I cognomi come brand: Licitra, Ravidà, Aliberti, Palma

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Licitra

(come Salvatore Licitra, tenore di fama internazionale)

E’ cognome di origine linguistica siciliana, deriva da “li citra” (i cedri), diventato Licitra per agglutinazione dell’articolo “li” con il nome “citra”; è probabilmente un soprannome riferito a capostipite dedito alla coltivazione o al commercio di cedri, una delle tre specie di agrumi, assieme al pomero e al mandarino, da cui derivano tutti i membri del gruppo oggi conosciuti. Licitra è diffuso soprattutto nel ragusano (Ragusa, Vittoria, Acate, Comiso, ecc.), nel catanese (Catania, Ramacca, Gravina di Catania, ecc.), nel siracusano (Rosolini, Siracusa, Palazzolo Acreide, ecc.), nel palermitano (Bagheria, Valledolmo, Caccamo, ecc.); è diffuso, inoltre, con piccoli ceppi, qua e là, in alcune regioni italiane (Lombardia, Lazio, Toscana, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Campania, Emilia-Romagna.

Riferimenti storici e personaggi.   Licitra è un cognome tipicamente ragusano riportato in documenti d’archivio sin dalla prima metà del 1500: si tratta soprattutto di atti notarili rogati in occasione di compravendita di terreni o animali, eredità e diritti. SALVATORE LICITRA, nato a Berna, in Svizzera, (10/8/1968) da genitori di Acate (RG) emigrati per motivi di lavoro, trascorse la sua adolescenza prima a Nova Milanese, poi a Cinisello Balsamo. Tenore di fama internazionale, nel corso della sua carriera ha lavorato con grandi maestri come Riccardo Muti e Daniel Oren, ha cantato al teatro alla Scala a Milano, all’Arena di Verona, al Liceu di Barcellona, a Madrid, in Giappone, negli Stati Uniti. Il palcoscenico della Metropolitan Opera di New York gli si aprì inaspettatamente nel 2002 quando sostituì Luciano Pavarotti in Tosca: fu un grande successo. Da allora aggiunse numerosi ruoli al suo repertorio con risultati di alto livello artistico. Ricoverato all’ospedale Garibaldi di Catania per un grave incidente avvenuto a Donnalucata, frazione di Scicli, vi morì il 5 settembre 2011, all’età di 43 anni. GIOVANNI LICITRA (Rosolini), ingegnere impegnato nel campo delle energie rinnovabili, fa parte del programma T.E.M.P.O. (Training in Embedded Predictive control and Optimization, Formazione in sistemi predettivi integrati e ottimizzazione). Studia per il dottorato di ricerca all’Aia (Paesi Bassi) presso l’azienda Ampyx e collabora principalmente con l’Università di Friburgo (Germania): il suo compito è quello di ottimizzare sistemi di nuova concezione che producono energia da fonti rinnovabili di tipo eolico. Tali sistemi sono noti al mondo con il nome di Airborne Wind Energy System (AWES).

Ravidà

(come Nicola Ravidà, già deputato e assessore regionale)

Ravidà è un cognome di origine greca, è un agentis o epanghelmatico, cioè un cognome ( significante mestiere; deriva dal greco “ravdas”, legato al termine ραβδί (ravdì) = bastone; è probabilmente riferito al mestiere del capostipite ( Daniele Macris). Esso è diffuso in poco meno di sessanta comuni, con un ceppo principale in Sicilia e ceppi meno consistenti in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana; piccoli gruppi si trovano anche nelle altre regioni italiane. Nell’Isola ha molte frequenze in particolare nel messinese (Castroreale, Barcellona Pozzo di Gotto, Messina, ecc.), e nuclei sparsi nel catanese (Catania, San Giovanni La Punta, San Pietro Clarenza, ecc.), nel ragusano (Acate, Modica, Ragusa), nell’agrigentino (Menfi), nell’ennese (Regalbuto), nel palermitano (Palermo, Collesano)

Riferimenti storici e personaggi. La famiglia Ravidà Godette nobiltà in Salemi e in Trapani. Un Riccardo fu giurato in Salemi nel 1413; un Giacomo fu senatore in Trapani negli anni 1584-85, 1588-89; un Nicolò tenne la stessa carica in detta città nel 1592-93; un Tommaso la tenne nel 1633-34; un Antonio possedette la Tonnara del Palazzo in Trapani. Nei registri dell’anagrafe di Marsala del periodo 1315/1640 è iscritto un Ravida Antonius. Nel comune di Menfi c’è Villa Ravidà, uno dei più imponenti edifici neoclassici della provincia di Agrigento. L’elegante edificio, affacciato su un cortile del centro storico di Menfi, venne realizzato intorno all’ultimo quarto del secolo XVIII dalla famiglia Ravidà Ferrantelli come residenza estiva.

ALOISIO RAVIDA’: vuole il Ventimiglia che sia nato nel 1443 sotto il regno di Alfonso di Castiglia; il padre Riccardo Ravidà, chiamato anche Rabbatà, fu baiulo (magistrato) della città di Trapani. Aloisio fu frate carmelitano e soggiornò per molti anni nel convento di Caltagirone, poi fu priore del convento di Randazzo, città che evangelizzò con la parola e con l’esempio. Qui concluse la sua vita, trafitto da una freccia in fronte scoccata da un fratello di un frate corrotto che Aloisio aveva richiamato al suo dovere: morì l’8/5/1503 sotto il regno di Ferdinando detto il Cattolico; nel 1750 venne aperta la causa per la sua beatificazione. NICOLA RAVIDA’(Roma 13/3/1938 – Palermo 13/2/2014), giornalista pubblicista, politico, esponente di primo piano della DC siciliana, deputato all’Assemblea Regionale Siciliana ininterrottamente dal 1976 al 1991(dall’VIII alla X Legislatura): è stato assessore al Bilancio e alle Finanze, poi, in tre governi, assessore all’Agricoltura. E’ stato sindaco di Sciara (PA) e ha scritto a lungo per il Giornale di Sicilia come esperto di agricoltura, forte dell’esperienza e della competenza acquisite in gioventù come dirigente della Coldiretti e vice presidente nazionale della Federazione agrumicultori. Conclusa l’esperienza parlamentare, si era dedicato alle relazioni internazionali nella promozione di rapporti di scambio fra Sicilia e mondo arabo.

Aliberti

(come Lucia Aliberti, soprano)

Aliberti deriva dal nome personale germanico “Alipertus”, presente in Italia fin dal VII secolo, diventato poi Alibertus ed, infine, Alberto. La sua etimologia ci riporta ai termini germanico-romanzi “alja” ( che significa del tutto, molto) e “bertha” (che significa illustre, famoso, splendente). Il suo significato originario sarebbe, quindi, “molto famoso”.

E’ un cognome molto diffuso in Campania, nel napoletano e nel salernitano (il comune di Siano (SA) ne è stato il centro di maggiore diffusione), è diffuso inoltre in tutte le regioni italiane, con frequenze più numerose in Piemonte, Sicilia, Lombardia, Lazio, Marche, Puglia, ecc. Nell’Isola ha un ceppo numeroso nel messinese (Barcellona Pozzo di Gotto, Rodi Milici, Messina, Santa Teresa Riva, ecc.) e ceppi meno consistenti nel catanese (Catania, Misterbianco, San Giovanni La Punta, ecc.), nel palermitano (Contessa Entellina, Palermo, Castelbuono, ecc.), nel siracusano, nel trapanese, nell’ennese.

Riferimenti storici e personaggi – GIOVANNI CARLO ALIBERTI (Canelli 1662 – Asti, circa 1740), pittore; la sua attività assai fervida, si sviluppò nell’ambito della sua regione. E’ noto come decoratore di cappelle ad Asti (cupola di Sant’Agnese, cupola di San Martino, affreschi di Sant’Agostino), Alessandria (cappella del duomo), Cuneo (Santa Chiara), Cherasco. Fu cultore della prospettiva e fu molto influenzato dai bolognesi. CARLO FILIPPO ALIBERTI (Asti 1710 ca/1770), figlio di Giovanni Carlo. Fu architetto civile e teatrale; collaborò con Benedetto Alfieri a Torino come progettista. Gli viene attribuita la facciata della Chiesa di S. Teresa a Torino. GIUSEPPE AMEDEO ALIBERTI (Asti 1710 ca/1772), altro figlio di Giovanni Carlo; fu letterato, pittore e scultore (è conosciuto come Abate Aliberti). Di lui ci è nota solo una Sacra Famiglia nella Chiesa del Carmine a Torino. LUCIA ALIBERTI (Messina 19/10/1956), soprano lirico-drammatico, è considerata una delle artiste più complete della sua generazione. Ha studiato con Luigi Ricci a Roma, con Alfredo Kraus, con il maestro Herbert Von Karajan a Berlino e a Salisburgo. Musicista e compositrice, oltre che al canto, si è dedicata allo studio del pianoforte e di altri strumenti musicali (chitarra, fisarmonica, violino, mandolino, ecc.); ha composto molti brani per clarinetto, flauto e voce. Ha cantato nei maggiori Teatri d’Opera e Concert Hall del mondo, si è esibita nelle più importanti Sale di Concerto. E’ considerata una specialista nel repertorio belliniano, canta le opere di Donizetti, Rossini, Verdi. A Roma ha cantato per il papa Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo mondiale per le famiglie

Palma

(come Nitto Francesco Palma, ministro della giustizia nel governo Berlusconi IV)

Palma deriva dal nome tardo latino Palma, tradizionalmente attribuito ai bambini nati la domenica delle Palme: la palma è simbolo della vittoria e del trionfo di Cristo, ma anche simbolo di vittoria per i fedeli, i santi e i martiri. Essa era nell’antica Roma emblema della gloria militare e della vittoria e i greci la chiamavano “foinix”, fenice, il mitico uccello che rinasceva dalle sue ceneri; la palma era simbolo di resurrezione e di immortalità. Potrebbe anche derivare da toponimi come Palma di Montechiaro (AG), Palma (PA), Palma Campania (NA), Palmas (Sardegna).

Cognome diffuso in 1113 comuni italiani, molti dei quali concentrati in Campania; con ceppi meno consistenti si trova anche in Puglia, Lazio, Lombardia, Veneto, Sicilia, Piemonte, Abruzzo, Toscana, ecc. Nell’Isola è presente in tutte le province, in particolare nel catanese (Catania, Aci Castello, Acireale, ecc.), nel palermitano (Palermo, San Cipirello, Trabia, ecc.), nel messinese (Messina, Giardini Naxos, Venetico, ecc.), nel siracusano (Siracusa, Floridia, Rosolini, ecc.), nel trapanese (Castelvetrano, Marsala, San Vito Lo Capo, ecc.).

Riferimenti storici e personaggi – Si vuole questa famiglia originaria della Normandia (Francia) e trapiantata a Nola dopo il 1000; ebbe poi il dominio delle terre di Palma Campania. Una scrittura del 1190 definisce questa famiglia benefattrice e caritatevole, per aver fondato a Nola la chiesa di San Pietro e Paola. Fra i suoi esponenti vengono ricordati: MATTEO PALMA, vescovo di Otranto, che nel maggio del 1253 partecipò a Monreale all’incoronazione di re Manfredi; BERNARDO PALMA, vescovo di Rapallo nel 1315; MICHELE PALMA, arcivescovo di Chieti nel 1737. PAOLO PALMA (Cosenza 30/5/1952), giornalista, storico e politico; parlamentare alla Camera dei deputati nella XIII Legislatura – Gruppo Popolari e Democratici – L’Ulivo, è stato capo della segreteria politica del Partito Popolare Italiano con il segretario Gerardo Bianco.

GIOVANNA PALMA (Napoli 11/8/1974), politica e parlamentare alla Camera dei deputati nella attuale XVII Legislatura, Gruppo Partito Democratico. E’ componente della XIII Commissione Agricoltura, della Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlate, della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del militare Emanuele Scieri. NITTO FRANCESCO PALMA (Roma 3/3/1950), magistrato e politico; è stato ministro della giustizia nel IV governo Berlusconi, dal 27/7/2011 al 16/11/011. Nello stesso governo ha ricoperto la carica di sottosegretario al Ministero dell’interno dal 12/5/2008 al 26/7/2011. E’ stato parlamentare alla Camera dei deputati nella XIV Legislatura, è senatore della Repubblica dalla XV all’attuale XVII Legislatura, Gruppo Forza Italia – PDL. E’ membro del Gruppo Forza Italia-PDL, membro della Giunta per il Regolamento e membro della II Commissione Giustizia del Senato (dal 7/5/2013 al 20/1/2016 ne è stato presidente)

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