La Sicilia e i siciliani fanno notizia, sempre. Basta che si girino sulla sedia e guardino dal lato sbagliato, ed ecco che qualcuno li fotografa ed è pronto a raccontare – con testo ed immagine - che stavano girandosi a sinistra nel momento in cui occorreva guardare a destra, perché era da quella parte che dovevano prestare attenzione.
Non è persecuzione, antipatia, pregiudizio: niente di tutto questo, l’informazione “divora” tutto ciò che è siciliano perché fa notizia. Ciò è trascurabile quando capita ad altri, diventa importante se capita ai siciliani. I quali godono di grande visibilità, a patto che facciano fesserie.
Sono incolpevoli, allora? No, non lo sono.
I siciliani, confessiamolo, una mano per guadagnare la prima pagina la danno volentieri: sono poco accorti, superficiali, e quando si sentono accerchiati ed impotenti la loro intelligenza emotiva – relazionale, insomma – la comprensione dei fatti si allenta, subisce una pausa.
CONDIVIDO PAROLA PER PAROLA, PERFINO LE PAROLE NON DETTE!
non comprate macchine fiat
I siciliani hanno un grande torto, quello di cercare (in Sicilia) sempre le scorciatoie, cercando di farsi spalleggiare dal potente di turno. Questo vizio è tanto vecchio quanto la storia della Sicilia o meglio della Magna Grecia di cui la Sicila è parte.
I Siciliani (con l'iniziale maiuscola) che non hanno cercato le scorciatoie, con dignità ed onestà sono andati a cercare lavoro (vero) altrove, a Mirafiori, ad Arese, a Worlsburg, a Stoccarda, a Monaco ovvero in quei posti dove i "panzaparata" politici non contavano un tubo.
La Sicilfiat è stata una illusione, merce di scambio fra una azienda furbastra ed una classe politica ladrona. I lavoratori della Fiat di Termini, sono caduti nel tranello, ordito da Marchionne & Co. per trovare l'opportunità per squalificare degli onesti lavoratori (con qualche vizietto).
Oggi ha ragione la FIOM , che non accetta un altro baratto o meglio un altro ricatto, ma i lavoratori devono ricordarsi che qualunque cosa possa accadere in futuro, la globalizzazione è il vero nemico dei lavoratori italiani e le bucce di banana su cui scivolare sono sempre pronte, c'è chi ha per mestiere quello di cercare di fare scivolare gli altri.
Non parliamo poi di quei citrulli che si sono riuniti a Pontida sperando che la Lega Nord, difenda i posti di lavoro a Mirafiori.
Anchè lì è pronto lo stesso ricatto della Sicilfiat, travestito e con le corna padane e lo spadone di Alberto da Giussano, solo folklore per rincoglionire i beduini padani che non si rendono conto che la globalizzazione fotterà pure loro!
CONDIVIDO PAROLA PER PAROLA, PERFINO LE PAROLE NON DETTE!
Complementi Direttore per la precisa lettura degli avvenimenti e le conseguenze prodotte..
L'imprenditoria in questi anni è andata avanti e avendo avuto la fortuna di partecipare ad alcune riunioni a Milano con consulenti aziendali di un certo livello, vi posso confermare che per alcuni settori, la strada è già tracciata da tempo mentre fuori dal tempo sono gli interventi politici (assoluta incompetenza nel settore) o dei sindacati (si loro sono proprio fuori dal tempo..) risultano spesso ridicoli, scontati e di consistenza tecnica nulla.
Diciamo considerazione in una eventuale trattativa .. nulla.
Se a questo aggiungiamo anche l'ipotetico "tranello" della partita, si rivelano tutti i limiti nel dovere gestire una situazione di crisi o addirittura intraprendere iniziative a trovare soluzioni comuni.
Lo spirito di persecuzione noi siciliani lo abbiamo innato e sottolineo questo pur condividendo alcuni eccessi di focalizzare negativamente su un territorio e su un popolo che potrebbe rappresentare una piccola nazione, poiché trovare alibi (e su questo il Direttore Parlagreco ha sottolineato bene l'effetto) non fa che peggiorarne la situazione, creare quel sistema per cui è impossibile "cambiare" qualcosa in Sicilia poiché "LORO" hanno deciso così. E questo atteggiamento o mentalità persiste nel popolo comune o tra l'élite dove appunto i ricorsi storici servono a giusto richiamo e comprova di un limite di intervento e soluzione del problema.
Si l'orgoglio può fare la sua parte ma ben poca cosa se devo sponsorizzare la garanzia di un posto di lavoro che nel privato non esiste e nel pubblico "deve" essere un atto dovuto, tralasciando come si possa essere entrati in alcune liste di precari.. o in alcuni comparti dove l'esubero rasenta il limite dell'accettazione, dove devi difendere l'indifendibile, dove i casi di impegno ed abnegazione al lavoro sono in percentuale inferiore e quindi purtroppo soffrono della globalizzazione (/anche qui) di trovare una soluzione ahimé politica collettiva.
Come puoi accettare che se 20 anni fa in un comune di circa 10.000 abitanti (senza computer..) lavoravano dai 30 ai 40 dipendenti, oggi ce ne vogliono 100/120. Il budget di un comune oggi serve solo a pagare gli stipendi dei dipendenti e per i servizi, le scuole ed altro, si rimanda a tempi migliori. Qualunque sforzo viene chiesto al cittadino è diretto a garantire gli stipendi di impiegati comunali, vari ATO etc etc. Il miglioramento dei servizi, cioè la giusta evoluzione e conquista sociale, si va a benedire.
Allora, non esistono soluzioni??
Beh, non dovremmo essere noi commentatori a rilevarlo (come giustamente mi ha indicato un amico commentatore qualche giorno fa..) ma come cittadini abbiamo il dovere e la responsabilità di farlo attraverso i nostri rappresentanti (cioè LORO) che scegliamo coscientemente.. e che quindi se ci accorgiamo del danno che subiamo, dobbiamo scegliere con più dignità, quella che merita un evento che determina la nostra rappresentanza. Se i una riunione importante (anche quella di condominio) in mia assenza cerco di scegliere il migliore che possa rappresentare i miei punti di vista,l non vedo perché non dobbiamo fare lo stesso per il voto democratico che è il momento più alto della mia espressione etica, civile che determini il livello di cultura che mi piace presentare nel contesto in cui si decide il futuro di un popolo e dove si amministrano "soldoni" che riguardano anche la mia tasca.
Se si crea una linea guida e quindi un punto di riferimento con un obiettivo da raggiungere concretamente e delineare un orizzonte colmo di iniziative atte a realizzare un cambiamento dal vecchio sistema senza futuro, allora qualche cosa di positivo comincerà a prospettarsi, in caso contrario, scriveremo tante altre pagine di assuefazione storica e di una mentalità chiusa a guardarsi intorno in mezzo ad un mare senza fine ..
Un caro saluto
MX
i sicilianuzzi
non hanno inventiva, spirito organizzativo, spirito imprenditoriale.
sono figli della mentalità che cerca sempre di scavalcare il prossimo
e la corsia preferenziale.
bleah.
I siciliani hanno un grande torto, quello di cercare (in Sicilia) sempre le scorciatoie, cercando di farsi spalleggiare dal potente di turno. Questo vizio è tanto vecchio quanto la storia della Sicilia o meglio della Magna Grecia di cui la Sicila è parte.
I Siciliani (con l'iniziale maiuscola) che non hanno cercato le scorciatoie, con dignità ed onestà sono andati a cercare lavoro (vero) altrove, a Mirafiori, ad Arese, a Worlsburg, a Stoccarda, a Monaco ovvero in quei posti dove i "panzaparata" politici non contavano un tubo.
La Sicilfiat è stata una illusione, merce di scambio fra una azienda furbastra ed una classe politica ladrona. I lavoratori della Fiat di Termini, sono caduti nel tranello, ordito da Marchionne & Co. per trovare l'opportunità per squalificare degli onesti lavoratori (con qualche vizietto).
Oggi ha ragione la FIOM , che non accetta un altro baratto o meglio un altro ricatto, ma i lavoratori devono ricordarsi che qualunque cosa possa accadere in futuro, la globalizzazione è il vero nemico dei lavoratori italiani e le bucce di banana su cui scivolare sono sempre pronte, c'è chi ha per mestiere quello di cercare di fare scivolare gli altri.
Non parliamo poi di quei citrulli che si sono riuniti a Pontida sperando che la Lega Nord, difenda i posti di lavoro a Mirafiori.
Anchè lì è pronto lo stesso ricatto della Sicilfiat, travestito e con le corna padane e lo spadone di Alberto da Giussano, solo folklore per rincoglionire i beduini padani che non si rendono conto che la globalizzazione fotterà pure loro!
Complimenti per l'articolo, riguardo alla situazione di Termini Imerese, dispiace immensamente che una realta' cosi' importante in Sicilia si destianata a chiudere, con relative consaguenze per dipendenti ed indotto, ma volevo ricordare che la sudetta fabbrica si è sempre distinta da anni per un tasso di assenteismo nettamente superiore alla media delle altre, per non parlare poi della percentuale di difetti ed imperfezioni risulatante dalle auto prodotte in quello stabilimento.
Quindi altro che convincere tutti che a Termini Imerese si fanno automobili con diligenza e competenza, purtroppo anche in questo caso, noi Siciliani, con i nostri pregi, ma in questo caso soprattutto difetti, ritengo che siamo gli artefici del nostro destino.
Gabriele Miele.