Digiacomo
(come Giuseppe Digiacomo, deputato regionale del P.D)
Digiacomo (Di Giacomo) è uno di quei patronimici composti dalla preposizione “di” e dal nome del padre-capostipite; equivale a il/i figlio/i di … Giacomo. Abbandonata in seguito la perifrasi, venne utilizzata la forma contratta “Di Giacomo” per indicare la stirpe derivata dal capostipite. Giacomo, nome personale maschile, deriva da tardo latino “Iacŏmus”, adattamento dal greco biblico Iακωβος (Iacobos), che traduce l’ebraico “Ya’aqov”, poi evoluto in due forme distinte: Giacomo (forma cristiana) che significa “Dio ha protetto”, “seguace di Dio”, Giacobbe (forma ebraica) che significa “colui che soppianta” (Giacobbe soppiantò Esaù nella primogenitura), o “colui che afferra per il calcagno” (Giacobbe era nato stringendo con la mano il piede del gemello Esaù). Di Giacomo è un cognome panitaliano, diffuso in circa settecento comuni di tutte le regioni italiane, la forma Digiacomo ( preposizione Di unita al nome Giacomo) è cognome molto raro, diffuso in 23 comuni sparsi qua e là in alcune regioni italiane: in Sicilia, nel ragusano (Ragusa, Comiso, Vittoria, Chiaramonte Gulfi), e nell’agrigentino (Aragona); in Piemonte, nel torinese (Settimio Torinese, Torino, Grugliasco, Leini, San Giusto Canavese, Mappano), nel vercellese (Pertengo); nel Lazio, Roma, Mentana, Alatri; in Lombardia, Toscana, ecc.
Riferimenti storici e personaggi. Alcuni studiosi di genealogia fanno risalire l’origine di questa illustre famiglia ad un Giacomo, detto il “Maestro d’Ungheria”, cisterciense ungherese (XII-XIII secolo), che contro i nobili e il clero reclutò gruppi di popolani nel Brabante (sud dell’Olanda), in Piccardia (Francia settentrionale) e nell’Hainaut (nella Vallonia), per liberare il re fatto prigioniero nella crociata del 1250 e per conquistare Gerusalemme. Fu ucciso dai nobili di Francia e le sue bande vennero disperse. GIUSEPPE DIGIACOMO (Comiso 8/4/1957), deputato regionale alla sua seconda esperienza all’Ars, dal 2008 (XV e XVI legislatura): iscritto al Gruppo P.D. è attualmente presidente della VI Commissione – Servizi sociali e sanitari; è primo firmatario di dieci disegni di legge fra cui, gli ultimi, riguardanti la materia dei rischi correlati all’amianto, e cofirmatario di 24 altri disegni di legge. Laureato in Lettere e Filosofia, è un imprenditore e gestisce un’azienda commerciale; scrittore, ha pubblicato diversi saggi, romanzi e una raccolta di poesie; ha vinto il premio di poesia Massarosa ed è stato finalista al premio di narrativa “Italo Calvino” indetto da “Indice dei libri”, una delle più longeve e autorevoli riviste italiane di informazione culturale. Assessore comunale alla cultura del comune di Comiso dal 1990 al 1994, è stato consigliere comunale fino al 1998 e sindaco per quasi un decennio dal 1998 al 2008, quando è stato eletto deputato regionale; nel 2007 è stato segretario provinciale e coordinatore provinciale del P.D ed ha gestito il passaggio in provincia di Ragusa dal partito dei DS al Partito Democratico. FRANCESCO DI GIACOMO (Siniscola 22/8/1947 – Zagarolo 21/2/2014), cantante italiano, dal 1971 voce solista del gruppo Banco di Mutuo Soccorso. È apparso in tre film di Fellini, Satyricon (1969), Roma (1972), Amarcord (1973). E’ morto a 66 anni in un incidente stradale. SALVATORE DI GIACOMO (Napoli 1860/1934), poeta, drammaturgo, saggista, autore di notissime poesie in lingua napoletana, molte delle quali furono poi musicate. Con Ernesto Murolo, Libero Bovio e E.A. Mario è stato un artefice della cosiddetta epoca d’oro della canzone napoletana. GIUSEPPE DI GIACOMO (Avola 1/1/1946), filosofo e saggista, autore di numerose pubblicazioni scientifiche che si occupano della relazione fra estetica e letteratura e del rapporto estetica-arti figurative con riferimento soprattutto alla cultura moderna e contemporanea. Dal 1987 è ricercatore presso l’Università La Sapienza di Roma dove, a partire dal 1983, ha ricoperto il ruolo di professore associato; dal 2001 insegna Estetica presso la stessa Università. Fa parte del Comitato scientifico di numerose importanti riviste di estetica.
Gullo
(come Maria Tindara Gullo, deputata nazionale del P.D.)
Il cognome Gullo deriva dal cognomen latino “Gullus” o dal nome normanno “Gulian”; potrebbe anche essere un’aferesi di nomi latini quali “Agulus”, “Figulus” o “Regulus”. Potrebbe derivare anche dalla voce dialettale calabrese “gullu”, che significa “privo di corna, mozzo, tronco”.(dal greco goylòs, V. Blunda)
Il cognome è diffuso in 308 comuni di varie regioni italiane, con nuclei più numerosi in Sicilia, in Calabria (nel cosentino, nel catanzarese, nel reggino), in Lombardia, e diramazioni meno numerose in Lazio, Piemonte, Liguria, Toscana, Emilia – Romagna, Campania, ecc. In Sicilia i Gullo sono presenti in quasi tutte le province, in particolare nel messinese (Messina, Oliveri, Patti, ecc.), nel palermitano (Palermo, Monreale, Caccamo, Montemaggiore Belsito, ecc.), nel catanese (Catania, Linguaglossa, Calatabiano, ecc.), nel trapanese (Castelvetrano, Partanna, Salemi, ecc.), nell’agrigentino (Ribera, Licata, Agrigento, ecc.).
Riferimenti storici e personaggi – Esempio di questa cognominizzazione troviamo a Volterra, dove nel 1208, uno dei due consoli era un certo Lionardo di Gullo. La famiglia Gullo di Palermo, il cui capostipite è un Pietro Gullo Ricciardi, emigrato a Palermo da Monforte agli inizi dell’Ottocento, era presente nel territorio di Monforte sin dalla fine del XVI secolo: essa è da annoverare tra le famiglie illustri del Valdemone avendo i suoi membri ricoperto alte cariche pubbliche ed essendosi imparentata con le famiglie più aristocratiche di Monforte e dei centri vicini. FAUSTO GULLO (Catanzaro 16/6/1887 – Spezzano Piccolo 3/9/1974) – politico italiano del Partito Comunista d’Italia (1921); nel 1924 fu eletto deputato ma la sua elezione fu annullata dal fascismo. Dopo la guerra fu il primo a proporre l’istituzione dell’Assemblea Costituente, di cui poi fu deputato. MARIA TINDARA GULLO (Patti 27/2/1964), politica, deputata al Parlamento nazionale del P.D.: è stata la più votata in Sicilia nelle primarie del Partito Democratico. È componente della I Commissione – Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni e componente della Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza; nel 2013 è stata componente della II Commissione – Giustizia. Laurea in Economia e Commercio, impiegata, è vicina alle posizioni politiche di Francantonio Genovese, recentemente arrestato per un’inchiesta sui fondi della formazione professionale in Sicilia. Maria Tindara Gullo fa parte di una famiglia che fa politica da tanto tempo, è figlia dell’ex vicesindaco di Patti Francesco e cugina di Luigi Gullo che nel 2011 fu candidato a sindaco di Patti.
Fiume
(come Marinella Fiume, docente di Lettere classiche, studiosa di Antropologia, scrittrice)
Il cognome Fiume deriva dai tanti toponimi italiani contenenti la radice “fiume” (Fiumefreddo di Sicilia, Fiume Veneto, Fiume Bruzio, ecc.) o da soprannomi legati in vario modo al fiume (latino flumen) e legati alla zona di provenienza del capostipite.
Fiume è diffuso in 234 comuni di varie regioni italiane: Puglia, Campania, Sicilia, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Lazio, Calabria, Toscana, Veneto, ecc. In Sicilia il cognome è presente in quasi tutte le province, ovunque con piccoli nuclei, nel palermitano (Palermo, Petralia Soprana, Baucina), nel messinese (Messina, Lipari, Leni), nel catanese (Catania, Gravina di Catania, Fiumefreddo di Sicilia), nel ragusano (Comiso, Vittoria, Scicli), nell’agrigentino (Naro, Agrigento), ecc.
Riferimenti storici e personaggi – SALVATORE FIUME (Comiso 23/10/1915 – Milano 3/6/1997) – pittore, scultore, architetto, scrittore e scenografo, molto noto in Italia e nel mondo. Sue opere si trovano nei più importanti musei del mondo, quali i Musei Vaticani, Museo Hermitage di San Pietroburgo, il NoMA di New York, Museo Puskin di Mosca, Galleria d’Arte Moderna di Milano.
MARINELLA FIUME (Noto 1949), docente, scrittrice, sindaco del comune di Fiumefreddo di Sicilia per due mandati, dal 1993 al 2002. Da sempre impegnata nelle battaglie civili del movimento delle donne e nelle battaglie condotte dal WWF e da Lega Ambiente per la difesa dei valori e per la tutela e salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, all’indomani delle stragi di Falcone e Borsellino e degli agenti di scorta, ha fondato nel suo Comune il Comitato dei lenzuoli contro la mafia e ha portato avanti iniziative volte alla diffusione dei valori della cultura e della legalità. Nel febbraio del 2000 ha fondato, in collaborazione con alcuni imprenditori catanesi l’Associazione Antiracket A.F.A. intitolata a Carlo Alberto Dalla Chiesa, di cui è stata presidente. Laureata in lettere classiche presso l’Università di Catania, ha insegnato in varie scuole secondarie di Catania e provincia. Ha scritto numerose opere volte alla ricerca delle particolarità dimenticate o trascurate della Sicilia, storie orali e storie di vita, storie sociali e rilevazioni etnografiche (mestieri, pratiche sociali, credenze e riti dell’area jonico-etnea del territorio isolano).
Pucci
(come Elda Pucci, pediatra, già sindaco di Palermo)
Pucci discenderebbe da un Puccio, diminutivo di Jacopuccio, vissuto a Firenze nel 1200; considerato uomo savio fu chiamato spesso a dirimere controversie fra cittadini: alcuni suoi interventi sono attestati fra il 1264 e il 1287. Le prime notizie di membri della famiglia Pucci risalgono al XIII secolo con l’iscrizione della stessa all’Arte dei Legnaioli. Alcuni Pucci toscani si sarebbero in seguito trasferiti al sud, a Napoli, diffondendo, così il cognome in altre regioni italiane. Per i Pucci presenti nel meridione, in particolare per la Campania, la Puglia, la Calabria, la Sicilia, esiste anche un’altra ipotesi: la derivazione di Pucci, attraverso un adattamento fonetico, da un cognome arbëreshë, “Puqi”, dalla radice “Puq” o “Puci”, ancora oggi presenti in Albania come cognomi.
Pucci, e le varianti di una famiglia di cognomi comprendente anche Puccetti, Pucciarelli, Pucciatti, Puccinelli, Puccini, Puccio, deriverebbero, secondo alcuni, direttamente o tramite forme ipocoristiche o patronimiche, dal nome medioevale “Puccius” di cui abbiamo un esempio a Pisa nella seconda metà del 1200 con un “Puccius de Laiano” citato fra i maggiorenti anziani della città nel 1289.
I Pucci sono presenti in particolare in Toscana (zone Firenze, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Pistoia), nel Lazio (Roma, Latina), nelle Marche, in Calabria; poi anche in Lombardia, Umbria, Campania, Liguria, ecc.; in Sicilia si registrano pochi nuclei familiari in quasi tutte le province, in particolare nel palermitano (Palermo, Altofonte, Castellana Sicula, Campofelice Roccella, ecc.), nel catanese (Catania, Mazzarrone, Mascali, Gravina di Catania), nel nisseno (Riesi, Serradifalco, Mazzarino, Resuttano), nel trapanese (Trapani, Erice, Marsala, San Vito Lo Capo), nell’agrigentino (Ribera, Sambuca di Sicilia).
Riferimenti storici e personaggi. Esempi storici del cognome Pucci si trovano in Toscana con PUCCIO PUCCI (Firenze 1389/1449), Gonfaloniere di Giustizia a Firenze nel 1447, con ANTONIO PUCCI (Firenze 1350/1416), membro a Firenze della Magistratura dei Dodici Buonuomini, con GIANNOZZO PUCCI (XV secolo), per il suo matrimonio Lorenzo il Magnifico gli donò quattro tavole dipinte da Sandro Botticelli, ORAZIO ROBERTO PUCCI (Firenze 1625/1698), primo marchese di Barsento.
ELDA PUCCI (Trapani 21/2/1928 – Palermo 14/10/2005), pediatra, politica, fu sindaco del comune di Palermo dall’aprile 1983 all’aprile 1984: prima sindaco donna di una grande città italiana, dopo essere stata più volte consigliere comunale della D.C: a Palermo. Durante il suo mandato per la prima volta il comune di Palermo si costituì parte civile in un processo di mafia. Durante la campagna elettorale del 1985 per l’elezione del Consiglio comunale subì un attentato: la mafia fece saltare in aria la sua villa di Piana degli Albanesi. Nel 1992 Elda Pucci si ricandidò per un secondo mandato nella prima elezione diretta del sindaco, ma venne sconfitta da Leoluca Orlando. Nel marzo 1992 subentrò al Parlamento Europeo dopo essere stata candidata alle elezioni del 1989 per la lista PLI-PRI Federata e, fino al 1994, fu membro della Commissione per i bilanci e della Delegazione per le relazioni con le Repubbliche di Jugoslavia. Fu soprannominata la “Lady di ferro” per la determinazione con cui lottò contro la mafia. Pediatra, per più di 40 anni curò i bambini di Palermo, soprattutto quelli nati in famiglie economicamente disagiate, poverissimi che morivano per denutrizione o per scorbuto. EMILIO PUCCI di Barsento (Napoli 20/11/1914 – Firenze 29/11/1992), stilista, politico italiano. Impegnato nell’attività della moda, aprì la sua prima “boutique” a Capri nel 1950: fu campione della moda italiana in tutto il mondo. La sua attività si allargò in seguito alla moda maschile, ai profumi, alla produzione di ceramica per la casa. Dopo la sua scomparsa, nel 1992, la figlia Laudomia ha ereditato la direzione del marchio “Emilio Pucci” che oggi conta circa 50 boutique presenti in località esclusive del mondo, in particolare Italia, Stati Uniti, Giappone. Dal 1938 al 1943 Emilio Pucci fu al servizio della Regia Aeronautica, Asso dell’aviazione nella specialità Aerosiluranti; durante la seconda guerra mondiale fu decorato con tre Medaglie d’argento al valor militare, sette di bronzo e tre Croci di guerra al valor militare. Entrato in politica, dal 1963 al 1972 fu deputato, al Parlamento Italiano per il Partito Liberale Italiano (IV e V Legislatura).