Diciotti, quinto giorno a Catania, nono in mare. Presidio associazioni siciliane

0
9


Want create site? Find and plugins.

Per il quinto giorno consecutivo la nave Diciotti della Capitaneria di Porto e’ ferma al porto di Catania con 150 migranti – quasi tutti eritrei – a bordo, in attesa di conoscere le determinazioni del Governo Italiano. Questo pomeriggio e’ previsto un presidio di associazioni siciliane (Rete antirazzista, Legambiente, Pax Christi, Cobas, Arci, Anpi, No Muos e centri sociali) che chiedono di far scendere gli immigrati.

Ieri, gli uomini a bordo della ‘Diciotti’ hanno iniziato lo sciopero della fame per protesta, mentre ad accettare il cibo sono state solo le donne che a bordo hanno ricevuto anche indumenti intimi nuovi e puliti. Per tutti le condizioni di salute, a parte alcuni casi di scabbia, sono buone. Ma gli spazi ristretti sul ponte della nave e la convivenza da molti giorni comincia ad essere un problema. Ieri, dal centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo di Roma (Mrcc) e’ stata reiterata la richiesta di autorizzazione dello sbarco ‘per l’estrema criticita’ della situazione a bordo’ del pattugliatore. Il documento e’ stato inviato al Viminale, al gabinetto dei ministeri di Difesa, Trasporti e degli Esteri, alla Procura nazionale antimafia e alle Procure di Palermo, Catania e Agrigento. Oggi a Roma, il procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio incontrera’ funzionari del ministero dell’Interno dopo la decisione del ministro Matteo Salvini di non autorizzate lo sbarco nel Porto etneo.

L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, chiede agli Stati membri dell’Unione Europea di offrire urgentemente posti di ricollocamento a circa 150 persone soccorse in mare che sono tuttora a bordo della nave della guardia costiera italiana “Diciotti”. Nel frattempo, l’UNHCR esorta le autorita’ italiane a consentire lo sbarco immediato di coloro che sono a bordo. La barca e’ ormeggiata in Italia nel porto siciliano di Catania dal 20 agosto – la maggior parte delle persone a bordo proviene da paesi produttori di rifugiati. “Nel corso della storia, l’Europa ha riconosciuto il fondamentale obbligo morale e legale di venire in aiuto alle persone in fuga dalla guerra, dalla violenza e dalle persecuzioni”, ha dichiarato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi. “E’ giunto il momento di porre fine al botta e risposta che ha visto i paesi competere in una corsa al ribasso su chi puo’ assumersi la responsabilita’ minore per le persone soccorse in mare. E’ pericoloso e immorale mettere a rischio la vita dei rifugiati e dei richiedenti asilo, mentre gli Stati sono impegnati in un braccio di ferro politico per soluzioni a lungo termine “.

L’UNHCR elogia gli Stati europei che si sono fatti avanti per accogliere le persone salvate dal Mar Mediterraneo, evidenza dei vantaggi di un approccio collaborativo. Tuttavia siamo preoccupati per le potenziali conseguenze di un continuo approccio “ad hoc”. A giugno, una conclusione del vertice del Consiglio europeo era: “Sul territorio dell’UE, coloro che sono salvati, secondo la legge internazionale, dovrebbero essere presi in carico, sulla base di uno sforzo condiviso”. L’UNHCR continua pertanto a incoraggiare fortemente accordi stabiliti e prevedibili nella regione mediterranea per lo sbarco delle persone soccorse in mare e sollecita gli Stati ad accelerare rapidamente gli sforzi per mettere in atto un tale accordo per affrontare questo tipo di situazioni. Molte vite sono in pericolo. Gia’ nel 2018, piu’ di 1600 persone hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere le coste europee, nonostante il numero di coloro che tentano la traversata sia significamente ridotto rispetto agli anni precedenti.

“In seguito agli orrori della seconda guerra mondiale, gli europei sono stati tra i principali artefici della Convenzione sui rifugiati del 1951, che ha sancito nel diritto internazionale il diritto umano fondamentale di chiedere asilo”, ha affermato Grandi. “I principi della Convenzione, che condividono i valori europei di solidarieta’ e diritti umani, hanno resistito alla prova del tempo, poiche’ abbiamo raccolto i benefici successivi dell’unita’, della buona volonta’ e della prosperita’. Esorto gli Stati europei a rispettare questi principi, a fare la cosa giusta e a offrire luoghi di asilo per le persone salvate dal Mar Mediterraneo nel momento del bisogno “. Mentre queste discussioni continuano, persone spaventate che potrebbero aver bisogno di protezione internazionale non dovrebbero essere intrappolate nel vortice della politica. Meritano di essere trattati con dignita’. L’UNHCR e’ pronta a sostenere gli Stati a sviluppare un approccio che ha come priorita’ il salvataggio di vite in mare e nell’affrontare le cause profonde che guidano le migrazione forzate. (ITALPRESS).

#liberateimarò Con questo hashtag che ricorda la mobilitazione nazionale per i due militari italiani che furono detenuti in India Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, Leoluca Orlando lancia sui social una campagna di sensibilizzazione “per ricordare che sulla nave Diciotti sono detenuti, oltre a 149 cittadini stranieri che avrebbero diritto a forme di protezione umanitaria, anche 42 militari italiani; 42 uomini della Guardia Costiera che hanno commesso il “reato” di applicare le leggi internazionali e la legge del mare.

Did you find apk for android? You can find new and apps.


LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci il tuo nome:

Time limit is exhausted. Please reload the CAPTCHA.