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La pagina delle persone speciali e delle notizie che non fanno notizia. Chi sono, dove si trovano, che cosa fanno gli uomini che vivono per gli altri? Non sono eroi né santi, però…

di Salvatore Parlagreco
25 giugno 2010 12:07
Leggi i commenti 8   Inserisci un tuo commento
sottolalente1

L’uomo deve abituarsi ad essere consapevolmente molti uomini. E tenerli tutti insieme. Elias Canetti ricorda a se stesso e agli altri di fare parte dell’umanità. Sono parole semplici. Gli uomini devono sentirsi uomini, è naturale, non occorre nemmeno che se ne abbia coscienza. E invece no, molti uomini remano contro se stessi, ingaggiano un conflitto che dura una vita contro quel granello di umanità che rappresentano.
Ci sono uomini che odiano altri uomini, uomini che vivono soli pur stando in mezzo alla gente, uomini che non sono capaci di parlare ai loro simili.  Ma ci sono anche tante persone speciali che vivono per gli altri, sono molte di più di quanto supponiamo.
Persone speciali che “sono” consapevolmente molti uomini. Non si chiedono mai perché e se valga la pena fare quel che fanno, non cercano compensi, non si rammaricano per l’affetto che non ricevono, per il lavoro non retribuito, per la gratitudine che non ottengono. Si dannano l’anima se pensano di non avere fatto abbastanza.


Non sono eroi, né santi: ridono, piangono, s’arrabbiano, subiscono torti e qualche volta ne fanno qualcuno. Quando la vita diventa troppo dura e ciò che accade sotto i loro occhi diventa intollerabile, si guardano attorno, si sentono smarriti e soli, come capita a ciascuno di noi, ma dura solo un attimo: riaprono gli occhi e la vita si riaccende dentro. Non è una fiammella, è una luce che riscalda il loro cuore e non si spegne mai. Ma non si tratta di un miracolo, si tratta di amore, forza d’animo, disposizione naturale. Un dono, in definitiva, la coscienza di fare ciò per cui vale la pena vivere.
Sono persone speciali, ma non si sentono affatto tali.
Molte, tra l’altro, operano in luoghi sperduti, dimenticati: volontari delle organizzazioni internazionali, missionari e laici, medici, professori. Di loro sappiamo poco o niente, sappiamo solo che esistono da qualche parte e che si dannano per rendersi utili, ma niente di più. Non fanno notizia, ma non c’è parola da loro pronunciata, gesto, atteggiamento, azione che non meriterebbero di essere raccontati.
Noi vogliamo raccontare ciò che fanno, dicono, pensano. Lo vogliamo fare attraverso le loro testimonianze, dando spazio – tutto lo spazio che chiedono – alle loro esperienze, alla loro quotidianità, alle piccole cose di ogni giorno. Vogliamo far sapere quanto accade davanti ai loro occhi, vogliamo che siano loro – e non gli strumenti d’informazione – a raccontarcelo.
Crediamo che così facendo miglioreremo l’integrazione e la tolleranza, in una parola l’accoglienza degli immigrati. Dei popoli in fuga conosciamo il luogo di arrivo, ma non il luogo di partenza, né le motivazioni che li costringono a cercare un tetto ed un lavoro altrove.
Ci portiamo appresso assurdi pregiudizi e compiamo gravi discriminazioni a casa nostra a causa della modesta conoscenza degli stranieri.
Il nostro progetto editoriale – dedicato alle missioni ed al volontariato nel mondo –  ha queste motivazioni profonde, ma ne ha anche altre, come fare sapere ciò che non leggereste mai nei giornali, non ascoltereste mai alla radio, non vedreste mai alla tv e non trovereste mai in rete. Noi ci rivolgiamo ad un circuito alternativo.
Vi invitiamo a sfogliare la nostra pagina dedicata alle persone speciali delle missioni e del volontariato e a regalarci le vostre informazioni sugli uomini e donne che lavorano per gli altri. E’ un piccolo contributo che vi chiediamo, ma è il solo modo per ripagare queste persone speciali per ciò che fanno.

 

© Riproduzione riservata
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Anonimo 28 giugno :39

Complimenti

Bartolomeo

Anonimo 26 giugno :57

Sono pochi i giornali che dedicano degli spazi a cose importanti e che fanno riflettere.

Grazie per questa opportunità. Leggerò con piacere quanto arriverà da ogni parte del mondo: ne sappiamo così poco!

Complimenti per come siete partiti!

Carolina

Anonimo 26 giugno :00

L'iniziativa è bellissima. Incominciare da qui per poi allargare anche a tutte quelle persone che quotidianamente si occupano dei bisogni degli altri. Sono tante, credete, più di quanto possiamo immaginare: quelli che non appaiono e non vogliono apparire; quelli che danno senza chiedere nulla in cambio.

Penso che se qualcuno accetterà di parlare della propria storia lo farà soltanto nella speranza che questo possa creare un incontro fra chi ha bisogno e chi può o potrebbe dare.

Artemyra

 

Anonimo 26 giugno :50

L'avvio è ottimo. Spero ci siano tanti sostenitori. ..molti collaboratori.. e che non ci siano tanti che mettano i bastoni nelle ruote. Auguri Alfredo

Anonimo 25 giugno :51

Ben fatto, molto bello questo articolo, complimenti.

Anonimo 25 giugno :47
L'utente ha risposto al commento anonimo del 25 giugno 2010. Visualizza »

Complimenti per la bellissima iniziativa...non tutto ciò che ci circonda è da buttare ma nel mondo fa meno rumore un albero che cresce rispetto ad un albero che cade. Enzo

Mi associo al tuo giudizio Enzo. Per quanto sembra abbrutita la società del nostro tempo il nostro è un gran bel Paese generoso e ricco di bella gente che si affanna nel silenzio ed ogni giorno per il bene collettivo. Complimenti all'iniziativa anche da parte mia e complimeti al gusto con cui è stata presentata. Enzo Carfì

Anonimo 25 giugno :37

Un'ottima iniziativa!! Davvero!

Anonimo 25 giugno :09

Complimenti per la bellissima iniziativa...non tutto ciò che ci circonda è da buttare ma nel mondo fa meno rumore un albero che cresce rispetto ad un albero che cade. Enzo

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