda dell’Esercito italiano. In questa circostanza, stranamente, il clima è tutt’altro che sereno. Dovrebbe far stare tranquilli tutti gli aspiranti la procedura concorsuale, ma è il contrario, perché si sospetta che il concorso, bandito in tempi molto brevi, abbia un approdo già definito. Niente di nuovo. Non è certo la prima volta che ai concorsi si arrivi con un orientamento ben preciso o che, qualche candidato, costruisca una sorta di atterraggio “critico” in caso di risultato indesiderato.