Dal 31 dicembre del 2009 una elevatissima percentuale di dipendenti della Amministrazione della Giustizia andrà in pensione senza sostituzione alcuna.
Saranno così ulteriormente svuotati gli uffici giudiziari, mancheranno unità di personale ormai essenziali dopo la strisciante cura dimagrante che si protrae da alcuni anni.
Non vi sarà conseguentemente migliore efficienza degli uffici, dovranno essere abbandonate tutte le speranze di una organizzazione
che in qualche modo assolva la funzione del giudice da quelle attività che al giudice non competono; il controllo dei movimenti dei processi all’interno degli uffici, il controllo della loro custodia, l’assistenza del giudice nelle udienze civili saranno resi del tutto impraticabili in ogni ufficio.Si replica che tutto questo sarà evitato grazie alla informatizzazione.
Ma l’informatizzazione non sarà certo realizzata, nei termini auspicati, nell’anno 2010! Neppure nel civile, ove si stà lavorando sul processo telematico con tempi di avanzamento che non potranno essere certo veloci data la pluralità degli attori (avvocati, giudici, cancellerie, ufficiali giudiziari etc) di questo processo, a cominciare dalla classe forense che dovrà subire una rivoluzione culturale alla quale non tutti sembrano preparati.
Si replica che il processo penale potrà essere meglio gestito mediante la informatizzazione dei fascicoli, ma non si ha notizia di investimenti in questo settore e, per altro, i tempi di una siffatta operazione non sarebbero davvero brevi.
Il sindacato di categoria dei magistrati ha ripetutamente denunciato questa situazione.
Il 31 luglio 2008 l'ANM in particolare ha indetto a Roma una partecipata conferenza-stampa assieme alle altre magistrature, ai sindacati nazionali del personale e della dirigenza amministrativa ed agli avvocati dell'OUA e dell'AIGA –
Alcuni giorni addietro (il 10 luglio) l’'ANM ha sottoscritto, a Roma, nell’aula magna della Corte di Cassazione, un Patto per la giustizia e per i cittadini con i sindacati nazionali del personale ( Fp-Cgil, Uilpa-Uidag, Flp, Rdb-Cub) e dei dirigenti della giustizia e con le Organizzazioni degli avvocati (Organismo Unitario ed Avvocatura dello Stato) per indicare al Ministro Alfano i gravi guasti che incombono sulla Giustizia e si chiedono interventi adeguati non solo per la ricostruzione degli organici del personale ma anche per interventi strutturali, quali quelli del settore informatico e quelli del settore della geografia giudiziaria (soppressione o accorpamento degli uffici minori)
A queste iniziative si sono affiancate, negli ultimi anni, iniziative locali di analogo segno
Non sembra che questi allarmati segnali siano stati recepiti dal Ministro della Giustizia evidentemente impegnato a disegnare riforme delle regole processuali sicuramente utili ma di per se insufficienti senza contestuali interventi organizzativi
Dobbiamo e vogliamo credere che l’intenzione del Ministro sia proprio quella di risolvere i realmente i problemi della efficienza della giustizia; questi silenzi sono però scoraggianti.
Ma, come si sa, la speranza deve essere l’ultima a morire.
Cari amicine nella Giustizia non vi è alcuna macchina che potrà mai sostituire ilcervello e le braccia dell'uomo.
Andiamo avanti per utopie ,illusioni e messin'scena, che mai risolveranno il problema.
Chi è vissuti decenni e decenni fra le " scartoffie" è sicuro di quello che dice.
Il giudice deve conoscere i fatti dalla viva voe delle parti in contra ddittorio,non per via telematica,non scherziamo,
diamo ai giudici mazzi e risorse necessarie ed indspensabili per lavorare e poi discutiamo.
Così continuando si vuole solo la paralisi e quindi la morte della GIUSTIZIA.
ERNESTO GERRATANA (per oltre 40 anni "bracciante della GIUSTIZIA"