(Pino Scorciapino) Ma possibile che non ne azzeccano una? Alla Commissione Cultura dell’Assemblea regionale siciliana è stato discusso - favorevolmente - un disegno di legge per introdurre nelle scuole dell’isola due ore settimanali di studio del dialetto siciliano. Firmatari del ddl gli onorevoli Nicola D’Agostino (Mpa), Salvatore Lentini (Udc) e Francesco Rinaldi (Pd). Ora, è il caso di chiedersi: ma lo studio a scuola del dialetto è in cima alle preoccupazioni
Il dialetto siciliano è quello di Palermo o quello di Messina o quello di Catania? O piuttosto non esistono tanti dialetti siciliani quante sono le città e cittadine dell’isola? E poi diciamocelo francamente: il dialetto te lo porti dentro. Io penso in dialetto e parlo in dialetto con mia moglie e le mie figlie. Parlo in italiano, traducendo il pensiero in parole, con gli estranei ed al lavoro. E non sempre. Il dialetto lo apprendi, crescendo, con la tua famiglia, con i tuoi amici e con la tua comitiva, per strada. Non a scuola. A scuola impariamo bene piuttosto l’inglese: abbiamo estremo bisogno di capirlo e parlarlo. E impariamo la storia e la geografia che sono più utili delle due ore destinate al dialetto.
Il dialetto già fa parte di noi. Anche dei più giovani. Per strada anche i bambini delle nuove generazioni cresciuti ad italiano apprenderanno presto e facilmente il siciliano. A parte che i bambini correttamente “italianizzati” pensano e parlano in dialetto più di quanto noi immaginiamo. In Italia abbiamo bisogno di ciò che ci unisce e non di ciò che ci divide. Tra un piemontese che pensa e parla nel suo dialetto e me che faccio la stessa cosa nel mio c’è un ponte ricco, straordinario ed irrinunciabile: la lingua italiana. In quella ci capiamo e comunichiamo. Non nei rispettivi dialetti.
Leggendo vari annunci di lavoro non mi pare che le aziende siano in cerca persone che parlino il Siciliano.Bisogna essere realisti non credo che sia una cosa prioritaria.Togliere ore di studio ad altre materie per insegnare il dialetto mi sembra fuori dai tempi.I dialetti sono lingue bellissime ed è giusto conservarle,ma in un mondo sempre più "allargato"le esigenze sono altre.Antonio
Per i giovani è meglio essere bilingui (siciliano-italiano) o poliglotti (siciliano, inglese, arabo, italiano) che non poter parlare bene né l'un né l'altro.
So che ci sono molte persone che non condividono questa decisione dell'Ars, ma alla fine si rivelerà quella giusta. Non si cancella la nostra storia millenaria né il diritto del giovane a 1. conoscere le proprie origini e 2. una propria formazione culturale. Basta con il genocidio passivo linguistico-culturale di cui siamo vittime noi Siciliani.
Leggendo vari annunci di lavoro non mi pare che le aziende siano in cerca persone che parlino il Siciliano.Bisogna essere realisti non credo che sia una cosa prioritaria.Togliere ore di studio ad altre materie per insegnare il dialetto mi sembra fuori dai tempi.I dialetti sono lingue bellissime ed è giusto conservarle,ma in un mondo sempre più "allargato"le esigenze sono altre.Antonio
O la prima o la seconda, la terza no di certo.
non mi sembra il caso di fare facile ironia.
Qualsiasi lingua di uno stato necessita di una codificazione.La faremo anche noi...
In effetti l'ironia è facile. Ma non per questo è giusto esimersi dal farla.
Dopo aver rimarcato che il siciliano non sarebbe la lingua di uno "Stato" - termine che è "codificato" vada scritto con la maiuscola iniziale - mi tocca ribadire come la "codificazione" della lingua italiana sia avvenuta sulla base di una tradizione che discende dalle "tre corone fiorentine". Qui il loro posto sembra essere riservato a D'Agostino, Lentini e Rinaldi. Il che obbliga ad ogni facile ironia possibile.
sà, gli ho dato un 'occhiata e MAI AVEVO SENTITO UNA COSA DEL GENERE.
Non si preoccupi. C'è sempre tempo per approfondire. Le suggerirei di cominciare con Diodoro Siculo.
ARRUSBIGGHIANNU? Oppure ARRUSPIGGHIANNU? O Forse anche ARRUSPIGGHIANDU? Che dice l'Accademia della Canigghia? Invochiamo lo spirtito di Martoglio, il che ci collegherebbe con le migliori tradizioni dell'aristocrazia siciliana?
O la prima o la seconda, la terza no di certo.
non mi sembra il caso di fare facile ironia.
Qualsiasi lingua di uno stato necessita di una codificazione.La faremo anche noi...
Veramente, se Lei studiasse un minimo di storia e di antropologia, non riterebbe tanto peregrina la tesi cui lei irride con cotanta superficialità.
sà, gli ho dato un 'occhiata e MAI AVEVO SENTITO UNA COSA DEL GENERE.
quoto in pieno!!!!
stavo per scrivere le stesse cose!
*già parlare di dialetto mostra l'ignoranza in materia...
*studiare il siciliano serve anche a conoscere meglio l'italiano(invece ora tendiamo a mischiarli...e a parlare un italiano sicilianizzato)
*Se cercate una lingua che unisce, STUDIATEVI L'INGLESE,L'ARABO,LO SPAGNOLO...
*il bilinguismo esiste già di fatto...non sarebbe così sconvolgente.
*MA VI SIETE MAI CHIESTI PERCHè PRIMA DI PARLARE IN ITALIANO DOVETE PENSARE IN SICILIANO???NON SARA' FORSE CHE IL SICILIANO E' LA NOSTRA LINGUA????
MALIDITTA GNURANZA...PERO' QUARCHI D'UNU SI STA ARRUSBIGGHIANNU!
ARRUSBIGGHIANNU? Oppure ARRUSPIGGHIANNU? O Forse anche ARRUSPIGGHIANDU? Che dice l'Accademia della Canigghia? Invochiamo lo spirtito di Martoglio, il che ci collegherebbe con le migliori tradizioni dell'aristocrazia siciliana?
questa si che è un'assurdità!Guardi meno calcio e studi un po' di storia!!!
ahahah!
Veramente, se Lei studiasse un minimo di storia e di antropologia, non riterebbe tanto peregrina la tesi cui lei irride con cotanta superficialità.
L'autore del pezzo è vittima, come tutti noi, del mancato insegnamento - fino ad ora - della lingua siciliana (chiamata "dialetto" solo dai linguisti italiani). E, per ciò, non ha colpa alcuna per quello che scrive.
Quale dialetto insegnare? Non avendo studiato letteratura siciliana a scuola, l'autore, come la gran parte dei siciliani, è convinto che ogni città ha il suo dialetto, con le sue diverse sfumature. Ed in ciò ha ragione (anche nell'usare il termine "dialetto"). Il fatto è che non sarà questo ad essere insegnato nelle scuole ma la lingua siciliana (ovviamente sconosciuta all'autore ed ai più). Scrittori e poeti di ogni tempo, catanesi, palermitani, trapanesi e di ogni altra parte di Sicilia non hanno scritto e non scrivono nel loro dialetto locale ma in lingua siciliana, sostanzialmente uniforme, nonostante non sia stata ufficialmente codificata. Consiglio all'autore e a chi avesse curiosità, di leggere, ad esempio, gli scritti del poeta catanese Martoglio e del palermitano Meli (tanto per citarne due tra i più illustri). Si veda se scrivono in catanese e palermitano o in... Siciliano. Se il siciliano fosse stato insegnato a scuola, nessuno avrebbe scritto un articolo come quello di sopra. Già solo per questo, è importante che si insegni.
Chi non ha conoscenza e coscienza della propria peculiare cultura, della propria lingua, è inutile che studi le lingue e le culture degli altri; a meno che non abbia deciso di repudiare la propria identità.
quoto in pieno!!!!
stavo per scrivere le stesse cose!
*già parlare di dialetto mostra l'ignoranza in materia...
*studiare il siciliano serve anche a conoscere meglio l'italiano(invece ora tendiamo a mischiarli...e a parlare un italiano sicilianizzato)
*Se cercate una lingua che unisce, STUDIATEVI L'INGLESE,L'ARABO,LO SPAGNOLO...
*il bilinguismo esiste già di fatto...non sarebbe così sconvolgente.
*MA VI SIETE MAI CHIESTI PERCHè PRIMA DI PARLARE IN ITALIANO DOVETE PENSARE IN SICILIANO???NON SARA' FORSE CHE IL SICILIANO E' LA NOSTRA LINGUA????
MALIDITTA GNURANZA...PERO' QUARCHI D'UNU SI STA ARRUSBIGGHIANNU!
Il guaio è proprio questo: noi siciliani non siamo un popolo, ma quanto meno due popoli! Gli eredi della Magna Grecia a oriente e gli eredi dei fenici - cartaginesi - troiani ad occidente! Questi due popoli sempre in guerra tra loro nei millenni hanno versato tanto di quel sangue aggredendosi ed uccidendosi reciprocamente che tuttora ne è rimasta traccia nell'inimicizia tra Palermo e Catania.
Forse sarebbe stato meglio non farne un'unica regione, ma due regioni autonome.
questa si che è un'assurdità!Guardi meno calcio e studi un po' di storia!!!
ahahah!
Non conosco il siciliano, mio padre e mia madre non lo parlavano. Adesso mi manca, mi manca il vissuto siciliano che conosco troppo poco; se a scuola avessero tentato di insegnarmelo non mi mancherebbe affatto, proverei lo stesso fastidio che provo per altre materie, inutili ed insegnate male, che ho dovuto studiare,
Il guaio è proprio questo: noi siciliani non siamo un popolo, ma quanto meno due popoli! Gli eredi della Magna Grecia a oriente e gli eredi dei fenici - cartaginesi - troiani ad occidente! Questi due popoli sempre in guerra tra loro nei millenni hanno versato tanto di quel sangue aggredendosi ed uccidendosi reciprocamente che tuttora ne è rimasta traccia nell'inimicizia tra Palermo e Catania.
Forse sarebbe stato meglio non farne un'unica regione, ma due regioni autonome.
Spero tu non ti riferisca a inimicizia calcistica! Perchè per quanto mi riguarda a me come Alcamese in serie A tifo Palermo, ma non ho assolutamente nulla contro i "Siciliani dell'Est"! Anzi, ti posso dire che c'è fratellanza tra noi Siculi specialmente quando siamo nel continente!!
Si può affrontare un discorso così importante ricorrendo alla retorica e ai luoghi comuni?
Si può ridurre ad un affare di stato un fatto di identificazione squisitamente territoriale? Lei pensa forse che conoscendo a fondo la nostra lingua toglieremmo qualcosa a qualcuno? Ha pansato che forse ci arricchiremo un pò di più culturalmente parlando?
Come può dire un Siciliano "A scuola impariamo bene piuttosto l’inglese: abbiamo estremo bisogno di capirlo e parlarlo."? Come se già non lo si facesse. Dica piuttosto di insegnarlo meglio.
Gliele do io le soluzioni egregio Pino Scorciapino. Si studierà la letteratura in lingua Siciliana (vedi la Centona di Martoglio per esempio) e le origini e l 'evoluzione dei dialetti Siciliani mentre ognuno continuerà a parlare il dialetto del proprio paese natio. Io penso che più di insegnamento del o dei nostri dialetti si dovrebbe parlare di conoscenza della nostra lingua. Io posso conoscere una persona senza sapere fino ad oggi ci hanno somministrato solo quello che a qualcuno ha convenuto farci sapere nascondendo tutto il resto cioè storia mistificata. Quindi stia tranquillo che l 'Italia l' hanno già divisa 150 anni fa non sarà con lo studio della nostra lingua che ci divideremo ma ci distingueremo e ci identificheremo perchè è di questo che la Sicilia ha bisogno.
Concludo dicendole che non è con questo importante provvedimento che si trascureranno tutti gli altri problemi che la Sicilia ha.
Cordiali saluti, Diego Livoti
L'autore del pezzo è vittima, come tutti noi, del mancato insegnamento - fino ad ora - della lingua siciliana (chiamata "dialetto" solo dai linguisti italiani). E, per ciò, non ha colpa alcuna per quello che scrive.
Quale dialetto insegnare? Non avendo studiato letteratura siciliana a scuola, l'autore, come la gran parte dei siciliani, è convinto che ogni città ha il suo dialetto, con le sue diverse sfumature. Ed in ciò ha ragione (anche nell'usare il termine "dialetto"). Il fatto è che non sarà questo ad essere insegnato nelle scuole ma la lingua siciliana (ovviamente sconosciuta all'autore ed ai più). Scrittori e poeti di ogni tempo, catanesi, palermitani, trapanesi e di ogni altra parte di Sicilia non hanno scritto e non scrivono nel loro dialetto locale ma in lingua siciliana, sostanzialmente uniforme, nonostante non sia stata ufficialmente codificata. Consiglio all'autore e a chi avesse curiosità, di leggere, ad esempio, gli scritti del poeta catanese Martoglio e del palermitano Meli (tanto per citarne due tra i più illustri). Si veda se scrivono in catanese e palermitano o in... Siciliano. Se il siciliano fosse stato insegnato a scuola, nessuno avrebbe scritto un articolo come quello di sopra. Già solo per questo, è importante che si insegni.
Chi non ha conoscenza e coscienza della propria peculiare cultura, della propria lingua, è inutile che studi le lingue e le culture degli altri; a meno che non abbia deciso di repudiare la propria identità.
Sono pienamente d'accordo con lei, evidentemente si pensa ad uno studio del tipo, numinagghi, detti, traduzioni territoriali delle singole parole, a catania cretino si dice così.... mentre a trapani si dice cosà... e via dicendo.
Non si parla di lingua in termini di cultura prodotta, ma in termini di uso locale delle parole, cosa che è importante ma non esaustiva dello studio di una lingua.
Il fatto che chi scrive pensi in siciliano e che per lavorare e colloquiare con i colleghi piemontesi debba tradurre è già un suo limite, io parlerei piuttosto di scelta di espressione.
L'idea di considerare il dialetto come un bene personale da non utilizzare nello scambio con l'Altro, e non una lingua madre che con i suoi contenuti può arricchire il nostro italiano è fonte di impoverimento tanto della lingua italiana quanto della nostra letteratura.
Secondo me non è tutta questa grande tragedia che finalmente i politici siciliani abbiano intenzione di tutelare quella che è effettivamente la nostra LINGUA , la lingua dei nostri Padri! Il Palermitano, il Catanese ecc sono dialetti del Siciliano, e ovviamente quello che va insegnato è quello derivato dal Siciliano poetico a mio parere! Poi attualmente i Siciliani non parlano bene ne il Siciliano ne l'italiano perchè lo mischiano purtroppo! Se invece si ha una cognizione del nostro bilinguismo questo non dovrebbe accadere! D'altronde l'unica unità di cui dovremmo essere fieri è l'Unità Siciliana , tutte le altre ci hanno recato (e ci recano) solo danno, partendo proprio dal genocidio culturale di cui siamo vittime noi Siciliani, che abbiamo dimenticato non solo la fierezza del nostro Popolo, ma prima di tutto abbiamo dimenticato di essere un Popolo e ci definiamo italiani, europei ecc ecc... Noi siamo Siciliani, nelle nostre vene scorre il sangue dei Popoli che hanno reso la Sicilia grande, i Sicani i Siculi, i Greci e i Normanni...
Il guaio è proprio questo: noi siciliani non siamo un popolo, ma quanto meno due popoli! Gli eredi della Magna Grecia a oriente e gli eredi dei fenici - cartaginesi - troiani ad occidente! Questi due popoli sempre in guerra tra loro nei millenni hanno versato tanto di quel sangue aggredendosi ed uccidendosi reciprocamente che tuttora ne è rimasta traccia nell'inimicizia tra Palermo e Catania.
Forse sarebbe stato meglio non farne un'unica regione, ma due regioni autonome.
L'italiano è stato lingua, studiata e parlata in Europa, ben prima che venisse riconosciuta da uno Stato nazionale.
Il Gaelico era lingua anche e soprattutto quando la Gran Bretagna ne proibiva l'uso.
Qualcuno ha presente la grande letteratura yddish?
Ma che dice l'autore dell'articolo? Ormai la maggior parte di noi siciliani pensiamo in italiano e poi - confermo poi e molto poi - traduciamo in dialetto!
Non esiste nessuna conflittualità tra lo studio della lingua italiana e di quella siciliana, peraltro solo lingua regionale e non lingua minoritaria.
Chi la vede è solo persona arretrata culturalmente.
Una lingua viene ufficialmente codificata quando viene riconosciuta - dalla politica - come lingua ufficiale di uno stato (lingua nazionale) o di una regione (lingua regionale).
L'alternativa non è tra non insegnare il Siciliano (di Meli, di Martoglio e del Nobel Pirandello) oppure metterlo al posto dell'Italiano. Esiste anche il bilinguismo, quello ufficiale. Che, come assicurano tutti i linguisti, non fa per nulla male giacché aiuta a non commettere errori nella lingua nazionale e facilita l'apprendimento delle lingue straniere.
L'italiano è stato lingua, studiata e parlata in Europa, ben prima che venisse riconosciuta da uno Stato nazionale.
Il Gaelico era lingua anche e soprattutto quando la Gran Bretagna ne proibiva l'uso.
Qualcuno ha presente la grande letteratura yddish?
Lei stesso scrive che la "lingua siciliana" non è stata uffivialmente codificata. La lingua italiana ebbe le "tre corone fiorentine" Dante, Petrarca e Boccaccio. A qualcuno sta bene mettere al loro posto D'Agostino, Lentini e Rinaldi. I gusti son gusti.
Una lingua viene ufficialmente codificata quando viene riconosciuta - dalla politica - come lingua ufficiale di uno stato (lingua nazionale) o di una regione (lingua regionale).
L'alternativa non è tra non insegnare il Siciliano (di Meli, di Martoglio e del Nobel Pirandello) oppure metterlo al posto dell'Italiano. Esiste anche il bilinguismo, quello ufficiale. Che, come assicurano tutti i linguisti, non fa per nulla male giacché aiuta a non commettere errori nella lingua nazionale e facilita l'apprendimento delle lingue straniere.
L'autore del pezzo è vittima, come tutti noi, del mancato insegnamento - fino ad ora - della lingua siciliana (chiamata "dialetto" solo dai linguisti italiani). E, per ciò, non ha colpa alcuna per quello che scrive.
Quale dialetto insegnare? Non avendo studiato letteratura siciliana a scuola, l'autore, come la gran parte dei siciliani, è convinto che ogni città ha il suo dialetto, con le sue diverse sfumature. Ed in ciò ha ragione (anche nell'usare il termine "dialetto"). Il fatto è che non sarà questo ad essere insegnato nelle scuole ma la lingua siciliana (ovviamente sconosciuta all'autore ed ai più). Scrittori e poeti di ogni tempo, catanesi, palermitani, trapanesi e di ogni altra parte di Sicilia non hanno scritto e non scrivono nel loro dialetto locale ma in lingua siciliana, sostanzialmente uniforme, nonostante non sia stata ufficialmente codificata. Consiglio all'autore e a chi avesse curiosità, di leggere, ad esempio, gli scritti del poeta catanese Martoglio e del palermitano Meli (tanto per citarne due tra i più illustri). Si veda se scrivono in catanese e palermitano o in... Siciliano. Se il siciliano fosse stato insegnato a scuola, nessuno avrebbe scritto un articolo come quello di sopra. Già solo per questo, è importante che si insegni.
Chi non ha conoscenza e coscienza della propria peculiare cultura, della propria lingua, è inutile che studi le lingue e le culture degli altri; a meno che non abbia deciso di repudiare la propria identità.
Lei stesso scrive che la "lingua siciliana" non è stata uffivialmente codificata. La lingua italiana ebbe le "tre corone fiorentine" Dante, Petrarca e Boccaccio. A qualcuno sta bene mettere al loro posto D'Agostino, Lentini e Rinaldi. I gusti son gusti.
L'autore del pezzo è vittima, come tutti noi, del mancato insegnamento - fino ad ora - della lingua siciliana (chiamata "dialetto" solo dai linguisti italiani). E, per ciò, non ha colpa alcuna per quello che scrive.
Quale dialetto insegnare? Non avendo studiato letteratura siciliana a scuola, l'autore, come la gran parte dei siciliani, è convinto che ogni città ha il suo dialetto, con le sue diverse sfumature. Ed in ciò ha ragione (anche nell'usare il termine "dialetto"). Il fatto è che non sarà questo ad essere insegnato nelle scuole ma la lingua siciliana (ovviamente sconosciuta all'autore ed ai più). Scrittori e poeti di ogni tempo, catanesi, palermitani, trapanesi e di ogni altra parte di Sicilia non hanno scritto e non scrivono nel loro dialetto locale ma in lingua siciliana, sostanzialmente uniforme, nonostante non sia stata ufficialmente codificata. Consiglio all'autore e a chi avesse curiosità, di leggere, ad esempio, gli scritti del poeta catanese Martoglio e del palermitano Meli (tanto per citarne due tra i più illustri). Si veda se scrivono in catanese e palermitano o in... Siciliano. Se il siciliano fosse stato insegnato a scuola, nessuno avrebbe scritto un articolo come quello di sopra. Già solo per questo, è importante che si insegni.
Chi non ha conoscenza e coscienza della propria peculiare cultura, della propria lingua, è inutile che studi le lingue e le culture degli altri; a meno che non abbia deciso di repudiare la propria identità.
Ahh le solite nostalgie nazionalistiche. Meno male che l'ottocento è passato da due secoli. Hai votato i nostri cari "fratelli d'Italia" Berlusconi e Lega Nord? Oggi in Sicilia abbiamo bisogno di ciò che ci unisce come siciliani, la lingua siciliana, e ciò che ci unisce come cittadini globalizzati, l'inglese e l'arabo. Mi dispiace dirlo ma non vi è più spazio né rispetto per l'italiano ormai in declino nel mondo.
Invece il siciliano (?) rifulge sull'intero orbe terracqueo...
Secondo me non è tutta questa grande tragedia che finalmente i politici siciliani abbiano intenzione di tutelare quella che è effettivamente la nostra LINGUA , la lingua dei nostri Padri! Il Palermitano, il Catanese ecc sono dialetti del Siciliano, e ovviamente quello che va insegnato è quello derivato dal Siciliano poetico a mio parere! Poi attualmente i Siciliani non parlano bene ne il Siciliano ne l'italiano perchè lo mischiano purtroppo! Se invece si ha una cognizione del nostro bilinguismo questo non dovrebbe accadere! D'altronde l'unica unità di cui dovremmo essere fieri è l'Unità Siciliana , tutte le altre ci hanno recato (e ci recano) solo danno, partendo proprio dal genocidio culturale di cui siamo vittime noi Siciliani, che abbiamo dimenticato non solo la fierezza del nostro Popolo, ma prima di tutto abbiamo dimenticato di essere un Popolo e ci definiamo italiani, europei ecc ecc... Noi siamo Siciliani, nelle nostre vene scorre il sangue dei Popoli che hanno reso la Sicilia grande, i Sicani i Siculi, i Greci e i Normanni...
Infatti non è una tragedia. E' una farsa.
Secondo me non è tutta questa grande tragedia che finalmente i politici siciliani abbiano intenzione di tutelare quella che è effettivamente la nostra LINGUA , la lingua dei nostri Padri! Il Palermitano, il Catanese ecc sono dialetti del Siciliano, e ovviamente quello che va insegnato è quello derivato dal Siciliano poetico a mio parere! Poi attualmente i Siciliani non parlano bene ne il Siciliano ne l'italiano perchè lo mischiano purtroppo! Se invece si ha una cognizione del nostro bilinguismo questo non dovrebbe accadere! D'altronde l'unica unità di cui dovremmo essere fieri è l'Unità Siciliana , tutte le altre ci hanno recato (e ci recano) solo danno, partendo proprio dal genocidio culturale di cui siamo vittime noi Siciliani, che abbiamo dimenticato non solo la fierezza del nostro Popolo, ma prima di tutto abbiamo dimenticato di essere un Popolo e ci definiamo italiani, europei ecc ecc... Noi siamo Siciliani, nelle nostre vene scorre il sangue dei Popoli che hanno reso la Sicilia grande, i Sicani i Siculi, i Greci e i Normanni...
Ahh le solite nostalgie nazionalistiche. Meno male che l'ottocento è passato da due secoli. Hai votato i nostri cari "fratelli d'Italia" Berlusconi e Lega Nord? Oggi in Sicilia abbiamo bisogno di ciò che ci unisce come siciliani, la lingua siciliana, e ciò che ci unisce come cittadini globalizzati, l'inglese e l'arabo. Mi dispiace dirlo ma non vi è più spazio né rispetto per l'italiano ormai in declino nel mondo.
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