Quando manca la dichiarazione o l’intervista a Enzo Bianco, la Repubblica (siciliana), si sente orfana. Per colmare il vuoto è capace di umane e divine cose. Nell’edizione di martedì, per esempio, ha esternalizzato “l’attività” di vigilanza su fatti e malefatte (quotidiane) del presidente della Regione, ospitando una nota molto critica sulla rivista “Terrà” della Regione proposta in edicola insieme al Sole 24 ore. Un prezioso controllo democratico, non c’è che dire. Determinato, assiduo, tenace, rigoroso, senza se e senza ma. Scova amici, parenti fino alla sesta generazione infiltrati negli uffici pubblici: un pungolo per le autorità di controllo che non possono permettersi pause e distrazioni. Grazie a questa assidua azione di vigilanza, è stato possibile segnalare la consulenza numero 600 alla Corte dei Conti, allertandola opportunamente, perché quando è troppo è troppo.
Certo, può capitare che nella foga i numeri facciano brutti scherzi e si prendano lucciole per lanterne. Capita così che invece di vedere una drastica riduzione di costi e consulenti, si punti sulla “filiera”, mettendoci dentro una fetta della stagione cuffariana. Ma, come si dice, chi mangia fa molliche.
Da alcuni giorni i segugi di Repubblica attendevano al varco l’uscita del periodico Terrà, del quale correvano voci disparate: quanti parenti ci sono dentro, quanti consulenze, quanti giornalisti-portaborse e, soprattutto, come verrà “trattato” il governatore-editore? E infatti, appena sfornata, la rivista è stata passata ai raggi x e, grazie ad una fortunata circostanza – la dichiarazione di Enzo Bianco non pervenuta e sterilità creativa di Vladimiro Crisafulli – ridotta a brandelli. Dovendo affrontare un’attività specialistica, la patologia delle iniziative comunicazionali del governatore, la scelta è caduta su un esperto, Gery Palazzotto, un eccellente blogger prestato alla carta stampata.
Andiamo al nocciolo della questione. Fatto l’esame-finestra, l’analista ha scoperto che il peccato originale del periodico, appena rinato sarebbe il servilismo. Perché? Non c’è un perché, in realtà, ma è come se ci fosse. Nel caso presente un reportage dedicato alla vita agreste del governatore, i suoi cirnechi e cavalli. Le pagine di Terrà sono più di cento, ma quelle quattro che raccontano la campagna di Raffaele Lombardo sono insopportabili, e vanno perciò messe a nudo.
Confessiamo, a questo punto, una nostra leggerezza: apprendere che al Presidente della Regione piacciono i cavalli e i cirnechi e che si dedichi con passione alla campagna, non ci dispiace per niente. Vuol dire che è un essere umano tale e quale come gli altri. Ma Repubblica non è dello stesso parere. La vita agreste di Raffaele Lombardo, scrive, non meriterebbe tanta attenzione, anzi è un alibi fatto per autocelebrarsi. Siccome questo proposito viene attuato con la complicità di altri, i giornalisti, le colpe si allargano e Terrà va “processato”.
“Il Lombardo-pensiero catturato nella landa libera di Ramacca dal giornale di cui lo stesso Lombardo è il dominus”, annota l’autore con piglio savoiardo e determinazione travagliesca, “corrisponde alla carcassa di un giornalismo che non è neanche rottamabile, tanto è consunto”.
Irredimibile, dunque. Terrà è l’icona di tutto ciò che circola attorno alle oasi di giornalismo duro, puro e indipendente (anche dai fatti). “Politici, portaborse, addetti stampa, simpatizzanti, consulenti, dovranno capire”, ammonisce infatti l’autore, “che lo spot più efficace è quello a pagamento”.
Le ragioni di questa asserzione, che sembra a prima vista, ma solo a prima vista, una cosa senza né capo né coda? Le pagine siciliane di Repubblica, e di altri quotidiani regionali, ospitano in questi giorni i costosi“spot” del servizio civile promosso dalla Regione siciliana: sono redazionali stile anni Cinquanta corredati dalla foto formato tessera, e a colori, del direttore del dipartimento competente (sulla cui efficacia incentivante nutriamo qualche perplessità, ma non sono affari nostri). Permettono di incassare soldi pubblici a profusione, facendo felici anche gli editori-vigilantes, come Repubblica.
Terrà manifesta altre tare. E’ un luogo di raccolta di portaborse. E su questa asserzione dobbiamo spendere qualche parola.
E’ innegabile che anche in Terrà potrebbero essercene, ma per il fatto che i portaborse sono una categoria dello spirito. Ci spieghiamo meglio: a nostro avviso si trovano ovunque – nelle istituzioni, negli uffici, nelle fabbriche, nei giornali, sul web - svolgono indifferentemente professioni liberali e attività manuali, esercitano ruoli e funzioni diverse senza perdere l’appartenenza. Si può essere direttore o redattore capo di un giornale, tanto per fare un esempio, e portaborse. O fattorino, commesso, puliziere in un giornale e non essere al servizio di alcuno.
Sospettare di servilismo coloro perché hanno realizzato Terrà, dunque, è azzardato: sarebbe come estrapolare dal contesto un evento di per sé marginale. O come sospettare il redattore capo delle pagine “ordinali”di Repubblica, di volere punire Raffaele Lombardo per il rifiuto opposto alla costruzione dei termovalorizzatori miliardari, rifiuto non gradito alla Falk, segnatamente a Jaranda Falk, editore di Repubblica. Un sospetto inqualificabile, degno di uno squadrista gossipparo di infima specie. Dagospia inorridirebbe.
L’articolo di Repubblica, tuttavia, ha il pregio di fare sapere che la rivista Terrà c’è. E permette a chi ne ha voglia di faresi un’idea del prodotto. A nostro avviso è un magazine di eccellente fattura, può essere sfogliato in qualsiasi parte del mondo senza farci vergognare.
Da decenni circolano in Sicilia impunemente riviste “istituzionali” proposte da grandi e piccoli comuni, province ed enti di varia natura, senza che alcuno abbia alcunché da obiettare. Costosi periodici ospitano “marchette” a profusione di politici e capitani d’industria. Non li legge nessuno, hanno una missione (impossibile) da compiere: regalare ai padrini politici un momento di gloria. Possibile che Terrà sia “Monnezza”, segno di decadenza etica e tutto il resto brilli di luce propria?
E’ vero, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, ma come non ricordare a chi ha “massacrato” Terrà appena arrivato in edicola, che circola tanta monnezza senza che alcuno se ne sia lamentato? Dare uno sguardo alla rivista fresca di stampa potrebbe essere di qualche utilità per capire come va il mondo.
Suggeriamo dell’altro, mentre ci siamo. Non sarebbe il caso di darsi una calmata, rispettando il lavoro altrui tanto quanto il proprio? La critica è sacrosanta, l’insulto no. Di questo passo, i giornalisti – tutti quanti - rischiano di ritrovarsi intruppati solo in due categorie, quella dei maggiordomi e l’altra, dei killer. Non è una bella prospettiva. Per nessuno.
"... gli articoli di siciliainformazioni che hanno il merito di aprirci gli occhi..."
è vero, dimenticavo che anche i lobotomizzati stanno con gli occhi aperti...ma col cervello chiuso
Come mai questa difesa a spada tratta di Terrà e di conseguenza del nostro governatore?
E perché no? Quando si rilava che Repubblia adotta un critirio di diffamazione, che badi bene non è contro Lombardo persona, ma contro qualunque soggetto politico che avrebbe la pretesa di sovvertire l'ordine costituito, un siciliano degno di questo nome ne difende l'operato; personalmente concordo pienamente con S.I.. Questa mia affermazione è il frutto delle considerazioni logico deduttive che gli eventi siciliani e, della gestione del sud Italia evidenziano chiaramente, la conduzione della Campania di questa sinistra che Repubblica rappresenta ne è la prova lampante; quella, a loro modo, è classe dirigente che deve esprime il sud, quella straccione che mantiene di fatto la sudditanza culturale di un territorio e che consente a Repubblica di teorizzare sulla cultura mafiosa e criminale del popolo siciliano e del sud italia in genere, e che mantiene inalterato l'ordine costituito.
Il quale prevede che i vertici della classe dirigente devono avere una precisa collocazione territotiale, non intendo la residenza civile ma di quella politica, i politici siciliani, indipendentemente dalla loro appartenenza, devono assumenre l'identità di subordinati, viceversa diventano pericolosi per gli interessi del nord; Lombardo in questo senso è un pericolo da abbattere, chi non comprede ciò deve spiegarmi quali le ragioni di tanto accanimento, SEl ed IDV oppure il PD quali scelte politiche contestano? Che lo dicano chiaramente se voglio essere credibili ma, a loro questo non interessa quanto invece applicare il metodo Boffo, anche loro e peggio delle altre testate di cui contestano, con la loro tipica saccente ipocrisia, la legittimità di questi metodi, quando questi sono adottati da altre testate seppur dell'ambito dell'effimero che prende il nome di gossip.
Caro amico Repubblica getta la maschera e ci indica chiaramente le intenzioni politiche e programmatitche di una certa area, che pretende dalla Sicilia testa bassa che poi è il ruolo che fino ad oggi abbiamo conosciuto pagando prezzi altissimi, a quali molti cominciano a non volere più sottostare, io sono tra questi, gli elettori di sinistra invece.........?
Zetan
A proposito di servilismo e di testate asservite al "padrone" di turno, ritengo interessante sottolineare come la Vostra testata giornalistica "SICILIAINFORMAZIONI" non perda mai occasione per fare difese d'ufficio dell'attuale Governatore siciliano.
Ritengo che un minimo di decenza possa essere richiesta tanto alla redazione siciliana del giornale "La Repubblica", quanto al Vostro giornale on line.
Il continuo, incessante e vergognoso attacco ai quotidiani che non parlano troppo bene del Presidente Lombardo certamente non vi rende migliori dei giornalisti che voi stessi criticate.
Limitatevi, quindi, a raccontare fatti e verità e ci accorgeremo tutti che chi difendete non è certamente da santificare.
credo che l'autore del presente articolo abbia voluto solo mostrare, come a dir la verità è sempre stato fatto, come l'indignazione verso certa stampa usata come arma mediatica ha raggiunto ormai livelli esasperanti. A tal punto che, gridando allo scandalo, si corre il rischio di passare per difensori di una parte piuttosto che di un'altra. Il gentile commentatore guarda il dito e non la luna. Vuole soffermarsi su una presunta, e magari forse veritiera, simpatia verso il governatore lombardo, e tralasciare la guerra politica che il secondo giornale nazionale ha dichiarato a lombardo. Il dito e non la luna, cari lettori, siamo abituati ad osservare, ad analizzare con scrupolosa attenzione, gridando noi allo scandalo perchè il dito è così, il dito è cosà...
Ma per favore, accomunare i killeraggi di repubblica agli articoli di siciliainformazioni che hanno il merito di aprirci gli occhi è, a mio avviso, puro autolesionismo. Non me ne voglia il commentatore se uso un termine un pò forte, ma abbiamo ormai il cervello lobotomizzato da certa stampa, anzi dalla stampa di prim'ordine italiana, il che è ancora più aberrante. L'indignazione dovrebbe dilagare come un fiume che esonda, e portarci ad una qualsivoglia forma di ribellione. Ma noi guardiamo il dito, e la luna se la pappano gli altri!
A proposito di servilismo e di testate asservite al "padrone" di turno, ritengo interessante sottolineare come la Vostra testata giornalistica "SICILIAINFORMAZIONI" non perda mai occasione per fare difese d'ufficio dell'attuale Governatore siciliano.
Ritengo che un minimo di decenza possa essere richiesta tanto alla redazione siciliana del giornale "La Repubblica", quanto al Vostro giornale on line.
Il continuo, incessante e vergognoso attacco ai quotidiani che non parlano troppo bene del Presidente Lombardo certamente non vi rende migliori dei giornalisti che voi stessi criticate.
Limitatevi, quindi, a raccontare fatti e verità e ci accorgeremo tutti che chi difendete non è certamente da santificare.
Condivido la riflessione e aggiungo: quanta distanza esiste fra l'attuale enorme crisi di agricoltura e dintorn, in Sicilia e non solo, e le sfavillanti pagine della nuova versione di Terrà!?
A proposito di servilismo e di testate asservite al "padrone" di turno, ritengo interessante sottolineare come la Vostra testata giornalistica "SICILIAINFORMAZIONI" non perda mai occasione per fare difese d'ufficio dell'attuale Governatore siciliano.
Ritengo che un minimo di decenza possa essere richiesta tanto alla redazione siciliana del giornale "La Repubblica", quanto al Vostro giornale on line.
Il continuo, incessante e vergognoso attacco ai quotidiani che non parlano troppo bene del Presidente Lombardo certamente non vi rende migliori dei giornalisti che voi stessi criticate.
Limitatevi, quindi, a raccontare fatti e verità e ci accorgeremo tutti che chi difendete non è certamente da santificare.
ihihi colpito e affondato :D bravo!
A proposito di servilismo e di testate asservite al "padrone" di turno, ritengo interessante sottolineare come la Vostra testata giornalistica "SICILIAINFORMAZIONI" non perda mai occasione per fare difese d'ufficio dell'attuale Governatore siciliano.
Ritengo che un minimo di decenza possa essere richiesta tanto alla redazione siciliana del giornale "La Repubblica", quanto al Vostro giornale on line.
Il continuo, incessante e vergognoso attacco ai quotidiani che non parlano troppo bene del Presidente Lombardo certamente non vi rende migliori dei giornalisti che voi stessi criticate.
Limitatevi, quindi, a raccontare fatti e verità e ci accorgeremo tutti che chi difendete non è certamente da santificare.
io l'articolo di repubblica non l'ho nemmeno letto... però uno sulla vita in campagna di lombardo mi incuriosisce moltissimo,
magari scopro che dietro il governatore di ghiaccio c'è un uomo che zappa la terra...come me...
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