Il deputato regionale del Movimento Cinque Stelle, Giorgio Ciaccio si e’ dimesso dalla carica. Lo ha fatto con una lettera che e’ stata inviata alla presidenza dell’Assemblea regionale siciliana. Alla base della scelta l’iscrizione del proprio nome sul registro degli indagati per via della vicenda delle firme false presentate dal movimento per le comunali del 2012 a Palermo.
“Intendo rassegnare le mie dimissioni dalla carica di deputato regionale della XVI Legislatura”, scrive Ciaccio nella sua lettera che cita anche Paolo Borsellino: “Un rappresentante della massima Istituzione regionale” diceva Borsellino”, continua il deputato dimissionario, “”non deve soltanto essere onesto, ma deve anche apparire tale”. Circostanza questa che il mio rinvio a giudizio rischia oggi di compromettere, proiettando ombre sul mio operato futuro e rischiando di danneggiare l’onorabilita’ dell’Assemblea regionale siciliana”.
“Chi mi conosce, e soprattutto chi conosce la mia storia personale, sa chi sono e il tipo di lavoro istituzionale che ho portato avanti in questi cinque anni da deputato regionale del Movimento Cinque Stelle; sa che ho sempre posto al centro delle mie battaglie il bene collettivo e la salvaguardia delle Istituzioni”, spiega Ciaccio, “attorno a questi aspetti ho costruito un percorso di coerenza etica che ha avuto lo scopo di gettare le basi per costruire un modello virtuoso di gestione della cosa pubblica per le generazioni future. Di tutto cio’ vado profondamente fiero. Sono fiero anche di avere avuto al mio fianco 13 splendidi compagni di viaggio, con i quali ho condiviso e portato avanti un progetto politico strepitoso, che si e’ contrapposto costantemente ad un sistema politico/amministrativo marcio ed a tratti corrotto da interessi personali o di potere”.
“Sono stati per me anni di grande fatica, di rinunce – prosegue – , di sacrifici, di tempo sottratto alla mia attivita’ e alla mia famiglia, ma ripagati dalla soddisfazione di ascoltare i frutti del mio lavoro, parlando con la gente e stando tra la gente. Ora, pero’, mio malgrado, devo fermarmi. Nonostante il regolamento interno del Movimento non preveda in caso di rinvio a giudizio l’obbligo di dimettersi, credo sia doveroso fare un passo indietro. O meglio, di lato come direbbe Beppe Grillo. Saro’, infatti, sempre a fianco dei ragazzi che si stanno spendendo e che si spenderanno per questo grande progetto di rivoluzione politica e culturale”. Le dimissioni saranno poste all’ordine del giorno della prossima seduta dell’Assemblea convocata per il 20 luglio. (ITALPRESS).













