Ballarò, intrico di degrado, carisma e fascino

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Locus Arte. Alla riscoperta di un quartiere millenario. Ballarò, intrico di degrado, carisma e fascino. Artisti e attori a cambiare il volto di Ballarò a Palermo.

Itinerari di arte urbana, suoni tradizionali, pittura, musica e linguaggi espressivi animeranno il, popolare quartiere palermitano dal 21 aprile al 15 settembre. Un’avventura artistica che Locus Arte, progetto promosso dall’associazione culturale “Officina Ballarò”, intende svolgere all’insegna della solidarietà, riqualificazione urbana, della rivitalizzazione del tessuto sociale e culturale e del contesto storico senza perdere di vista l’identità che contraddistingue la popolare borgata palermitana e il suo mercato notoriamente conosciuto. Tra variopinti e animati vicoletti, angoli oscuri, case basse e diroccate, splendide chiese e le macerie dei palazzi nobiliari ancora sventrati e fatiscenti, Ballarò riscopre con Locus Arte, un modo diverso e nuovo di vivere il centro storico. Suoni tradizionali e musica, riproduzione delle abbanniate, canti popolari e concerti, allieteranno i turisti in visita a Ballarò, dando vita e visibilità al protagonismo culturale folcloristico. Artisti locali e non, attori, cantanti, ballerini, si esibiranno con performance live volte a portare ancora più bellezza al rinomato mercato arabo. Un connubio di colori, sapori, suoni, linguaggi di strada e di tradizioni, veramente unici al mondo. Locus Arte si propone di riconquistare le storie di un quartiere millenario come Ballarò, dove sono passati Arabi, Normanni e Spagnoli, nell’intento di riacquistare il territorio, di trasformare le proprie complessità e contraddizioni in situazioni rigenerative di aggregazione e condivisione tra la comunità. Un modo di amare la propria città in un modello di co-progettazione e co-realizzazione nel racconto dei luoghi più degradati recuperandoli e dando più visibilità per farli diventare una risorsa futura per se stessi e per gli altri. Solo valorizzando costruttivamente il patrimonio storico si potrà avere una comunità attiva, collaborativa e solidale. Un percorso che possa contribuire, in modo determinante, a favorire la crescita delle capacità umane e intellettuali dei cittadini residenti . Un progetto, quello di Locus Arte, volto ad educare le nuove generazioni ad “abitare il quartiere“, inteso come confine, come luogo che identifica l’identità, ma, che, nel contempo, rende più capaci di comprendere e di interagire con le differenze e le diversità. Ballarò, un quartiere e un mercato, l’anima più profonda della multiculturalità dove, nonostante segni di degrado e difficoltà, nonostante l’intrico di rifiuti e la qualdirsivoglia, mantiene il suo fascino. Se non di più. Ballarò, intrico di degrado, carisma e incanto, fu fondato da mercanti arabi provenienti da un insediamento nei pressi della vicina Monreale, Balhara, il cui nome, rimanda anche al termine balalah, “confusione”. Ed è proprio la confusione generata dalle grida o abbanniate dei venditori di mercanzie a rendere ancora più suggestiva l’atmosfera di questo dedalo di viuzze. Ballarò è mercato vivente e integrazione tra popoli e persone. Oggi lo è sempre più di ieri, e domani sempre più di oggi. Palermo al margine, eppure Palermo anche al centro. Arriva così, nell’anno 2018, in cui la Città metropolitana di Palermo è Capitale della Cultura, un programma artistico di integrazione e iniziative culturali locali in uno dei tre mercati storici del capoluogo siciliano all’insegna della legalità, solidarietà e di grande respiro nazionale e internazionale. Saranno più di 50 gli artisti dislocati nelle piazze, biblioteche, chiese, vicoli e palazzi del rinomato Mercato, una sorta di palcoscenico multiforme dove poter assistere a concerti di musica classica, a mostre estemporanee di pittura e fotografiche, esposizioni di giocattoli antichi, di manufatti dell’artigianato siciliano, sfilata di abiti ispirati al tema del Gattopardo, nei diversi giorni programmati. A partire da sabato 21 aprile il volto di Ballarò cambierà all’insegna di uno scenario itinerante, e sfaccettato dal quale usciranno fuori artisti, musicisti, cuntisti e poeti. Un piccolo mondo dove tutto sarà possibile. Ancora spazi di esposizione realizzati nel vicolo Cagliostro per dare visibilità ad alcune collezioni vintage che rappresentano la storia economica-sociale del centro storico di Palermo. Le facciate delle case del Vicolo Cagliostro, faranno da supporto alle opere artistiche realizzate dai giovani dell’Accademia delle Belle Arti e del Liceo Artistico, riqualificando parti degradate del vicolo. Tra gli artisti che racconteranno la storia del Conte Cagliostro, palermitano, avventuriero e cultore di scienze esoteriche, e il suo legame con questo quartiere ci sarà Antonino Gaeta, pittore e fondatore del “Gruppo Siciliano Futurista”. Un filosofo o un ciarlatano? Personaggio del ‘700, Giuseppe Balsamo, questo il vero nome di Cagliostro, famoso in tutta Europa per le sue arti di negromante, rimane ancora oggi per i palermitani un mistero. Un alchimista senza tempo e fondatore di logge massoniche di rito egiziano, un viaggiatore nella storia, quasi mitologico. Nello storico mercato di Ballarò si trova quella che era la sua casa oggi visitata da migliaia di turisti e un’associazione internazionale a suo nome. Nel vicolo Cagliostro, in cui si realizzeranno molte delle iniziative del progetto, in particolare nel mese di giugno alcuni attori in costume d’epoca rappresenteranno la storia del Conte Cagliostro, che ancora fa discutere e appassiona, dopo oltre due secoli.

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