La timida rugiada dei poeti
 Meteo di lunedì 18 giugno

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Domani un’altra giornata “assittata in pizzo”. Non che chissà che cosa deve succedere, ma l’instabilità è come se fosse nell’aria. Il cielo sarà un poco nuvoloso, ma poco. Solo nuvole che vanno di fretta e non lasciano niente. I venti saranno abbastanza avvertibili e verranno da Ponente. Le temperature minime saranno di 20 gradi e le massime non sup3ereranno i 27. Sarà di 18 gradi, invece, il punto di rugiada. Perché ve lo dico?

Voi non avete idea di che cosa complicata è la rugiada e di come, quasi sempre, viene scambiata per altre cose come: a) la pioggia; b) la nebbia; c) la brina. E invece no: la rugiada è  rugiada e basta:  non cade dall’aria, non si forma nell’aria ma è, insieme, terrestre e nell’aria. Come al solito vi risparmio le cose complicate di chimica, di fisica, di matematica. Ora voi sapete che nell’aria che respiriamo c’è sempre una parte di vapore acqueo cioè di umidità. Quindi l’aria e una cosa che ne contiene tante, tra cui l’umito. Per tutta una serie di ragioni, le principali delle quali sono la pressione atmosferica e la temperatura, può succedere che il vapore acqueo aumenta fino a raggiungere la saturazione. Vuol dire che non può aumentare più se non facendo diventare l’aria un’altra cosa. Per esempio nebbia o pioggia se nell’aria sono contenute particelle attorno alle quali avviene la condensazione. Questo punto di saturazione si chiama “punto di rugiada”. Ma non forma la rugiada nell’aria. La forma, invece, su superfici come, ad esempio, le foglie o i petali dei fiori. Oppure le automobili. Tutto questo avviene perché la miscela di aria-vapore satura del secondo, a contatto con una superficie più fresca, condensa.

Il punto di rugiada si misura in temperatura e, per semplificare, può essere indipendente dalla pressione. Ma la lettura di questo dato è importante perché, tra le altre cose, ci dice se c’è maggiore probabilità che una massa d’aria instabile possa evolvere in temporali. Oppure, in estate, ci dice quanto dovremo preoccuparci dell’afa. Se il punto di rugiada è di 17 gradi non c’è tanto da preoccuparsi. Ma se sale a 21 allora cominciamo a soffrire. Ecco perché è utile dare un’occhiata pure a questo dato. Domani sarà di 18 gradi.

Fin qui la scienza. Ma per noi romanticoni la rugiada sono le goccioline trasparenti sui petali di una rosa o di un’orchidea. O sulle labbra carnose del nostro amore. Oppure quelli che si posano sul vetro della macchina rendendolo opportunamente opaco, Gocce che non sembrano mai lacrime ma, al contrario, danno spessore ai petali o alle foglie vincendo l’impressione della “piattezza”. Sono goccioline evanescenti che sotto il tepore del primo sole evaporano e tornando da dove sono venute. Sembrano cosette da niente ma chi d’estate si è rotolato sull’erba, magari in compagnia, si è ritrovato coi vestiti bagnati, se li aveva. E in ogni caso ha stemperato la passione con un gradito senso di freschezza. Gocce miracolose, capaci di crearsi nei anche nei deserti grazie alla forte escursione termica di quelle zone. Si formano e, prima che arrivi il sole, si insinuano nella terra e raggiungono le misteriose falde che alimentano i pozzi delle Oasi per dissetare cammelli e mercanti di carovane senza tempo. Attenti alla rugiada, amici miei, timide goccioline capaci di diventare l’inchiostro dei poeti. Tante belle cose. Imperlate.

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