TARI: in arrivo circolare del MEF. Verso abolizione della dichiarazione dei redditi.

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Un chiarimento in tempi brevissimi per fare luce sulle modalità di corretta applicazione della Tari e mettere così fine alla confusione generatasi sul calcolo della tassa sui rifiuti che ha portato alcuni comuni italiani ad una applicazione errata.

Il governo interviene dopo gli errori commessi dalle amministrazioni comunali con il conteggio sbagliato della quota variabile del tributo sui rifiuti dovuti e promette un intervento urgente. Un caso, quello della Tari, che è esploso proprio poche ore prima dell’annuncio da parte del direttore dell’Agenzia delle Entrate e della Riscossione, Ernesto Maria Ruffini, di una maxi semplificazione: l’abolizione entro 5 anni della dichiarazione dei redditi. Come in altri paesi il fisco presenterà direttamente il conto ai contribuenti i quali saranno loro stessi a dover controllare, “cittadini da controllati a controllori” dice Ruffini, che riconosce come in Italia il numero dei tributi sia decisamente superiore alla media europea e spiega che no, il fisco non può essere amico ma un parente si, e che le tasse sono il prezzo che paghiamo per vivere in questa società.

Sul fronte Tari non è chiaro quante siano le amministrazioni incorse nell’errore, il Codacons indica con sicurezza almeno 7 città: Milano, Ancona, Siracusa, Catanzaro, Rimini e Napoli.

Al Ministero delle Finanze si chiarisce che comunque sono già previste le modalità per chiedere rimborsi qualora il comune non applichi la tassa in maniera corretta.

Ma per i cittadini dei diversi Comuni che hanno pagato negli ultimi 5 anni più del dovuto la Tari, per un errore nel computo della quota variabile che ha fatto lievitare a dismisura il prelievo, in alcuni casi fino al doppio, dopo il danno, la beffa: si, potranno richiedere il rimborso, ma, a quanto pare, le cifre rimborsate verranno spalmate su tutti nei prossimi anni; saliranno le tariffe e ci sarà un balzello più pesante. Non solo: i sindaci potrebbero anche richiedere di versare la differenza per il 2017 e il 2016.

Secondo l’Anci – visto l’esborso inatteso e il conseguente “buco” nei bilanci delle amministrazioni comunali e l’obbligo di legge di coprire con la Tari i costi del servizio di nettezza urbana – i Comuni potrebbero chiedere un recupero straordinario per l’ultimo anno, o comunque rimodulare la tassazione per il 2018, in modo che il gettito totale resti invariato: a qualcuno toglieranno, ad altri aumenteranno.

Ci auguriamo che a breve la circolare del Mef faccia la necessaria chiarezza.

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