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Saltato “l‘affaire” termovalorizzatori in Sicilia: eccovi “i retroscena” ed i possibili sviluppi. Vincono Lombardo e Cracolici, perdono quelli dell’asse Udc-ex Fi

di Ignazio Panzica
11 settembre 2009 10:12
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“Il gioco non vale più la candela”, è stata la sintetica, ma efficace, valutazione fatta da un grosso manager del giro di una delle “società di scopo”, che i quattro termovalorizzatori in Sicilia li doveva costruire. E’ stato questo giudizio, secco e conciso, pronunciato con la giusta punta di cinico realismo, in un summit riservato e di altissimo livello (tenutosi fuori dalla Sicilia), che ha posto la pietra tombale su questa megaoperazione da 5 miliardi e mezzo di euro. Che era nata nel dicembre 2002 sull’onda del “Commissariamento straordinario del Governo” voluto da Roma, e passata alla Storia, ingenerosamente per lui, come “l’operazione Cuffaro”. Appunto, proprio perché all’epoca, con l’onere di essere stato nominato “Commissario di Governo”, doveva inventare, e metter su, un “modello per la gestione dei rifiuti” nell’Isola.

 

Abbiamo usato il termine “ingeneroso”, perché gli va dato atto che “il merito” di questa invenzione non è attribuibile al solo Cuffaro che, pur, questo progetto ha portato avanti con la determinazione e l’impegno concreto che gli sono consoni, quando si convince della bontà di dover fare una certa cosa. Infatti, anche autorevoli ambienti politici, siciliani e nazionali, dell’ex Forza Italia si mobilitarono, massicciamente, per spianare la strada a quel “Piano” di realizzazioni pubbliche che vestiva, giocoforza (per le sue enormi dimensioni finanziarie), i panni della“madre di tutte le operazioni politiche in Sicilia per i prossimi vent’anni”.

 

Ma i siciliani, come si sa, non sono milanesi. Si perdono in dettagli, in fisime. Piccoli ritardi amministrativi che si sommano. Piccole gelosie ed inutili competizioni, che esplodono sottotraccia. Involontariamente, pure, si distraggono, poco,poco. Per cui, può succedere, che si perda del “tempo prezioso”. Felice Crosta manager dell’Arra è bravissimo, ma non è Mandrake. Nel frattempo la Storia è andata avanti lo stesso, a dispetto di come invece  i siciliani pensano, arbitrariamente, debbano procedere i ritmi e le cose della vita.

 

Così, è arrivata la nuova legislazione Europea in materia di rifiuti. Quella “fissata” con la raccolta differenziata. E poi, quei “rompiscatole” dei magistrati campani che hanno voluto guardare dentro “la scatola” della primissima edizione, del termovalorizzatore di Acerra (grossomodo di tipologia simile a quello che si voleva fare a Palermo), scoprendo cose da fare impallidire le opere di Landrù . E ancora “i casini”, imprevisti che hanno messo all’angolo Cuffaro, sino alle sue dimissioni da Governatore. E poi, le fratture interne a Forza Italia, sia in Sicilia che a Milano. Prima piccine, piccine. Ma, di seguito nel tempo, diventate grandi, grandi, e pericolosamente astiose. E la drammatica crisi dei rifiuti in Campania, che ha sensibilizzato le opinioni pubbliche. L’esigenza di dover reinventare, di corsa, mezzo impianto di Acerra per non finire davanti il tribunale per i crimini internazionali. Poi, la demenziale implosione societaria dell’Amia di Palermo. L’alzata di ingegno di Cammarata che si è reinventato sindaco e leader politico. Gli ambientalisti, che finalmente si comportavano da adulti e competenti, illuminando a giorno angoli impresentabili, ed illegittimi, del “cosiddetto Piano Rifiuti”. I “pessimi” accordi imprenditoriali che hanno caratterizzato gli incauti affidamenti dei subappalti per la realizzazione materiale delle opere edili propedeutiche già eseguite per il termovalorizzatore di Bellolampo; roba da far gelare il sangue nelle vene, si dice. Due settimane di emergenza rifiuti a Palermo. Fino “al disastro dei disastri”: l’impuntatura politica ed ambientalista di Raffaele Lombardo – sentita o maliziosa poco importa- ma certamente “realista”, visto che nel frattempo diventato Presidente della Regione, non è stato per nulla disposto a recitare il ruolo di quello che “porta il caffè la mattina ai vertici siciliani dell’Udc e dell’ex Forza Italia”.

 

Insomma, sospira al telefono un “papavero” milanese del “Comparto nazionale dei rifiuti”, altro che “destino cinico e baro”, l’operazione termovalorizzatori stava correndo verso il baratro, dove sarebbe potuto accadere, tragicamente, di tutto e di più. “Grossomodo, a ridosso delle elezioni europee – sintetizza il papavero meneghino - abbiamo capito, compiutamente, che trippa per gatti non ce ne era più. E la parola d’ordine entrata in circolo tra di noi è stata una sola: sganciarsi, e di corsa. E pensare che c’erano dei pirla siciliani che, fino all’ultimo, hanno insistito ad oltranza. Ma che ci avrete nel cervello voi siciliani? Sempre convinti che il mondo possa girare solo attorno alla vostra testa. Privi di buonsenso, e disattenti, a come il mondo stia cambiando velocemente di segno. In Italia, e all’estero che conta”.

 

Insomma, nel frattempo, Lombardo fa sapere che lui, intanto, i quattro siti li vuole, comunque, cambiare; la tecnologia la vuole avanzata e recente, ecologicamente corretta, con termovalorizzatori di dimensioni molto più piccoli. Condizioni che sono finite, addirittura, nero su bianco, nei nuovi bandi. Che l’Arra è stata costretta a rivedere, contribuendo, in tal modo, ad abbattere in modo significativo le stratosferiche percentuali degli “straordinari”guadagni già preventivati dalle imprese interessate, su cui si erano basati sia i progetti tecnici che, come dire, le “convenienze” più in generale. La “diffidenza” di Bruxelles e le voci “terroristiche” su un ridimensionamento dei fondi Cip6, hanno creato viepiù allarme, e fatto il resto. Si è giunti così, al default, crediamo definitivo, di questa “operazione termovalorizzatori” in Sicilia. Uno stop che segna, anzitutto, una sconfitta politica.

 

Ed allora, buttiamola in politica. Cosa significa il fallimento della “procedura negoziale”? Una sorta di trattativa privata con i vecchi concessionari, intestatari dei quattro siti (ndr: tali a seguito dell’errore procedurale iniziale di questa vicenda). “E’ andata come avevo predetto più volte, ed insistentemente, io. E’saltato il cosiddetto modello Cuffaro, e con lui pure il modello amministrativo Crosta/Arra, erroneamente chiamato Piano regionale dei rifiuti - spiega Antonello Cracolici, capogruppo Pd all’Ars – perché questo documento centrale, che trattava marginalmente il ruolo e l’entità della raccolta differenziata dei rifiuti, Piano non lo è stato mai, perché non è stato mai votato dall’Assemblea. Era solo figlio del Commissariamento di Governo dell’epoca, non della Regione”

 

E quindi ? “Partiva da presupposti tecnici, giuridici e politici surreali – puntualizza Cracolici -  dalla presunta coda finale della questione, i termovalorizzatori appunto, che vivono ed hanno bisogno del perpetuarsi della raccolta e del  trattamento dei rifiuti cosiddetti tal quale, ossia indistinti, in estrema sintesi. Una scemenza, che non poteva stare in piedi, perché era, materialmente irreale, illegittima e fuori dalle regole europee. Oltre, che discutibile dal punto di vista eco-ambientale. La verità è che in un momento politico di grande euforia, di alcuni anni fa, qualcuno è rimasto vittima della tentazione di voler, e poter, fare una grande abbuffata.”

 

E la storiella dei possibili 10 milioni di euro di multa che la Regione potrebbe pagare alla Ue, per la ritardata realizzazione dei termovalorizzatori? “Terrorismo psicologico – spiega un eccelso amministrativista siculo - se dovesse scattare qualche penalità pecuniaria su questo accadimento, toccherebbe allo Stato mettere mano al portafoglio. La Regione non c’entra”. Ed il rischio di perdere il diluvio di fondi già messi a disposizione per i termovalorizzatori? “Per quelli europei è da vedersi all’atto pratico – ragiona l’amministrativista – ma per il Cip 6, siamo di fronte di nuovo a cavolate. Recenti e formali assicurazioni del ministro Scajola a parte”.

 

Che fare, però, a questo punto ? “Andare di corsa all’Ars a predisporre ed approvare un vero e legittimo Piano regionale dei rifiuti, che parta dal principio ineludibile della raccolta differenziata, costruendoci sopra, e radicando su tutto il territorio regionale, la conseguente e coerente filiera completa”, rispondono quasi in modo conforme, pur consultati separatamente, sia Cracolici che l’eccelso esperto del Governo regionale.

 

Il manager dell’Arra, Felice Crosta, stressato per la marcia indietro dei soggetti imprenditoriali cointeressati, ormai “concessionari” da anni, parrebbe, quasi, orientato “a gettare la spugna”, sottoponendosi ai desiderata lombardiani. Ha scritto al Presidente della Regione, chiedendo, in buona sostanza, una puntuale direttiva su cosa, e come, l’Agenzia regionale dovrà operare.

 

E Lombardo che, a questo punto ha stravinto politicamente su tutta la linea (peraltro muovendosi lo stretto necessario), adesso che vorrà fare ? Al di là della sua idea, da calare nel concreto, di moltiplicare gli impianti da 4 in su, fors’anche sino a nove (ndr: come il nostro quotidiano on line ha già anticipato nel luglio scorso). Di certo c’è solo che su questa materia si deve decidere, e concludere, in tempi brevi. Ovviamente, dovendo tenere conto dei vincoli politici, sin qui da lui stesso maturati. Anzitutto, non può smentire né la sua adesione alla filosofia ambientalista del Piano Rifkin, né le norme Ue in materia di raccolta differenziata, né l’obiettivo di legge da raggiungere, in Sicilia, entro il 31 dicembre 2011, nella percentuale del 65%. Poi, c’è l’impegno che ha preso al congresso nazionale dell’Mpa di Febbraio a Roma, sul fatto che, lui Presidente, non permetterà mai più alcun ipotetico, disastroso strafalcione, in tema di infrastrutture potenzialmente inquinanti, come quelli consumati dalle vecchie classi dirigenti siciliane a Melilli e Priolo, a danno delle popolazioni siciliane.

 

Insomma, sintetizza, un “grande vecchio”della prima Repubblica: “Si corre il rischio che sul sistema dei rifiuti si possa fare in Sicilia una cosa seria, efficace, utile, forse pure pulita. Incredibile!”.

 

“Già nel 2003 consideravamo complicato ed inattuabile il sistema degli inceneritori, pensato ed avviato da Cuffaro -  afferma Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia -  oltre ad essere inidoneo a risolvere problemi. E così è stato. Raffaele Lombardo ha avuto il coraggio, almeno fino ad ora,di cercare di migliorare il sistema rifiuti, guardando a possibili soluzioni alternative. Voglio si sappia,che ne abbiamo apprezzato lo sforzo”.

 

“Anche in caso di utilizzo di nuovissime tecnologie per trattare i rifiuti – conclude Fontana – è fondamentale, però, trovare il modo di spingere la raccolta differenziata in Sicilia. Basti pensare, che nella vituperata Campania i comuni virtuosi sono diventati oltre 150, mentre in Sardegna, negli ultimi tre anni, si è passati da una media regionale del 3% sino al 30%. La raccolta differenziata spinta è l’unica strada perseguibile”.

CousCous fest

 

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Anonimo 13 settembre :21

Rete Rifiuti Zero Sicilia:

L'errore di aver dato un ruolo da protagonista ai ”termovalorizzatori”, impianti per il trattamento della frazione residua dei rifiuti, anziché alla riduzione ed al riciclo dei rifiuti, come invece prescrive l'Unione Europea, ha portato la nostra Regione sull'orlo dell'emergenza.

 

Ad oggi non si è ancora avviata in Sicilia, se non sporadicamente, una seria raccolta differenziata con il sistema porta a porta, l'unico in grado di fornire percentuali elevate di raccolta differenziata, che possono in alcuni casi superare il 90%; non vengono costruiti impianti di selezione per la valorizzazione dei materiali recuperati con la raccolta differenziata, e non viene incentivata in Sicilia stessa la realizzazione di impianti di produzione che possano utilizzare i materiali di recupero provenienti dalla raccolta differenziata rendendo così la stessa ancor più conveniente mediante l’abbattimento dei costi di trasporto.

 

Sono stati realizzati pochissimi impianti di compostaggio per l'umido, l'unica frazione dei rifiuti che è responsabile dei problemi igienico sanitari che generano l'emergenza e che ammonta solo al 35% circa del totale dei rifiuti.

E' altresì importante che i soggetti che hanno condotto a questo risultato disastroso vengano immediatamente rimossi dagli incarichi che hanno così malamente ed a carissimo prezzo espletato.

Chi è stato causa del problema, chi è esso stesso un problema, non può certamente candidarsi a risolvere il disastro che ha causato con le proprie disinvolte ed illegittime condotte.

I comitati e le associazioni della Rete Rifiuti Zero Sicilia.


 
Anonimo 12 settembre :54
L'utente ha risposto al commento anonimo del 12 settembre 2009. Visualizza »

Ma Falck e Waste non andavano indennizzate per i lavori che avevano già effettuato?

Se non sbaglio sono "Concessionari" dei lavori...

 

Non vi pare che Lobardo stia cambiando le regole del gioco a partita aperta?

 

Prima... chi voleva aggiudicarsi i lavori, doveva pagare i vecchi concessionari. Poi... visto che nessun privato si accollerebbe di pagare dei lavori pregressi (era facile immaginarselo)... si dichiarano nulli gli effetti della prima gara. Mah... tanto c'è chi pagherà.... 

 

JR

Cara Volpe, si richiede un Suo prezioso intervento per poter noi continuare a dormire tranquilli! 

 

Vuoi vedere che questo Lombardo agisce come un piccolo dittatore che cambia le regole del gioco, snobba i Siciliani rivolgendosi a consulenti del Continente...?  Se non risponde Lei, chiedereremo l'aiuto di Pirandello...

 

Adoro Pirandello!

 

Enzo Coniglio

 

 

 

Anonimo 12 settembre :07

Finalmene abbiamo scoperto il famoso uovo di Colombo: riciclaggio e combustione di ciò che non può essere riciclato.

Nell'isola esistono associazioni e cervelli che non hanno niente da invidiare a quelli del Nord. Lombardo cerchi attorno a se, all'interno dell'isola e senza andare lontano, coloro che possono aiutarlo ad attuare un piano di raccolta,riciclaggio e termovalorizzazione dei rifiuti.

Forza Raffaele!

Anonimo 12 settembre :33

Ma Falck e Waste non andavano indennizzate per i lavori che avevano già effettuato?

Se non sbaglio sono "Concessionari" dei lavori...

 

Non vi pare che Lobardo stia cambiando le regole del gioco a partita aperta?

 

Prima... chi voleva aggiudicarsi i lavori, doveva pagare i vecchi concessionari. Poi... visto che nessun privato si accollerebbe di pagare dei lavori pregressi (era facile immaginarselo)... si dichiarano nulli gli effetti della prima gara. Mah... tanto c'è chi pagherà.... 

 

JR

Anonimo 11 settembre :16

Complimenti, caro Panzica; una serana e stimolante ricostruzione dei fatti all'agrodolce. Ci racconti cosa emergerà di nuovo nei prossimi giorni.  
 

Da quello che ci dice, una cosa è certa e che rassicura tutti noi, azionisti dell'azienda Sicilia: Lombardo e la sua giunta stanno interpretando il loro ruolo politico come Amministratori, attenti alla gestione delle risorse.

 

Lombardo in particolare pretende dai suoi collaboratori di conoscere e utilizzare le più moderne tecnologie e nello stesso tempo di rispettare le direttive comunitarie e nazionali a riguardo. Mi dicono che si informa personalmente sugli impianti più virtuosi già in funzione in Italia e in Europa e che vorrebbe creare in Sicilia 9 centri + uno, di raccolta e trattamento in modo da responsabilizzare e rendere più semplice e meno costosa la gestione. 

 

Qual'è la conseguenza di questo nuovo stile politico? Una sola: 

 

Che Lombardo sta cambiando radicalmente il concetto di "coerenza politica" che consiste per lui nel fare ciò che gli elettori-azionisti vorrebbero che i suoi rappresentanti facciano: gestire al meglio le risorse comuni! Molto semplice. Lombardo è felicissimo di seguire i suggerimenti dei suoi alleati politici e dai suoi oppositori se efficaci ed efficienti: nulla di più. 

 

E se non fossero d'accordo? Vadano all'ARS e dibattino; vengano a Sicilia Informazioni e ce lo raccontino. Saremmo felici di ascoltarli e di tenerne conto al momento delle elezioni. Intanto però diano il loro contributo concreto  alla soluzione di un problema vitale per le nostre famiglie. Per questo li abbiamo votato, almeno lo spero.

 

Caro Panzica, e Lei non faccia il coniglio ma.. la volpe!!! Complimenti

 

Enzo Coniglio

 

Anonimo 11 settembre :07

Sul discorso dei rifiuti ci sono da fare diverse riflessioni. Non penso ad oggi ci sia stato qualcuno che abbia pensato al piano dei rifiuti come problema da risolvere. Questo sia in Sicilia che in altre regioni meridionali. Da noi la spazzatura vera o falsa è stata sempre un business appetibile e appetitoso. Da una parte c'è da prendere in seria convinzione le affermazioni del meneghino a proposito dei siciliani.Devo ammettere che al nord si pensa in altro modo. Si, nessuno certo trascura il business ma ad esso accompagna la volontà concreta di realizzare un progetto e di porre dei limiti alle proprie azioni.In Sicilia invece, il progetto è fine a se stesso. Il fine ultimo è il business e basta. Alcuni siciliani sono bravissimi a trovare o , perchè no, creare le condizioni perchè si possa creare il business, poi ,a rastrellare quante più risorse è possibile, ed alla fine cucinare la pasta e fare una grande abbuffata collettiva. A questo punto entra in gioco un altro aspetto della questione. Per quanto i posti a tavola siano tanti ed il ristoratore è molto elastico sul numero di coperti da apparechiare, sempre ci sarà chi non potrà sedere a quel tavolo. A questo punto, ha inizio la grande lotta per sedere a quel tavolo. Comunque, a nessuno interessa la raccolta differenziata realmente. Cominciamo dalle istituzioni pubbliche. Ci sono luoghi pubblici dove c'è un solo cesto per la raccolta dei rifiuti , siano essi carta, plastica , alluminio o vetro. Tutto insieme....Ai rifiuti piace stare in compagnia... Qualche cittadino ha per giunta il sospetto che alla fine, la differenziata si riunisce. L'assurdo, poi, può culminare nel fatto che nella stessa strada sul lato sinistro si distribuiscono i sacchetti per la differenziata e in quello destro no. Sembra buffo ma non sò per quale motivo da qualche parte accade.... Spesso le campagne per sensibilizzare la differenziata non sono valide e rimangono solo onerose. Si creano degli oggetti pubblicitari inutili... Il resto è cronaca di tutti i giorni. 

Anonimo 11 settembre :36

Si attende commento, di solito tempestivo, di Sibilla Cumana. Grazie

Luca

Anonimo 11 settembre :42

 articolo bellissimo

Anonimo 11 settembre :18

analisi impeccabile e fatta a 360° senza nulla tralasciare (di carattere politico e tecnico).

Il problema principale, quindi, è QUANDO ?

 

Quando verrà avviata la nuova attività capillare di raccolta differenziata e la relativa filiera a livello siciliano ?

Quando verranno realizzati i nuovi termovalorizzatori di ultimissima generazione per bruciare (valorizzando energeticamente) il rifiuto non riciclabile ?

Quando ?

 

Perchè se si perde ancora ulteriore tempo prezioso (visto che non sappiamo piu' dove stipare i nostri rifiuti) corriamo un rischio sanitario e ambientale di dimensioni non indifferenti, oltre che subire le multe dell'UE.

 

Che il governo regionale si pronunci al piu' presto !

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