Martedì Berlusconi affronta la scissione siciliana. Può accadere di tutto, anche lo scioglimento dell’Assemblea

22 aprile 2010 19:03
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Di sicuro sono in corso manifestazioni di giubilo in Sicilia, magari si stappa qualche bottiglia di champagne. Perché? E ve lo chiedete? Non tutti i mali vengono per nuocere, il drammone romano con il duello open air nella direzione del Pdl fra Fini e Berlusconi ha regalato una preziosa opportunità ai lealisti del Pdl, in gramaglie nell’Isola, ed alla robusta fronda democratica al governo Lombardo.  

"Sul caso del Pdl Sicilia - ha annunciato Silvio Berlusconi - interverremo a partire da martedì prossimo". La questione era rimasta “in sonno”, ma dal momento che è stata formalmente sollevata nel corso di battibecco fra Fini e Berlusconi, il Premier non ha potuto più far finta di non sapere o di non considerarla un “vulnus” al partito.

C’era stata invero la promessa di affrontare la questione in tempi ravvicinati, ed era stato dato incarico ai coordinatori nazionali, in prima fila Ignazio La Russa, di metterci mano. Poi non se n’è fatto niente un poco per via delle elezioni e un poco perché Silvio Berlusconi non aveva deciso che fare. Scontentare Gianfranco o i suoi fedelissimi siciliani, Schifani e Alfano? Qualunque decisione avrebbe portato scompiglio ed avrebbe suscitato reazioni forti con esiti imprevedibili.

La scelta di fare decantare la situazione, tuttavia, ha suggerito ai lealisti, il Pdl siciliano, l’ipotesi che il Premier volesse lasciare le cose come stanno, tanto che a un certo punto gli avversari più determinati di Miccichè, Cascio e Castiglione, tanto per fare qualche nome, hanno detto chiaro e tondo che la volontà di non affrontare il caso siciliano significava che a Berlusconi la situazione gli stava bene. Si era percepita una certa rassegnazione nelle file dei lealisti.

Solo qualche settimana fa fra Alfano e Miccichè era esplosa una lite con scambio di accuse e qualche insulto, in qualche modo una novità per i toni accesi messi in campo dal Ministro della Giustizia, chiamato in causa da Lombardo (“mandi gli ispettori solo quando la cosa interessa Berlusconi”).  Nessuno s’aspettava che il caso Sicilia fosse affrontato. E sarebbe stato così senza la lite fra il Presidente della Camera e il Cav.

"Verdini è stato bravissimo con Bondi e La Russa ma perché in Sicilia convivono due partiti, il Pdl e il Pdl Sicilia?”. Gli ha chiesto Fini. “E il Pdl Sicilia è guidato da un uomo di Berlusconi, Micciché, e non da un eretico vicino a Fini", ha aggiunto, sollevando la questione delle "modalità di organizzazione" del partito. "Allora pongo un problema reale quando dico di discutere delle modalità di organizzazione ".

A questa contestazione, Berlusconi ha reagito immediatamente, afferrando il microfono . "Abbiamo deciso, in presenza di una campagna elettorale, di sospendere ed affrontare il problema della Sicilia dopo le elezioni regionali. Tu hai autorizzato i tuoi uomini a partecipare, ci sono otto uomini tuoi".

Vero, ma ce ne sono di più di provenienza dal Pdl, il cui gruppo si è dimezzato nell’Assemblea regionale siciliana.

Ora che cosa succederà?

I coordinatori nazionale chiameranno a raccolta i “ribelli”, faranno alcune concessioni (Miccichè al vertice in Sicilia, insieme ad un “lealista”) e rivolgeranno loro una specie di ultimatum: o tornate a casa o siete fuori dal partito. Ove ciò avvenisse, le implicazioni sarebbero  consequenziali, a cascata: gli scissionisti tornano a casa, Raffaele Lombardo resta senza maggioranza e l’Assemblea senza governo, di fatto. Risultato finale: scioglimento dell’Assemblea, il secondo nel giro di due anni circa, e ritorno alle urne.

C’è un’altra ipotesi: Gianfranco Miccichè risponde picche, come ha fatto nei giorni scorsi, la maggioranza resta immutata e prende il via il Partito del Sud in condominio fra Lombardo e Miccichè. Questo scenario, però, presuppone che Miccichè e Lombardo trovino una soluzione per la candidatura alla presidenza alle future regionali.

E i finiani? Restano fuori dalla partita, minoranza del Pdl? Anche per loro, soprattutto per loro, si proporrebbe il dilemma: dentro o fuori dal Pdl e dal governo. Che cosa decideranno?

Le sorti della legislatura sono in bilico.

E il Pd? Non può influire sul corso degli eventi. Generalmente offre il meglio di sé quando ha i numeri per decidere. Dividendosi a sua volta, com’è accaduto finora, al punto da annunciare il primo referendum della storia di un partito su una scelta politica di competenza dei dirigenti.

 

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Anonimo 25 aprile :05
L'utente ha risposto al commento anonimo del 25 aprile 2010. Visualizza »

La Sicilia uscirà dal pantano in cui l'ha cacciata il fallimento politico di Lombardo  ... e finalmente si creeranno le condizioni per ricomporre le vecchie alleanze che in Sicilia hanno prodotto negli anni progresso, benessere, cultura e indipendenza dalla mafia. Complimenti Svevo, è quello che volevamo !!

 

 

 

Testo in corso di verifica
Anonimo 25 aprile :47
L'utente ha risposto al commento anonimo del 25 aprile 2010. Visualizza »

SICILIA: si avvicina il redde rationem.

Quello che sta accadendo non stupisce alcuno e l'articolista ha condotto una buona analisi, Per conto mio avevo ipotizzato uno scenario del genere diversi mesi addietro, con la certezza che né Lombardo né Miccichè siano cavalli politici di razza.

I fatti lo confermano. I risultati si vedranno prossimamente, ma saranno esattamente opposti a quelli sperati da Andersonefareweto, il quale dimostra di avere scarsa capacità di lettura delle strategie berlusconiane, a parte la cecità riguardo ai risultati elettorali che vedono un'affermazione conclamata del premier non solo nelle regioni più importanti e popolate, ma anche nei comuni, persino in casa dipietrista.

Lo scontro tra Berlusconi e Fini ha finalmente liberato il campo dalle ambiguità e dai complotti interni, è l'ora della chiarezza e i numeri usciti dalla votazione del documento finale alle direzione centrale del Pdl lo dimostrano senza possibilità di equivoci. La democrazia è basata sul voto, sempre! Le illusioni di Fini e del suo minuscolo gruppo si infrangono sul bastione granitico del Pdl, questa è la semplice realtà dei fatti. Lo scenario siciliano dovrà necessariamente riflettere questo dato, chi deciderà di abbandonare il Pdl è libero di andarsene e di fondare questo  sgangherato quanto anacronistico "Partito del Sud", il cui fallimento è già nell'idea e negli uomini che vorrebbero fondarlo. Cioè a dire che quando si fonda un nuovo soggetto politico sul fallimento di quello precedente, il risultato non può essere che uguale, se non peggiore.

Personalmente, interpretando la rinuncia di Miccichè ad intervenire dopo le sparate di Fini nella direzione centrale del Pdl, prevedo più saggio e probabile un suo ritorno a casa, definitivo e chiaro, tanto più che Berlusconi ha finito di rompersi le scatole cercando di negoziare ogni giorno coi furbetti della politica.

E la Sicilia finalmente uscirà dal pantano in cui l'ha cacciata il fallimento politico di Lombardo.

Svevo

 

La Sicilia uscirà dal pantano in cui l'ha cacciata il fallimento politico di Lombardo  ... e finalmente si creeranno le condizioni per ricomporre le vecchie alleanze che in Sicilia hanno prodotto negli anni progresso, benessere, cultura e indipendenza dalla mafia. Complimenti Svevo, è quello che volevamo !!

 

 

 

Anonimo 24 aprile :06

SICILIA: si avvicina il redde rationem.

Quello che sta accadendo non stupisce alcuno e l'articolista ha condotto una buona analisi, Per conto mio avevo ipotizzato uno scenario del genere diversi mesi addietro, con la certezza che né Lombardo né Miccichè siano cavalli politici di razza.

I fatti lo confermano. I risultati si vedranno prossimamente, ma saranno esattamente opposti a quelli sperati da Andersonefareweto, il quale dimostra di avere scarsa capacità di lettura delle strategie berlusconiane, a parte la cecità riguardo ai risultati elettorali che vedono un'affermazione conclamata del premier non solo nelle regioni più importanti e popolate, ma anche nei comuni, persino in casa dipietrista.

Lo scontro tra Berlusconi e Fini ha finalmente liberato il campo dalle ambiguità e dai complotti interni, è l'ora della chiarezza e i numeri usciti dalla votazione del documento finale alle direzione centrale del Pdl lo dimostrano senza possibilità di equivoci. La democrazia è basata sul voto, sempre! Le illusioni di Fini e del suo minuscolo gruppo si infrangono sul bastione granitico del Pdl, questa è la semplice realtà dei fatti. Lo scenario siciliano dovrà necessariamente riflettere questo dato, chi deciderà di abbandonare il Pdl è libero di andarsene e di fondare questo  sgangherato quanto anacronistico "Partito del Sud", il cui fallimento è già nell'idea e negli uomini che vorrebbero fondarlo. Cioè a dire che quando si fonda un nuovo soggetto politico sul fallimento di quello precedente, il risultato non può essere che uguale, se non peggiore.

Personalmente, interpretando la rinuncia di Miccichè ad intervenire dopo le sparate di Fini nella direzione centrale del Pdl, prevedo più saggio e probabile un suo ritorno a casa, definitivo e chiaro, tanto più che Berlusconi ha finito di rompersi le scatole cercando di negoziare ogni giorno coi furbetti della politica.

E la Sicilia finalmente uscirà dal pantano in cui l'ha cacciata il fallimento politico di Lombardo.

Svevo

 

Anonimo 23 aprile :20

Io penso che la situazione sicilia sia un problema, perchè non da chiarezza agli elettori se votiamo per i partiti oppure per coloro che pur di stare in poltrona fanno accordi sotobanco anche se questi dovessoro apparire poco chiari per chi a combatuto il fenomeno mafioso in sicilia

Anonimo 23 aprile :04
L'utente ha risposto al commento anonimo del 23 aprile 2010. Visualizza »

Ricompattiamo il PDL e andiamo a votare, questa e' la cosa giusta.

Non si capisce piu' chi ci governa!!

Una parte del PD-una parte del PDL - MPA, che casino, si voti subito almeno i siciliani possono scegliere chi ci deve governare!

Per il bene della Sicilia, Invito il Presidente-Governatore a rimettere il suo mandato.

L'Osservatore

Finalmente leggo un intervento intelligente, è sotto gli occhi di tutti quello che si è realizzato e cioè la decuffarizzazione ha avuto nel suo punto più alto il fallimento del governo Lombardo-Miccichè ( che a mio avviso è il guastatore principale, in quanto pur di far pagare a Totò Cuffaro quello che comunque è riuscito a fargli pagare per  tramite Lombardo) e quindi, credo anch'io per il bene della nostra Sicilia si torni a votare, per fare finalmente chiarezza (SPERO). MA, VI RNDETE CONTO CHRE NON SI E' IN GRADO MANCO DI FARE APPROVARE LA FINANZIARIA, STRUMENTO FONDAMENTALE PER LA GESTIONE DEL BENE PUBBLICO. GRAZIE

Anonimo 23 aprile :24

Le combinazioni politiche a cui siamo abituati sicuramente promettono una moltitudine di soluzioni come indicate nel servizio. Qui però sta accadendo quello che era previsto. Considerando che dovrebbe essere scontato un intervento di Berlusconi (o prima o dopo doveva pur accorgersi di qualche cambiamento in Sicilia), intravedo invece un passaggio politico sicuramente importante ma previsto dalle parti interessate. Inoltre, diciamo che risulterebbe una verifica forte di quanto deciso a suo tempo nonché un'opportunità di rivalsa per alcuni "attori" per una dignità politica magari dispersa negli anni. Un'opportunità di forte rilancio del progetto su cui si sta collaborando tra le parti. Abbiamo sempre ribadito che indietro non si torna!   per cui un eventuale ripescaggio da parte del premier nazionale sarebbe sicuramente una sconfitta morale dei politici coinvolti che comunque sarebbero emarginati e successivamente "puniti" al momento opportuno. 

Inoltre impossibile pensare che mentre una parte dell'elettorato continuerà a navigare tra un "cliente" ed un altro, tanti altri siciliani illusi dal cambiamento potrebbero comunque non perdonare un ritorno al passato.

Nella logica delle cose e sulla base di queste riflessioni, dovremmo andare comunque avanti ma la logica non sempre alberga da queste parti, vediamolo allora come un bell'esame di maturità che questi politici dovranno  sostenere per acquisire una credibilità in un progetto importante ed impegnativo.

 

Un caro saluto

MX

 

Anonimo 23 aprile :08

 Ancora qui in Sicilia stiamo a parlare di chi è a favore e chi contro a Lombardo...ed intanto il governo nazionale taglia a più non posso nella scuola, elogia la fiat per il piano industriale abbandonando di fatto Termini Imerese, cede la guida delle fondazioni bancarie alla lega nord, non parla più di ponte sullo stretto e di infrastrutture al sud, neanche il minimo accenno allo sviluppo turistico della Sicilia (vedasi questione casinò di Taormina)....ma dai commenti presenti la maggiorparte dei siciliani stanno sbavando per il ritorno degli uomini di Alfano e Schifani.....come se a loro stessero a cuore le sorti di Termini o del ponte o dei tanti problemi di disoccupazione che ci stanno investendo direttamente (mai una parola a favore della Sicilia, anzi addirittura fango sulle pagine del corriere della sera!).

A me sembra che ancora non siamo preparati al federalismo....Lombardo riemergerà quando anche i più assoggettati al potere partitico centralista si renderanno effettivamente conto di quanto toglieranno a noi ed ai nostri figli in favore del nord predone e padrone. In Sicilia i lealisti sono tanti....i coraggiosi molti ma molti meno!

il pattese

Anonimo 23 aprile :04
L'utente ha risposto al commento anonimo del 23 aprile 2010. Visualizza »

La "quota" AN del PDL rappresenta l'anima statalista del partito,quindi in conflitto con il liberismo e l'efficientismo del resto della coalizione.Era inevitabile che i nodi arrivassero al pettine (fino li' tutto chiaro,incomprensibili invece le prese di posizione sull'immigrazione di Fini che sembrano del tutto strumentali).Ora si vedrà come reagirà l'elettorato.Al nord sono tutti compattamente con Berlusconi essendo più "vicini" all'Europa.Al sud si é sempre campato di stato assistenzialista e creatore di posti fasulli (ma stipendi reali)....ma un voto del sud "conta" come uno del nord.Speriamo che anche al sud capiscano che siamo nel terzo millenio e l'aria deve cambiare,volenti o nolenti.Maroni sta facendo egregiamente la sua parte nella lotta alla criminalità organizzata,che é una delle premesse per mettersi in carreggiata.

La sua analisi non fa una grinza tranne una cosa: il liberismo di cui parliamo si deve domostrare con i fatti, in pratica i discorsi devono tradursi in provvedimenti legislativi volti a eliminare in tutti i settori i vari protezionismi che non consentono a libero mercato di esprimere il suo lato migliore e cioè tariffe più basse penso alle assicurazioni e ai servizi bancari, penso all'energia, gas benzina etc., penso a un informazione televisiva pìù libera e non con due soli protagonisti di cui uno finto pubblico e l'altro privato e sappiamo chi è il proprietario. Tutto questo per dirle che il Presidente del consiglio dal quale lei si aspetta più liberismo alla fine è uno che con le leggi di settore che via via i governi hanno fatto per lui ha in pratica blindato la sua azienda che tranquilla tranquilla e senza concorrenza alcuna è diventata il colossa televisivo che sappiamo. In uno dei settori dove la concorrenza c'era ed era agguerrita cioè la grande distribuzione li il nostro presidente ha ceduto(standa). Quindi il liberismo che mi creda a me come a lei farebbe bene deve essere fatto con i fatti scusi il gioco di parole, ma fino adesso io in quasi 15 anni di governi Berlusconi ho visto ben poco che ne pensa?

Anonimo 23 aprile :45

Ricompattiamo il PDL e andiamo a votare, questa e' la cosa giusta.

Non si capisce piu' chi ci governa!!

Una parte del PD-una parte del PDL - MPA, che casino, si voti subito almeno i siciliani possono scegliere chi ci deve governare!

Per il bene della Sicilia, Invito il Presidente-Governatore a rimettere il suo mandato.

L'Osservatore

Anonimo 23 aprile :52

La "quota" AN del PDL rappresenta l'anima statalista del partito,quindi in conflitto con il liberismo e l'efficientismo del resto della coalizione.Era inevitabile che i nodi arrivassero al pettine (fino li' tutto chiaro,incomprensibili invece le prese di posizione sull'immigrazione di Fini che sembrano del tutto strumentali).Ora si vedrà come reagirà l'elettorato.Al nord sono tutti compattamente con Berlusconi essendo più "vicini" all'Europa.Al sud si é sempre campato di stato assistenzialista e creatore di posti fasulli (ma stipendi reali)....ma un voto del sud "conta" come uno del nord.Speriamo che anche al sud capiscano che siamo nel terzo millenio e l'aria deve cambiare,volenti o nolenti.Maroni sta facendo egregiamente la sua parte nella lotta alla criminalità organizzata,che é una delle premesse per mettersi in carreggiata.

Anonimo 23 aprile :52

"E' l'ora delle decisioni irrevocabili!..."

Il Presidente della Regione, meno di 10 giorni fa, aveva garantito ad oltre 8000 lavoratori Regionali che avrebbe risolto i problemi posti, a partire dalla stabilizzazione dei lavoratori precari dell'Amministrazione Regionale.

La richiesta di chiudere con il precariato è motivata, oltre che dalla necessità di dare stabilità a lavoratori che da 20 anni vivono senza certezza nel loro futuro, anche dal processo di riforma complessivo della Pubblica Amministrazione che ormai non può più attendere e che può essere portato a compimento solo se si risolve le questioni legate al personale.

La sicurezza con cui Lombardo aveva rappresentato la superabilità di tale annosa vicenda , attraverso la presentazione di un apposito mendamento in finanziaria, viene oggi claramosamente smentita considerato che lo stesso emendamento è stato definitivamente stralciato, dando così un colpo di scure alla stabilizzazione e al finanziamento del rinnovo contrattuale.

Le riserve espresse a conclusione dell'incontro e che oggi trovano purtroppo conferma, impone la mobilitazione dei lavoratori per mettere il Presidente della Regione davanti alle sue responsabilità e imporgli di mantenere gli impegni assunti. Per questi motivi a partire da domani pomeriggio, nel momento in cui riprenderà il dibattito Parlamentare, è convocato un presidio davanti l'A.R.S., per rappresntare a Lombardo, che parteciperà ai lavori d'aula, ed ai gruppi Parlamentari la necessità di chiudere definitivamente la stagione del precariato dando garanzia del diritto alla stabilità ai lavoratori (da un documento unitario di tutte le OO.SS.)

Anonimo 23 aprile :26

Ma di cosa stiamo parlando? Miccichè fuori dal PDL ha 3 voti.

Anonimo 23 aprile :02
L'utente ha risposto al commento di andersonefareweto del 23 aprile 2010. Visualizza »

 

"Può accadere di tutto" ............. anche assolutamente niente, com'è stato sino ad oggi.

Ormai Berlusconi appena si muove fa danno.

La questione siciliana gli è palesemente sfuggita di mano da tempo. Cosa crede di poter fare adesso?

Supponiamo che si impegni per una riconciliazione.

Troppo tardi. IL suo intervento, da una parte o dall'altra, verrebbe sicuramente da una fragorosa salva di fischi e piriti.

Supponiamo che decida di scomunicare Miccichè, togliendogli il posticino da sottosegretario.

Persino un semi-mollusco politico come il nostro "guascone" siciliano reagirebbe sicuramente in modo determinato, abbracciando, con ogni probabilità, Lombardo è rompendo gli indugi verso il temutissimo il Partito del Sud.

Supponiamo, invece, che tenti la strada di re insediare Miccichè alla testa del partito in Sicilia.

Almeno la metà dei deputati PdL all’ARS, la prenderebbe come una specie di condanna a morte politica e non potrebbe mai accettare una cosa del genere.

Insomma, come la vogliamo mettere la mettiamo, ma pare proprio che “Arcor-Man”, ora come ora, abbia proprio le mani legate.

Nel frattempo il PdL, che Silvio continua a “spacciare” per vincente, sta subendo una copiosa emorragia di voti, in tutta Italia, che sembra essere difficile anche solo da tamponare.

Bossi continua a cavalcare tronfio e baldanzoso e l’opposizione, che non brilla certo per l’efficacia e l’incisività della sua azione politica, comunque tiene botta e rimane ancorata alle proprie percentuali elettorali.

Insomma, dopo tutto, forse è meglio che Berlusca non faccia proprio nulla e cerchi di tirare avanti finché può, tenendo i toni il più bassi possibile.

due possibilita':

O arriveranno una valanga di miliardi e tutti finisci a scriticheddu..

O ci saranno i Botti...

Anonimo 22 aprile :42

Pare che a Lombardo la buona sorte stia voltando le spalle prima con la fuga di notizie e ora con sta gran mala cumpassa di Berlusconi e Fini in diretta. Adesso il presidente non può più far finta di non vedere cosa accade in Sicilia e dovra risolvere questa pagliacciata.

Tutti a casa? Sarebbe ora...

andersonefareweto 22 aprile :35

 

"Può accadere di tutto" ............. anche assolutamente niente, com'è stato sino ad oggi.

Ormai Berlusconi appena si muove fa danno.

La questione siciliana gli è palesemente sfuggita di mano da tempo. Cosa crede di poter fare adesso?

Supponiamo che si impegni per una riconciliazione.

Troppo tardi. IL suo intervento, da una parte o dall'altra, verrebbe sicuramente da una fragorosa salva di fischi e piriti.

Supponiamo che decida di scomunicare Miccichè, togliendogli il posticino da sottosegretario.

Persino un semi-mollusco politico come il nostro "guascone" siciliano reagirebbe sicuramente in modo determinato, abbracciando, con ogni probabilità, Lombardo è rompendo gli indugi verso il temutissimo il Partito del Sud.

Supponiamo, invece, che tenti la strada di re insediare Miccichè alla testa del partito in Sicilia.

Almeno la metà dei deputati PdL all’ARS, la prenderebbe come una specie di condanna a morte politica e non potrebbe mai accettare una cosa del genere.

Insomma, come la vogliamo mettere la mettiamo, ma pare proprio che “Arcor-Man”, ora come ora, abbia proprio le mani legate.

Nel frattempo il PdL, che Silvio continua a “spacciare” per vincente, sta subendo una copiosa emorragia di voti, in tutta Italia, che sembra essere difficile anche solo da tamponare.

Bossi continua a cavalcare tronfio e baldanzoso e l’opposizione, che non brilla certo per l’efficacia e l’incisività della sua azione politica, comunque tiene botta e rimane ancorata alle proprie percentuali elettorali.

Insomma, dopo tutto, forse è meglio che Berlusca non faccia proprio nulla e cerchi di tirare avanti finché può, tenendo i toni il più bassi possibile.

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