Indagato neo eletto Tamajo, avrebbe comprato voti a 25 euro. Legali: “Nessun rapporto con coindagati”

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Un altro scandalo si abbatte sull’ Ars e su uno dei suoi deputati. Sarebbero bastati 25 euro per ottenere un voto utile. A essere chiamato in causa dalla procura di Palermo, il neo eletto di Sicilia Futura, Edy Tamajo, eletto con 14 mila voti.

Il record man in questa corsa alle Regionali sosteneva il candidato del centrosinistra Fabrizio Micari. Tamajo è indagato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, i magistrati hanno mandato la Guardia di finanza a perquisire il suo comitato elettorale. E nei prossimi giorni, l’esponente politico dovrà comparire  al palazzo di giustizia, davanti al procuratore aggiunto Sergio Demontis e al sostituto Fabiola Furnari, per chiarire la sua posizione.

Intanto via Facebook Tamajo si difende così:

“Carissimi Amici, apprendo con stupore l’avvio dell’inchiesta
giudiziaria nei miei confronti. Posso affermare, senza timore di smentita , di non aver mai comprato un solo consenso, ma di aver costruito la mia carriera politica sull’attività quotidiana a favore della gente e della collettività. Si tratta di condotte che sono lontano anni luce dal mio modo di fare politica, da quello della mia famiglia e del mio gruppo politico. Ho dato la mia totale disponibilità, nei confronti dell’autorità giudiziaria, per chiarire questa incresciosa vicenda che sono sicuro, grazie al lavoro dei miei avvocati,riuscirò prestissimo a dimostrare che si tratta di un infondato castello di accuse!
Staro’ in silenzio per qualche giorno; un silenzio pieno di rabbia e
un cuore lacerato che batte forte.
Giunga a tutti voi, cari amici miei (cariche istituzionali comprese), un profondo abbraccio, ed un caloroso incoraggiamento a continuare ad espletare il vostro lavoro con serietà ed onesta’, quella che ci ha sempre contraddistinto! Vi voglio bene!

Qualche ora dopo arriva la difesa degli avvocati Caleca e Castronovo.

“Il mio assistito è sereno perché non ha mai avuto nessun rapporto con le persone di cui si parla nel provvedimento della Procura di Palermo. Non le conosce e non fanno
parte dei suoi contatti telefonici. E’ singolare un’associazione con soggetti che non si conoscono, ecco perché siamo tranquilli. Se qualcuno promette qualcosa chiedendo di votare per un deputato, ma quest’ultimo non ne è a conoscenza non credo possa esserne chiamato a rispondere”. A dirlo all’Adnkronos è Nino Caleca, legale, insieme a
Giovanni Castronovo, di Edy Tamajo, il deputato regionale siciliano, recordman di preferenze alle elezioni del 5 novembre, raggiunto da un avviso di garanzia. Duplice accusa per lui: associazione semplice finalizzata a commettere reati elettorali e corruzione elettorale.Secondo l’accusa avrebbe pagato 25 euro a voto. Quattro gli episodi contestati. Tutti su Palermo. “Non conoscendo fisicamente i soggetti  che insieme a lui avrebbero fatto parte dell’associazione non si capisce neppure in quale quartiere di Palermo possa essere avvenuto questo scambio di promesse elettorali”. Insomma, questa è la linea difensiva, Tamajo non conosceva le persone, iscritte nel registro degli indagati insieme a lui, che avrebbero fatto da tramite per la
compravendita dei voti. Quindi se qualcosa è avvenuto sarebbe successoa sua insaputa. “Parliamo di un elettorato vastissimo, di una marea dielettori e di soggetti che si muovono in questo entourage e non tutto è riconducibile a una consapevole attività del candidato” spiega Caleca.

Nei prossimi giorni il deputato di Sicilia Futura dovrà presentarsi in Procura per essere ascoltato. “Consiglierò al mio assistito di non rispondere in questa fase – dice il legale – perché prima dobbiamo leggere le carte. Al momento non conosciamo nulla, né
le intercettazioni né le dichiarazioni fatte da terze persone. Si tratta di rispondere non su quello che lui ha fatto o ha detto, ma su fatti ascrivibili ad altri, di cui noi siamo all’oscuro. In queste condizioni non capisco che contributo potremmo dare all’accertamento della verità. Nell’ipotesi di un interrogatorio al buio lo inviterò ad
avvalersi della facoltà di non rispondere”.

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