Scalisi
(come Lina Scalisi, storica e accademica)
Scalisi (varianti Scalesi, Scalise, Scalese) deriva dall’etnico di Scalea, comune calabro in provincia di Cosenza, o di Madonna della Scala, in provincia di Bari: ha toponimi in varie località del meridione, in Catania, Palermo, Messina, Salerno. È un cognome diffuso in poco più di 200 comuni molti dei quali localizzati in Sicilia; altri si trovano in molte regioni italiane fra cui Lombardia, Lazio, Piemonte, Emilia-Romagna, Liguria, ecc. Nell’Isola è presente in tutte le province, in particolare nel catanese (Adrano, Catania, Castel di Iudica, ecc.), nel palermitano (Palermo, Bagheria, Corleone, ecc.), nel messinese (Floresta, Ucria, Messina, ecc.), nel trapanese (Salemi, Alcamo, Vita, ecc.), nell’ennese (Centuripe, Nicosia, Regalbuto, ecc.) nel siracusano (Lentini, Melilli, Carlentini, ecc.).
Riferimenti storici e personaggi – Tracce di questa cognominizzazione si trovano in Sicilia, nel 1257, con un Nikolàu Skaloisi. Sembra che una famiglia Scalisi abbia goduto di nobiltà in Messina nei secoli XIII – XIV- XV; possedette il feudo Condrò; un Alberto Scalisi fu senatore a Messina negli anni 1437/38 e 1465/66.
LINA SCALISI (Adrano 4/5/1958), storica a accademica, professore associato di storia moderna presso il Dipartimento di scienze umanistiche dell’Università di Catania. La sua attività di ricerca è principalmente focalizzata sulla storia politica e culturale dell’aristocrazia europea in età moderna e sulla storia culturale del Potere. Molti gli incarichi istituzionali: delegata del rettore per le politiche comunitarie e internazionali del Polo Umanistico; coordinatrice istituzionale Erasmus d’ateneo; direttore dell’ISMES (Istituto Meridionale di Storia e Scienze sociali); membro di numerosi convegni nazionali e internazionali. MARIA SCALISI (Roma 1971), filosofa, teologa, scrittrice, ordinaria del Coordinamento Teologhe Italiane, esperta nel pensiero e nelle opere dei Padri della Chiesa e in particolare nell’interpretazione dei testi agostiniani: è impegnata nella ricerca sulla metafisica del Bello. E’ autrice del libro “La bellezza in Agostino d’Ippona, poter educare attraverso il bello sensibile al Bello immutabile” (2009); insegna Teologia Morale (etica ed estetica). SALVATORE SCALISI (Catania 19/2/1959), scrittore, antiquario: ha scritto parecchi romanzi e e-book riscuotendo un notevole successo. Fra i titoli ricordiamo: “Sperlinga. Città antica di Sicilia” (2008), “L’ispiratrice”(2009), “La mente del diavolo”(2010), “Relazione di sangue “(2014), “L’uomo dei piccioni”(2014), “Nelle mani di nessuno”(2016).
Magno
(come Michele Magno, sindacalista e politico)
Magno deriva, direttamente o attraverso toponimi, dal cognomen latino Magnus; in alcuni casi discende da soprannomi collegati con il vocabolo “magnus” (aggettivo latino che significa grande); in greco Magno veniva usato come epiteto aggiunto al nome per sottolineare il valore, soprattutto morale, di una persona (Carlo Magno, San Gregorio Magno, ecc.)
Il cognome Magno è diffuso in poco più di 400 comuni di tutta l’Italia, con rilevanti presenze soprattutto in Puglia, Campania, Sicilia, Calabria, Basilicata, ma anche, Lombardia, Lazio, Piemonte, Emilia-Romagna, Abruzzo, ecc. Nell’Isola è presente in tutte le province, soprattutto nel palermitano (Palermo, Misilmeri, Borgetto, ecc.), nel messinese (Messina, Scaletta Zanclea, Tusa, ecc.), nel catanese (Catania, Aci Sant’Antonio, Gravina di Catania, ecc.), nell’ennese (Regalbuto, Valguarnera Caropepe, Catenanuova), nel ragusano (Vittoria, Modica, Ragusa). Ha come varianti Magni, Magnini, Lo Magno.
Riferimenti storici e personaggi – Nel “Dizionario storico-portatile di tutte le venete patrizie famiglie”, di Giuseppe Bettinelli, 1780, si riporta che una famiglia Magno passò da Roma a Venezia all’epoca della fondazione della città lagunare. Essa diede alla Repubblica numerosi tribuni che parteciparono al Maggior Consiglio: GIOVANNI MAGNO (secc.XIII-XIV) – ecclesiastico vescovo di Equilio (oggi Jesolo) nel 1306. MARCANTONIO MAGNO (1480-1549) – cittadino veneziano, scrittore di vaglia, autore di un poema intitolato “I Sette libri Sibillini”. dove esalta la sua famiglia, discendente dalle famiglie patrizie della città. CELIO MAGNO (1536/1602) – poeta italiano figlio di Marcantonio; fu in contatto con i principali poeti e letterati veneti dell’epoca. GIOVANNI MAGNO (Linkoping 19/3/1488 – Roma 21/3/1544), arcivescovo cattolico, teologo, storico e genealogista svedese, arcivescovo di Uppsala dal 1523 al 1544: dopo la sua morte ebbe fine la successione di arcivescovi di Uppsala consacrati dal papa di Roma perché da quel momento la Svezia non accetto più ordini dal papa. MICHELE MAGNO (Manfredonia 5/1/1917 – Ivi 6/3/2003) sindacalista e politico, esponente del Partito Comunista Italiano: fu deputato al Parlamento dalla II alla IV legislatura (dal 1953 al 1968) e senatore nella V legislatura. Dopo la guerra era stato sindacalista e segretario provinciale della Camera del Lavoro di Foggia dal 1945 al 1955 lavorando a fianco di Giuseppe Di Vittorio; era stato sindaco di Manfredonia dal 1975 al 1982.
Maida
Il cognome Maida potrebbe derivare dal vocabolo arabo “maidah” (= tavolo), ma anche dal toponimo Maida, comune in provincia di Catanzaro, l’antica Maghida. Alcuni fanno derivare Maida dal greco màghis o dal latino magida = madia, con il significato di “modesto avvallamento del terreno nel quale può ristagnare l’acqua” (cfr. Vocab. Sicil. Piccitto). Maida è diffuso in gran parte delle regioni italiane; è concentrato maggiormente nelle regioni del meridione, Calabria, Sicilia, Campania, Basilicata, ma, con gruppi meno numerosi, è presente anche in altre regioni, Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Lazio, Toscana, ecc. nella nostra regione è diffuso principalmente nell’agrigentino (Grotte, Ravanusa, Cammarata, ecc.), nel nisseno (Mussomeli, Caltanissetta, Serradifalco), nel palermitano (Palermo, Sciara, Misilmeri, ecc.), nel catanese (Catania, Gravina di Catania, San Giovanni la Punta).
Riferimenti storici e personaggi. Maida è un’antica famiglia siciliana di Palermo che governò con gli uffici di capitano, pretore e senatore sotto Federico II d’Aragona. Il Mugnos ricorda un MATTEO MAIDA ai servigi militari di re Federico III nel 1343. Secondo Mango la famiglia possedette il feudo di Linguaglossa: un SALVATORE fu pretore di Palermo nel 1320/21; un NICCOLO’ tenne la stessa carica negli anni 349/50, 1352/53, 1354/55; un SIMONE fu senatore di Palermo nel 1406/7; un GIOVANNI tenne la carica di capitano di giustizia di Mazara nel 1533/34; un GIUSEPPE fu procuratore fiscale supernumerario del tribunale della Gran Corte nel 1683. Si suppone che l’origine della famiglia sia nordafricana: alcune famiglie nobili arabe, infatti, durante il dominio normanno si convertirono a furono affiancate alla nobiltà isolana. In Tunisia vi è una città chiamata “Al Mahdia o Al Mahdiya”, famosa durante la seconda crociata.
Salerno
(come Elisa Salerno, femminista cristiana)
Il cognome è diffuso in tutte le regioni d’Italia: prevale nel sud (Sicilia, Campania, Calabria) ma è presente, con nuclei consistenti, anche in Lombardia, Lazio, Piemonte, Basilicata, Toscana, Emilia-Romagna, ecc. Nell’Isola è frequente ovunque, ma ha più presenze nel palermitano (Palermo, Gangi, Belmonte Mezzagno, Bagheria, ecc.), nel catanese (Catania, Palagonia, Mineo, ecc.), nel trapanese (Marsala, Trapani, Erice, ecc.), nel siracusano (Siracusa, Carlentini, Pachino, ecc.), nell’agrigentino (Palma di Montechiaro, Naro, Agrigento, ecc.), nel nisseno (Caltanissetta, Gela, Niscemi, ecc.)
Esso ha origine dal toponimo Salerno, città della Campania, la quale, contigua al mare, fu così chiamata dall’unione di due nomi: “salum” (= mare) e “lirnum” (= fiume). Salerno era usato anche come nome personale (attestazione: Salernus del Anserio, Calabria, 1205)
Riferimenti storici e personaggi – Una famiglia Salerno, originaria di Napoli, godette di nobiltà in Palermo, Catania, Messina; possedette il diritto del Mezzograno o Ufficio di Portulanotto di Sciacca.(cfr. Nobiliario di Sicilia). ENRICO MARIA SALERNO (Milano 18/9/1926 – Roma 28/2/1994), attore, regista, doppiatore, uno degli attori più completi e versatili della storia dello spettacolo italiano. Fu interprete moderno, controllato, capace di incisive analisi psicologiche. Nel 1960 fondò con Giancarlo Sbragia e Ivo Garrani, la compagnia “Gli associati; protagonista di sceneggiati e adattamenti televisivi, fu attivo anche nel cinema. Esordì come regista cinematografico con “Anonimo veneziano” (1970), film di grande successo popolare, al quale seguirono “Cari genitori”(1973), ed “Eutanasia di un amore”(1978). Ritornato al teatro, tra le sue ultime interpretazioni “Sei personaggi in cerca d’autore” di Pirandello e “Morte di un commesso viaggiatore” di A. Miller. ELISA SALERNO (Vicenza 16/6/1873 – 15/2/1957), femminista cristiana, appassionata studiosa, autodidatta, si dedicò per tutta la vita a combattere tutto ciò che poteva ostacolare la dignità e la vocazione della donna in qualsiasi ambito essa si trovasse ad operare, nella famiglia, al lavoro, nella vita sociale ed ecclesiale. Fu la prima donna in Italia a fondare un giornale per le lavoratrici, “La Donna e il Lavoro” pubblicato dal 1909 al 1918, poi fino al 1927 con il titolo “Problemi femminili”. Scrisse romanzi e saggi sulla “causa santa della donna” alla quale si era consacrata e per la quale visse sofferenze fino allo spasmo, dando fondo a tutte le sue risorse e morendo molto povera. GIUSEPPE SALERNO (Gangi 1588/1630), detto “lo Zoppo di Gangi”, pittore tardomanierista. Nato a Gangi, studiò a Roma con Guido Reni. Sue opere si trovano oggi a Palermo, Burgio, Capizzi, Gangi, Lercara Friddi, Petralia Soprana a Sottana, Polizzi Generosa, Piazza Armerina e in molte chiese della provincia di Palermo.