Berlusconi contro Lombardo. Punita la ribellione siciliana. Roma vuole bocciare le nomine dei direttori generali della Regione

02 marzo 2010 09:00
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Alla faccia del federalismo. Si stringe al centro invece che aprire in periferia, fra il dire e il fare c’è davvero il mare. Lasciamo perdere il merito – può darsi che le nomine di nove direttori generali esterni all’amministrazione non siano condivisibile, ma il dissenso avrebbe dovuto rimanere politico, altrimenti si trasforma  in un attacco all’arma bianca allo Statuto siciliano ed alle prerogative residue dell’Autonomia speciale.

 

Uno sgarbo del governo di centrodestra ai ribelli siciliani o una leggerezza del governo Lombardo, come hanno commentato alcuni deputati regionali Pdl dopo avere appreso della decisione romana?

 

Ha tutta l’aria di essere uno sgarbo, comunque stiano le cose. Se così fosse saremmo davvero alla frutta. Giocarsi quel che resta dello Statuto siciliano per un piatto di lenticchie sarebbe biasimevole. Il livello di scontro ha raggiunto livelli davvero imprevedibili, le dispute contagiano anche le corrette relazioni istituzionali, mettendo a repentaglio funzioni e prerogative autonomiste.

 

Il conflitto di attribuzione proposto dal Consiglio dei Ministri è rivolto contro un provvedimento legislativo. Non è solo una forzatura, ma una palese intrusione nei poteri della Regione siciliana. Una intrusione peraltro annunciata dagli organi regionali del Pdl siciliano subito dopo le nomine. Fu subito chiaro che il dissenso siciliano al provvedimento del governo regionale nasceva da motivazioni prettamente politiche: la scelta dei direttori non era stata condivisa dal Pdl lealista e dall’Udc che non vi avevano partecipato. Ed è proprio a causa di ciò che sembra trarre origine il conflitto.

 

Non c’è da meravigliarsi se esso sia finito così in alto: in Sicilia viene conteso anche l’ultimo strapuntino, figuriamoci le poltrone importanti come le direzioni generali. Pochi hanno sospettato, tuttavia, nonostante l’asprezza della polemica suscitata dalle nommine, che la diatriba varcasse lo Stretto e coinvolgesse addirittura il Consiglio dei Ministri, allo scopo di ottenere la bocciatura del provvedimento attraverso una proposta di impugnativa.

 

“Sembrerebbe che la violazione venga individuata nel fatto che la percentuale di nominati sia pari al 30% dei posti disponibili, mentre la legge nazionale prevede un limite del 10%", ha commentato il Presidente della Regione, Raffaele Lombardo.  "Se le notizie trovassero riscontro - sostiene il governatore - saremmo di fronte ad un evento che, oltre a non avere precedenti noti, lascia attoniti per la sua palese estraneita' al sistema istituzionale".

 

Le ragioni dello stupore sono spiegate dallo stesso Lombardo: "Secondo quanto prevede l'art. 14 dello Statuto, la Regione siciliana ha potestà legislativa esclusiva in materia di ordinamento degli uffici regionali e del suo personale. Nessuna competenza ha, in materia, lo Stato, le cui leggi trovano applicazione solo se la Regione non abbia altrimenti disposto…, in presenza di una norma regionale espressa, la norma statale non puo' trovare applicazione".

 

Le ragioni della recriminazione non sono tutte qui.

 

Lo Statuto regionale siciliano prevede che sia il Commissario dello Stato ad esaminare le leggi regionali. Il Commissario esercita la funzione di un giudice costituzionale perché è chiamato a giudicare della legittimità dei provvedimenti dell’Assemblea regionale siciliana e dei provvedimenti degli organi statali, il Parlamento o il Consiglio dei Ministri.

 

La legge regionale impugnata è stata esaminata favorevolmente dal Commissario dello Stato - che in Sicilia non e' il Commissario del Governo – “e, dunque, deve ritenersi perfettamente conforme alla Costituzione", precisa il Presidente della Regione siciliana.

 

In linea puramente teorica il Commissario dello Stato potrebbe opporsi, a sua volta, alla decisione del Consiglio dei Ministri, essendo un organo terzo fra lo Stato e la Regione, ove dovesse riscontrare il sospetto d’incustotizionalità del provvedimento.

 

Le implicazioni della disputa sono molto gravi. Ove dovesse prevalere la decisione del Consiglio dei Ministri, le prerogative della Regione siciliana subirebbero l’ennesimo colpo mortale, stabilendo un precedente di indubbio rilievo.

Nel Consiglio del Ministri ci sono tre siciliani: il Ministro Guardasigilli, Angelino La Russa, il Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo e il Ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Non risulta che sia stata sollevata alcuna obiezione da parte di titolari dei Dicasteri, stando alla nota ufficiale di Palazzo Chigi.

 

Quanto alle conseguenze politiche del provvedimento romano, esso fa rappresenta un deterioramento dei rapporti fra il governo regionale e il Governo Berlusconi e giunge all’indomani di una dichiarazione del governatore siciliano sulla presenza nella giunta di assessori del Partito democratico, eventualità scartata dall’alleato di Lombardo, Gianfranco Miccichè, che ha ispirato la spaccatura del Pdl e la nascita di un gruppom parlamentare autonomo all’Assemblea regionale siciliana.

 

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, ha disposto l'impugnativa, con conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale, di 9 deliberazioni della Giunta regionale siciliana del 29 dicembre 2009, con le quali era stato confermato, o conferito ex novo, l'incarico di direttore generale a nove soggetti non appartenenti agli organici regionali. Lo riferisce una nota del ministero.

 

Le delibere impugnate, che hanno disposto l'assunzione di personale 'esterno' nel limite del 30%, in contrasto con il limite del 10% imposto dal decreto legislativo 165/2001, sono state ritenute dal Governo in contrasto con i principi contenuti negli articoli 3 e 97 della Costituzione.

 

Il Cdm ha inoltre deliberato la rinuncia all'impugnativa, proposta con conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale nella riunione del 9 ottobre 2009, contro il decreto del dirigente generale del Dipartimento regionale trasporti e comunicazioni della Regione siciliana del 10 agosto 2009.

 

Con il provvedimento regionale impugnato era stata disposta, da parte regionale, la proroga per un quinquennio della data di scadenza dei contratti di servizio in corso con le imprese del trasporto pubblico locale, in contrasto con le competenze statali in materia di tutela della concorrenza. La rinuncia al giudizio è stata imposta dal mutamento del quadro normativo, che riguarda le regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano.

 

"Apprendo dalle agenzie di stampa che il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro Fitto, avrebbe disposto l'impugnativa, mediante conflitto di attribuzioni davanti alla Corte Costituzionale, delle deliberazioni con le quali la Giunta regionale di Governo ha provveduto alla nomina di nove dirigenti generali esterni". Lo ha dichiarato il Presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, dopo la diffusione delle prime notizie provenienti da palazzo Chigi sull'impugnativa delle nomine dei dirigenti generali della Regione Siciliana. "Si tratta di una notizia che era stata anticipata dai vertici regionali del partito del Ministro Fitto".

 

"Inoltre, posto che il conflitto si svolge a livello di legislazione statale e regionale (con prevalenza di quest'ultima: lo Statuto ha infatti rango di legge costituzionale), lo strumento del conflitto di attribuzioni e' inidoneo allo scopo, essendo relativo, nel frangente, ai conflitti fra Organi dello Stato e fra Regioni che si svolgano mediante atti che non siano espressione di potesta' legislativa'.

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Anonimo 03 marzo :09
L'utente ha risposto al commento anonimo del 03 marzo 2010. Visualizza »

Ho letto tutta la dissertazione da lei fatta in data 2 marzo sui difetti dei siciliani e di quella casta di politici che, nella vita non si sono realizzati e poichè incapaci, hanno pensato bene di entrare nei meandri della politica e fottere il povero cittadino onesto che, a stento, riesce a vivere e paga le tasse per sè e per i milioni di extracomunitari che vengono nel nostro paese per rimpinguarsi , non sanno fare nulla e nel loro paese acquistano fior di appartamenti, tanto qui vivono  sulle nostre spalle e non spendono nulla, oppure, rubano anche. Vogliono anche i diritti e scioperano per rivendicarli, e temo proprio che siano i nuovi barbari.

Mi ritornano in mente le parole lette sui libri di quella grande giornalista indipendente che era Oriana Fallaci, contro le immigrazioni sconsiderate e  di massa, approvate dai nostri governi sia di destra che di sinistra.

I siciliani, a torto, ci siamo sentiti sempre il sale della terra e il Gattopardo sosteneva che non abbiamo bisogno di migliorarci perchè  siamo già perfetti, ma questa perfezione non la riscontro nè nei cittadidini tantomeno nela collusa classe politica che, come il ricco Epulone, si rimpinza le tasche e i resti li getta ai poveri.

consideriamo il caso di una "badante" rumena,o polacca.

Vitto e alloggio sulle 24 ore,assicurato,mette da parte l'intero mensile che al suo paese vale 6 mesi di lavoro.

Viene a mani vuote e riparte con le valige piene,sopratutto quando l'assistito passa a miglior vita.

Se uno dei nostri figli va a lavorare al Nord

dobbiamo integrare la sua retribuzione perche' tra vitto,alloggio e trasporti,alla fine del mese non ci arriva.

Inesorabilmente invecchiamo,scoraggiamo i giovani a farsi una famiglia ed ad avere figli,e nel giro di una o 2 generazioni ci ritroveremo un paese di mussulmani,cinesi,indiani ,africani,somali,albanesi etc.

Anonimo 03 marzo :08
L'utente ha risposto al commento anonimo del 03 marzo 2010. Visualizza »

Al di la delle dissertazioni di diritto o semplicemente di disputa politica, la nostra non credibilità nei confronti dello stato sta nel fatto che non siamo all'altezza di uno statuto speciale, di cui si rivendica sempre e comunque la sacca di privilegi che ha consentito in oltre 60 anni ad un parlamento scellerato ed a govenicchi di persone banali di non fare assolutamente nulla di speciale per come merita il nostro statuto e la nostra sicilia. Ecco come hanno esercitato la specialità dello statuto:

 

In sicilia ci sono circa di persone occupate ovvero che hanno un'impiego, m a ben vedere i numeri sono questi:

650.000 nelle amministrazioni dello stato in sicilia (agenzia delle entrate, inps, prefetture, vigili del fuoco, esercito, carabinieri, polizia, personale scolastico, uffici giudiziari,ecc.)

80,000 nei comuni siciliani

15.000 nelle province siciliane

20.000 alla regione

120.000 fra ospedali, ausl ecc.

200.000 fra pip, lsu, e precari vari

200.000 fra società, municipalizzate, enti e aziende pubbliche varie

 

Totale, migliaio più migliaio meno, sono oltre lavoratori "si fa per dire" pagati dallo stato. Mentre la differenza a 2 milioni ovvero 700.000 sono gli occupati nel settore agricolo, industriale, del commercio, dei servizi e finanziario.

 

Poi altri 500.000 fra doppi lavori in nero e lavori principali in nero, non ne vogliono sapere nel brodo di fare altro.

 

In pratica 2/3 della forza lavoro in sicilia è occupata nella pubblica amministrazione, che costa un'infinità, non fa niente, e quando fa lo fa male, e divora quindi 2/3 della ricchezza siciliana.

 

Le imprese spesso microimprese con 5 o 10 addetti devono contrastare con un talento imprenditoriale mediocre, con il pizzo della mafia, con il pizzo della pubblica amministrazione e con i soldi inghiottiti da un'apparato autoreferenziante, una moria che le porta ad una vita media di meno di 5 anni. 

Senza contare l'eldorado:

gli oltre 5000 consiglieri comunali

gli oltre  400 consiglieri provinciali

gli oltre 2000 sindaci, assessori e presidenti di provincia

gli oltre 400 deputati e personale dell'assemblea regionale siciliana

e poi le decine di migliaia di autoblu, telefonini, viaggi, pranzi, cene feste e festini.

Tutti assatanati a dispensare favori individuali per ottenere consensi per la successiva campagna elettorale. cOME SI FA A RINUNCIARE A QUESTA BOTTA DI CULO!

 

Questa è la Sicilia, con la sua specialità del cazzo! Dove ancora ostinatamente si confonde il lavoro con lo stipendio, dove il futuro è un tempo dei verbi a scuola, dove con leggi e leggine o aggiustamenti di leggi dello stato per la "specialità" siciliana si creano nuovi posti nella pubblica amministrazione intasandola di altre nullità quelle che già ci sono.

 

Si parla sempre della cultura, della storia, della bellezza della sicilia. Ma a ben pensarci:

 - la cultura è tutta importata (fenici, greci, arabi, normanni, svevi, angioini, borboni).

- Lo stesso vale per la storia, e la bellezza del mare, dei monti del clima che ci ha dato il buon Dio sminchiata da siciliani cazzoni, buoni solo a costruire abusivamente pure sopra la tazza del cesso. La famosa casuzza! Pure nella valle dei templi. Chissà come gli girano a GIUNONE!

 

Ma noi siciliani moderni invece ci trastulliamo con il ritornello della mafia dell'anti mafia e della contro mafia. Finito un  funerale si aspetta il prossimo, perchè non si ha di che parlare. Nel frattempo si sfornano altre leggi e leggine per gli amici.

 

Si arriva al paradosso che il figlio di un mafioso raccoglie i verbali dei suoi interrogatori e li fa passare per un libro. Come se un malato raccoglie gli esami di urina o del sangue e pubblica questi come un libro di chimica. Poi Pizzo Sella è sempre li, a mondello non ci sono le fognature. I quartieri del centro storico ancora bombardati! Urbanisticamente col sacco di Palermo la città è un perfetto bordello. Questo in nome di un padre sindaco che ha devastato una città.

 

Fare funzionare le cose significherebbe sconvolgere tutto questo caos creato in 60 anni di autonomia sovrana con la spocchia di quattro analfabeti che in questi decenni sono diventati deputati e sono come dei senatori della Repubblica. E sti caz....i!

Ma noi siciliani, furbi!, preferiamo sputare in aria e pensare che sia pioggia.

Tanto cappiddazzu paga!

Compresi i nove fortunati nominati da Lombardo o i dodici di Cuffaro, o gli n+1 di Capodicasa e via dicendo - tanto sono tutti uguali - oppure l'eterno spettacolo dei topo manager della sanità. Siamo così bravi che importiamo anche i migliori cogl...ni da Roma, Milano, Firenze, Bologna,  dove si fanno  crasse risate su quanto siamo un popolo di deficenti!... Fatte le debite eccezioni, così individualmente nessuno si offende.

 

Alla fin della fiera siamo come i 1000 cinesi che a morsi uccidono un uomo. Nessuno ammette che il suo morso sia stato letale quindi ha la coscienza a posto, ma insieme ad altrI 999 ha comunqne ucciso un uomo! Nel nostro caso la Sicilia.

 

IN MEMORIA DI GIOVANNI FALCONE E PAOLO BORSELLINO, il cui esempio, i Siciliani, compreso me,  non meritano  neanche se fossero morti di vecchiaia!

Ho letto tutta la dissertazione da lei fatta in data 2 marzo sui difetti dei siciliani e di quella casta di politici che, nella vita non si sono realizzati e poichè incapaci, hanno pensato bene di entrare nei meandri della politica e fottere il povero cittadino onesto che, a stento, riesce a vivere e paga le tasse per sè e per i milioni di extracomunitari che vengono nel nostro paese per rimpinguarsi , non sanno fare nulla e nel loro paese acquistano fior di appartamenti, tanto qui vivono  sulle nostre spalle e non spendono nulla, oppure, rubano anche. Vogliono anche i diritti e scioperano per rivendicarli, e temo proprio che siano i nuovi barbari.

Mi ritornano in mente le parole lette sui libri di quella grande giornalista indipendente che era Oriana Fallaci, contro le immigrazioni sconsiderate e  di massa, approvate dai nostri governi sia di destra che di sinistra.

I siciliani, a torto, ci siamo sentiti sempre il sale della terra e il Gattopardo sosteneva che non abbiamo bisogno di migliorarci perchè  siamo già perfetti, ma questa perfezione non la riscontro nè nei cittadidini tantomeno nela collusa classe politica che, come il ricco Epulone, si rimpinza le tasche e i resti li getta ai poveri.

Anonimo 03 marzo :34
L'utente ha risposto al commento anonimo del 03 marzo 2010. Visualizza »

oggi ho fatto un giro attorno allo Zen,sui viali laterali.

perche' non lo fate anche voi?

Tutti i cassonetti sono stracolmi e traboccanti da fare schifo,per terra vetri,plastica e rifiuti

ed ho rischiato di bucare una gomma nuova.

Alle 10,30 nessun cosidetto operatore ecologico,solo un lapino col cassone vuoto ed in II fila davanti un bar

ed il giovane casacca gialla a ciarlare con la cassiera sull'uscio del bar.

Questa come si puo' definire?

Palermo in questi giorni appare terra bruciata,dove chiunque si pappa lo stipendio e si sottrae ai suoi compiti.

Berlusconi dovrebbe mandare l'esercito in Sicilia,terra non solo di mafiosi,ma anche di tanti fannulloni e  di tanti vigliacchi.

siciliani tutti è l'ora della riscossa bisogna svegliarsi e fare in modo che i politici di m...a che avete votato e che tirano le fila del teatrino se ne tornino a casa loro con le pezze nel c..o e non  spadroneggino più con i soldi dei cittadini  siano essi siciliani o sia che i soldi arrivino ancora da Roma, si sa che approssimandosi le elezioni si cercano riscontri vari si cerca di comprare qualcuno con promozioni o con promesse( cosi va), siate siciliani forti e rivendicate i vs diritti che troppo spesso vengono calpestati da questi signorotti che vi hanno in pugno svegliatevi dal torpore e affrontate con grinta le elezioni mandateli tutti a casa se lo meritano per quello che hanno fatto al paese : vi hanno dato lavoro? vi hanno tolto le immondizie? vi hanno fatto parcheggi? ........ hanno fatto solo i c....i   loro, non vi pare ,tutte le industrie e fabbriche chiuse e la gente cosa fa? va a rubare

Anonimo 03 marzo :47

oggi ho fatto un giro attorno allo Zen,sui viali laterali.

perche' non lo fate anche voi?

Tutti i cassonetti sono stracolmi e traboccanti da fare schifo,per terra vetri,plastica e rifiuti

ed ho rischiato di bucare una gomma nuova.

Alle 10,30 nessun cosidetto operatore ecologico,solo un lapino col cassone vuoto ed in II fila davanti un bar

ed il giovane casacca gialla a ciarlare con la cassiera sull'uscio del bar.

Questa come si puo' definire?

Palermo in questi giorni appare terra bruciata,dove chiunque si pappa lo stipendio e si sottrae ai suoi compiti.

Berlusconi dovrebbe mandare l'esercito in Sicilia,terra non solo di mafiosi,ma anche di tanti fannulloni e  di tanti vigliacchi.

Anonimo 03 marzo :13
L'utente ha risposto al commento anonimo del 03 marzo 2010. Visualizza »

Al di la delle dissertazioni di diritto o semplicemente di disputa politica, la nostra non credibilità nei confronti dello stato sta nel fatto che non siamo all'altezza di uno statuto speciale, di cui si rivendica sempre e comunque la sacca di privilegi che ha consentito in oltre 60 anni ad un parlamento scellerato ed a govenicchi di persone banali di non fare assolutamente nulla di speciale per come merita il nostro statuto e la nostra sicilia. Ecco come hanno esercitato la specialità dello statuto:

 

In sicilia ci sono circa di persone occupate ovvero che hanno un'impiego, m a ben vedere i numeri sono questi:

650.000 nelle amministrazioni dello stato in sicilia (agenzia delle entrate, inps, prefetture, vigili del fuoco, esercito, carabinieri, polizia, personale scolastico, uffici giudiziari,ecc.)

80,000 nei comuni siciliani

15.000 nelle province siciliane

20.000 alla regione

120.000 fra ospedali, ausl ecc.

200.000 fra pip, lsu, e precari vari

200.000 fra società, municipalizzate, enti e aziende pubbliche varie

 

Totale, migliaio più migliaio meno, sono oltre lavoratori "si fa per dire" pagati dallo stato. Mentre la differenza a 2 milioni ovvero 700.000 sono gli occupati nel settore agricolo, industriale, del commercio, dei servizi e finanziario.

 

Poi altri 500.000 fra doppi lavori in nero e lavori principali in nero, non ne vogliono sapere nel brodo di fare altro.

 

In pratica 2/3 della forza lavoro in sicilia è occupata nella pubblica amministrazione, che costa un'infinità, non fa niente, e quando fa lo fa male, e divora quindi 2/3 della ricchezza siciliana.

 

Le imprese spesso microimprese con 5 o 10 addetti devono contrastare con un talento imprenditoriale mediocre, con il pizzo della mafia, con il pizzo della pubblica amministrazione e con i soldi inghiottiti da un'apparato autoreferenziante, una moria che le porta ad una vita media di meno di 5 anni. 

Senza contare l'eldorado:

gli oltre 5000 consiglieri comunali

gli oltre  400 consiglieri provinciali

gli oltre 2000 sindaci, assessori e presidenti di provincia

gli oltre 400 deputati e personale dell'assemblea regionale siciliana

e poi le decine di migliaia di autoblu, telefonini, viaggi, pranzi, cene feste e festini.

Tutti assatanati a dispensare favori individuali per ottenere consensi per la successiva campagna elettorale. cOME SI FA A RINUNCIARE A QUESTA BOTTA DI CULO!

 

Questa è la Sicilia, con la sua specialità del cazzo! Dove ancora ostinatamente si confonde il lavoro con lo stipendio, dove il futuro è un tempo dei verbi a scuola, dove con leggi e leggine o aggiustamenti di leggi dello stato per la "specialità" siciliana si creano nuovi posti nella pubblica amministrazione intasandola di altre nullità quelle che già ci sono.

 

Si parla sempre della cultura, della storia, della bellezza della sicilia. Ma a ben pensarci:

 - la cultura è tutta importata (fenici, greci, arabi, normanni, svevi, angioini, borboni).

- Lo stesso vale per la storia, e la bellezza del mare, dei monti del clima che ci ha dato il buon Dio sminchiata da siciliani cazzoni, buoni solo a costruire abusivamente pure sopra la tazza del cesso. La famosa casuzza! Pure nella valle dei templi. Chissà come gli girano a GIUNONE!

 

Ma noi siciliani moderni invece ci trastulliamo con il ritornello della mafia dell'anti mafia e della contro mafia. Finito un  funerale si aspetta il prossimo, perchè non si ha di che parlare. Nel frattempo si sfornano altre leggi e leggine per gli amici.

 

Si arriva al paradosso che il figlio di un mafioso raccoglie i verbali dei suoi interrogatori e li fa passare per un libro. Come se un malato raccoglie gli esami di urina o del sangue e pubblica questi come un libro di chimica. Poi Pizzo Sella è sempre li, a mondello non ci sono le fognature. I quartieri del centro storico ancora bombardati! Urbanisticamente col sacco di Palermo la città è un perfetto bordello. Questo in nome di un padre sindaco che ha devastato una città.

 

Fare funzionare le cose significherebbe sconvolgere tutto questo caos creato in 60 anni di autonomia sovrana con la spocchia di quattro analfabeti che in questi decenni sono diventati deputati e sono come dei senatori della Repubblica. E sti caz....i!

Ma noi siciliani, furbi!, preferiamo sputare in aria e pensare che sia pioggia.

Tanto cappiddazzu paga!

Compresi i nove fortunati nominati da Lombardo o i dodici di Cuffaro, o gli n+1 di Capodicasa e via dicendo - tanto sono tutti uguali - oppure l'eterno spettacolo dei topo manager della sanità. Siamo così bravi che importiamo anche i migliori cogl...ni da Roma, Milano, Firenze, Bologna,  dove si fanno  crasse risate su quanto siamo un popolo di deficenti!... Fatte le debite eccezioni, così individualmente nessuno si offende.

 

Alla fin della fiera siamo come i 1000 cinesi che a morsi uccidono un uomo. Nessuno ammette che il suo morso sia stato letale quindi ha la coscienza a posto, ma insieme ad altrI 999 ha comunqne ucciso un uomo! Nel nostro caso la Sicilia.

 

IN MEMORIA DI GIOVANNI FALCONE E PAOLO BORSELLINO, il cui esempio, i Siciliani, compreso me,  non meritano  neanche se fossero morti di vecchiaia!

tanta carne al fuoco,col rischio di fare un'insalata russa.

Infatti  vorrei capire:

" cosa c'entra Pizzo Sella e' sempre li?"

E dove dovrebbe stare?

Tutte le colline palermitane sono piene di costruzioni,ne' piu' ne' meno come Pizzo Sella.

Sono i cervelli che sono malati e che hanno gia' portato Palermo al disastro.

Palermo una citta' dominata da lupi famelici  ed in gran parte da  sciacalli e vigliacchi. 

Odio ed invidia offuscano la vista.

 

Anonimo 03 marzo :03
L'utente ha risposto al commento di andersonefareweto del 03 marzo 2010. Visualizza »

Concordo con quanto scritto nell’articolo. La faccenda ha carattere esclusivamente politico e si tratta di una punizione della “ribellione siciliana”.

Il danno vero è proprio al funzionamento della macchina regionale è davvero minimo. L'eventuale empasse amministrativa che potrebbe generarsi può essere, infatti, facilmente superata mediante appositi decreti assessoriali, per mezzo dei quali gli assessori avochino a se i poteri amministrativi e decisionali normalmente delegati alla dirigenza dei dipartimenti.

Senza contare che l’art. 21 dello Statuto della regione Siciliana prevede espressamente la partecipazione del Capo del Governo Regionale alle sedute del Consiglio dei Ministri, in caso di di delibere sulle materie che interessano la Regione e dunque il Presidente della Regione potrebbe a sua volta impugnare le decisioni del Consiglio dei Ministri prese, come in questo caso, in sua assenza.

Ma come ho detto, il problema rimane è di natura politica.

L'azione di contrasto del CdM, palesemente scorretta, è tesa esclusivamente ad ostacolare l'azione del Governo Regionale. Il Governo nazionale, infatti, sa benissimo di aver torto ed il ricorso alla Corte Costituzionale serve solo ad allungare i tempi della soluzione giuridica di questa fittizia vicenda.

Non è un caso, a mio parere, che tutta questa "manfrina" venga tirata fuori adesso, cioè proprio all'indomani dell'accelerazione di Lombardo sul ventilato ingresso "ufficiale" in Giunta del PD e sul Partito del Sud, che rappresenta un chiaro invito per Miccichè a "mollare gli ormeggi" e procedere in completa autonomia dal suo mentore Berlusconi.

L'atteggiamento di rifiuto del sottosegretario Miccichè nei confronti dell'entrata in maggioranza del Partito Democratico era scontato, dato che l’incarico che egli ha ricevuto dal Premier è giusto quello di evitare “la deriva” a sinistra del Presidente della Regione.

Quella di Lombardo è stata quindi una deliberata provocazione, probabilmente tesa ad allettare quella gran parte dei rappresentanti del PDL “Sicilia” che, non avendo poltrone di sottosegretario a Palazzo Chigi da difendere, si sentono già da tempo liberi e totalmente svincolati da Arcore nelle proprie scelte politiche. La recente azione del CdM è solo la risposta alla provocazione politica di Lombardo.

Schermaglie. Solo schermaglie, dunque.

In molti, tra l’altro, si son chiesti come mai il sottosegretario Miccichè sia rimasto immobile di fronte alle improvvide decisioni del Consiglio dei Ministri, tese ad ostacolare l’azione del Lombardo-ter, che lui ha contribuito in modo determinante a creare in Sicilia.

La risposta può essere letta tra le righe degli ultimi avvenimenti in campo nazionale.

Il PDL, a tutti i livelli, è da tempo in fase di “sfaldamento” e le recenti vicende delle mancate presentazioni di liste alle regionali e delle irregolarità nelle firme raccolte, sono un evidente segnale a conferma di ciò. In Sicilia, sempre più, i deputati ed i “quadri” di partito del Popolo delle Libertà, agiscono ormai in ordine sparso e non riconoscono la leadership praticamente di nessuno.

Lombardo questo lo sa bene e ne approfitta per cercare di accelerare lo sbriciolamento del PDL, come ha già fatto con il PD.

Insomma, da noi si direbbe che c’è “granni rivugghiu”.

Purtroppo però, come sempre, le conseguenze rischiamo di pagarle care noi siciliani, che mai come in questo momento avremmo invece bisogno di stabilità e governabilità nella nostra regione.

ma che cosa scrivi?

I Siciliani hanno gia' pagato il conto che non gli appartiene.

Hai idea di quanti hanno dovuto lasciare la Sicilia in cerca di un'occupazione?

E continuano a farlo,tutti i giorni?

Quando mai la stabilita' e la govenabilita' ha dato qualche frutto al popolo siciliano?

Semmai sono servite a mantenere lo status quo delle clientele.

Anonimo 02 marzo :21

Al di la delle dissertazioni di diritto o semplicemente di disputa politica, la nostra non credibilità nei confronti dello stato sta nel fatto che non siamo all'altezza di uno statuto speciale, di cui si rivendica sempre e comunque la sacca di privilegi che ha consentito in oltre 60 anni ad un parlamento scellerato ed a govenicchi di persone banali di non fare assolutamente nulla di speciale per come merita il nostro statuto e la nostra sicilia. Ecco come hanno esercitato la specialità dello statuto:

 

In sicilia ci sono circa di persone occupate ovvero che hanno un'impiego, m a ben vedere i numeri sono questi:

650.000 nelle amministrazioni dello stato in sicilia (agenzia delle entrate, inps, prefetture, vigili del fuoco, esercito, carabinieri, polizia, personale scolastico, uffici giudiziari,ecc.)

80,000 nei comuni siciliani

15.000 nelle province siciliane

20.000 alla regione

120.000 fra ospedali, ausl ecc.

200.000 fra pip, lsu, e precari vari

200.000 fra società, municipalizzate, enti e aziende pubbliche varie

 

Totale, migliaio più migliaio meno, sono oltre lavoratori "si fa per dire" pagati dallo stato. Mentre la differenza a 2 milioni ovvero 700.000 sono gli occupati nel settore agricolo, industriale, del commercio, dei servizi e finanziario.

 

Poi altri 500.000 fra doppi lavori in nero e lavori principali in nero, non ne vogliono sapere nel brodo di fare altro.

 

In pratica 2/3 della forza lavoro in sicilia è occupata nella pubblica amministrazione, che costa un'infinità, non fa niente, e quando fa lo fa male, e divora quindi 2/3 della ricchezza siciliana.

 

Le imprese spesso microimprese con 5 o 10 addetti devono contrastare con un talento imprenditoriale mediocre, con il pizzo della mafia, con il pizzo della pubblica amministrazione e con i soldi inghiottiti da un'apparato autoreferenziante, una moria che le porta ad una vita media di meno di 5 anni. 

Senza contare l'eldorado:

gli oltre 5000 consiglieri comunali

gli oltre  400 consiglieri provinciali

gli oltre 2000 sindaci, assessori e presidenti di provincia

gli oltre 400 deputati e personale dell'assemblea regionale siciliana

e poi le decine di migliaia di autoblu, telefonini, viaggi, pranzi, cene feste e festini.

Tutti assatanati a dispensare favori individuali per ottenere consensi per la successiva campagna elettorale. cOME SI FA A RINUNCIARE A QUESTA BOTTA DI CULO!

 

Questa è la Sicilia, con la sua specialità del cazzo! Dove ancora ostinatamente si confonde il lavoro con lo stipendio, dove il futuro è un tempo dei verbi a scuola, dove con leggi e leggine o aggiustamenti di leggi dello stato per la "specialità" siciliana si creano nuovi posti nella pubblica amministrazione intasandola di altre nullità quelle che già ci sono.

 

Si parla sempre della cultura, della storia, della bellezza della sicilia. Ma a ben pensarci:

 - la cultura è tutta importata (fenici, greci, arabi, normanni, svevi, angioini, borboni).

- Lo stesso vale per la storia, e la bellezza del mare, dei monti del clima che ci ha dato il buon Dio sminchiata da siciliani cazzoni, buoni solo a costruire abusivamente pure sopra la tazza del cesso. La famosa casuzza! Pure nella valle dei templi. Chissà come gli girano a GIUNONE!

 

Ma noi siciliani moderni invece ci trastulliamo con il ritornello della mafia dell'anti mafia e della contro mafia. Finito un  funerale si aspetta il prossimo, perchè non si ha di che parlare. Nel frattempo si sfornano altre leggi e leggine per gli amici.

 

Si arriva al paradosso che il figlio di un mafioso raccoglie i verbali dei suoi interrogatori e li fa passare per un libro. Come se un malato raccoglie gli esami di urina o del sangue e pubblica questi come un libro di chimica. Poi Pizzo Sella è sempre li, a mondello non ci sono le fognature. I quartieri del centro storico ancora bombardati! Urbanisticamente col sacco di Palermo la città è un perfetto bordello. Questo in nome di un padre sindaco che ha devastato una città.

 

Fare funzionare le cose significherebbe sconvolgere tutto questo caos creato in 60 anni di autonomia sovrana con la spocchia di quattro analfabeti che in questi decenni sono diventati deputati e sono come dei senatori della Repubblica. E sti caz....i!

Ma noi siciliani, furbi!, preferiamo sputare in aria e pensare che sia pioggia.

Tanto cappiddazzu paga!

Compresi i nove fortunati nominati da Lombardo o i dodici di Cuffaro, o gli n+1 di Capodicasa e via dicendo - tanto sono tutti uguali - oppure l'eterno spettacolo dei topo manager della sanità. Siamo così bravi che importiamo anche i migliori cogl...ni da Roma, Milano, Firenze, Bologna,  dove si fanno  crasse risate su quanto siamo un popolo di deficenti!... Fatte le debite eccezioni, così individualmente nessuno si offende.

 

Alla fin della fiera siamo come i 1000 cinesi che a morsi uccidono un uomo. Nessuno ammette che il suo morso sia stato letale quindi ha la coscienza a posto, ma insieme ad altrI 999 ha comunqne ucciso un uomo! Nel nostro caso la Sicilia.

 

IN MEMORIA DI GIOVANNI FALCONE E PAOLO BORSELLINO, il cui esempio, i Siciliani, compreso me,  non meritano  neanche se fossero morti di vecchiaia!

andersonefareweto 02 marzo :53

Concordo con quanto scritto nell’articolo. La faccenda ha carattere esclusivamente politico e si tratta di una punizione della “ribellione siciliana”.

Il danno vero è proprio al funzionamento della macchina regionale è davvero minimo. L'eventuale empasse amministrativa che potrebbe generarsi può essere, infatti, facilmente superata mediante appositi decreti assessoriali, per mezzo dei quali gli assessori avochino a se i poteri amministrativi e decisionali normalmente delegati alla dirigenza dei dipartimenti.

Senza contare che l’art. 21 dello Statuto della regione Siciliana prevede espressamente la partecipazione del Capo del Governo Regionale alle sedute del Consiglio dei Ministri, in caso di di delibere sulle materie che interessano la Regione e dunque il Presidente della Regione potrebbe a sua volta impugnare le decisioni del Consiglio dei Ministri prese, come in questo caso, in sua assenza.

Ma come ho detto, il problema rimane è di natura politica.

L'azione di contrasto del CdM, palesemente scorretta, è tesa esclusivamente ad ostacolare l'azione del Governo Regionale. Il Governo nazionale, infatti, sa benissimo di aver torto ed il ricorso alla Corte Costituzionale serve solo ad allungare i tempi della soluzione giuridica di questa fittizia vicenda.

Non è un caso, a mio parere, che tutta questa "manfrina" venga tirata fuori adesso, cioè proprio all'indomani dell'accelerazione di Lombardo sul ventilato ingresso "ufficiale" in Giunta del PD e sul Partito del Sud, che rappresenta un chiaro invito per Miccichè a "mollare gli ormeggi" e procedere in completa autonomia dal suo mentore Berlusconi.

L'atteggiamento di rifiuto del sottosegretario Miccichè nei confronti dell'entrata in maggioranza del Partito Democratico era scontato, dato che l’incarico che egli ha ricevuto dal Premier è giusto quello di evitare “la deriva” a sinistra del Presidente della Regione.

Quella di Lombardo è stata quindi una deliberata provocazione, probabilmente tesa ad allettare quella gran parte dei rappresentanti del PDL “Sicilia” che, non avendo poltrone di sottosegretario a Palazzo Chigi da difendere, si sentono già da tempo liberi e totalmente svincolati da Arcore nelle proprie scelte politiche. La recente azione del CdM è solo la risposta alla provocazione politica di Lombardo.

Schermaglie. Solo schermaglie, dunque.

In molti, tra l’altro, si son chiesti come mai il sottosegretario Miccichè sia rimasto immobile di fronte alle improvvide decisioni del Consiglio dei Ministri, tese ad ostacolare l’azione del Lombardo-ter, che lui ha contribuito in modo determinante a creare in Sicilia.

La risposta può essere letta tra le righe degli ultimi avvenimenti in campo nazionale.

Il PDL, a tutti i livelli, è da tempo in fase di “sfaldamento” e le recenti vicende delle mancate presentazioni di liste alle regionali e delle irregolarità nelle firme raccolte, sono un evidente segnale a conferma di ciò. In Sicilia, sempre più, i deputati ed i “quadri” di partito del Popolo delle Libertà, agiscono ormai in ordine sparso e non riconoscono la leadership praticamente di nessuno.

Lombardo questo lo sa bene e ne approfitta per cercare di accelerare lo sbriciolamento del PDL, come ha già fatto con il PD.

Insomma, da noi si direbbe che c’è “granni rivugghiu”.

Purtroppo però, come sempre, le conseguenze rischiamo di pagarle care noi siciliani, che mai come in questo momento avremmo invece bisogno di stabilità e governabilità nella nostra regione.

Anonimo 02 marzo :18

 Ascari!!!! E chi non sa cosa significa cerchi sul vocabolario sotto la lettera A come Alfano, L come La Russa, S come....forse è meglio non nominarlo, P come Prestigiacomo, e la volta precedente B come Bianco, F come Finocchiaro, G come Genovese, D come D'Antoni....e potrei continuare ancora per molto!

Purtroppo la Sicilia si merita questo perché nella società civile è in buona parte proprio questo! Si vive nel bisogno voluto e mantenuto.

il pattese

 

Anonimo 02 marzo :44

Sono curioso di vedere cosa dirà il premier se (personalmente auspicherei di no) la Consulta dovesse pronunciarsi a favore dello Stato. Per il resto concordo in pieno con quanto scritto nel commento precedente a questo. 

Anonimo 02 marzo :11
L'utente ha risposto al commento anonimo del 02 marzo 2010. Visualizza »

Ma che dite? ma quale dissenso politico? Le irregolatità non vanno risolte politicamente

 

Tale vicenda ha vari risvolti, che vanno esaminati separatamente, se si vuole capire, in realtà, come stanno le cose. Da un punto di vista sostanziale, non v'è dubbio che dette nomine rappresentanto un enorme spreco di denaro pubblico, poichè non è vero che, all'interno della Regione, non esistano professionalità adeguate a ricpriche tali incarichi. Tuttavia, in punto di diritto, ciò che dice Lombardo è innecepibile, stante che la Sicilia ha potestà legislativa esclusiva in tale materia. Infine, l'altra chiave di lettura è di stampo politico: Lombardo ha cacciato dalla sua giunta il PDL e il Cavaliere gli ha presentato l'acconto. Il saldo entro maggio (quando cadrà il governo regionale). 

Anonimo 02 marzo :29

Ma che dite? ma quale dissenso politico? Le irregolatità non vanno risolte politicamente

 

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