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Ispezione del deputato regionale Faraone a Bellolampo: "E' una bomba ad orologeria"

10 novembre 2010 14:23
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“Bellolampo è una bomba a orologeria il cui timer viene azionato e staccato da mani politico-affaristiche che vogliono, attraverso l’emergenza, portare a compimento un disegno strategico la cui filosofia non è certo quella dell’interesse pubblico”. Lo dice Davide Faraone, consigliere comunale e deputato regionale del Pd, che stamattina ha effettuato un’ispezione nella discarica palermitana.

“Sono passate - aggiunge - circa due settimane dal sopralluogo effettuato dall’Area ambiente della Provincia insieme all’Arpa Sicilia e all’Asp 6, e dalla conseguente relazione finale nella quale i tecnici scrivevano: ‘...si ritiene che la situazione nella sua complessità non garantisca i livelli di protezione ambientale e di sicurezza sul lavoro. Pertanto sembra non più procrastinabile trovare soluzioni alternative ed impianti alternativi per lo smaltimento dei rifiuti provenienti dalla città di Palermo e dagli altri comuni afferenti a Bellolampo’ e la situazione non è cambiata affatto”.



“Il pericolo dello sversamento del percolato - dice Faraone - è stato provvisoriamente risolto ma, nonostante l’impegno dei responsabili della discarica e dei circa 80 lavoratori, ci si continua ad affidare alla provvisorietà e al ‘cielo’, scongiurando piogge che potrebbero nuovamente farlo tracimare nel nudo terreno. Tubi volanti, condotte precarie, trituratori che funzionano a fasi alterne, l’impianto dell’Unieco  ancora guasto e lavori mai iniziati in una delle due vasche Valentini che dovrebbe contenere il percolato, non consentono di prevedere un rientro immediato nella normalità”.

“La quarta e la quinta vasca - continua Faraone - saranno piene tra circa un mese. Il progetto di collegamento delle due vasche, la cosiddetta ‘sella’, autorizzata ad agosto, ha una capienza di 6-7 mesi. Significa che, se non si trovano soluzioni adeguate, Palermo la prossima estate sarà sommersa dai rifiuti e Bellolampo, vera e propria bomba ecologica, sarà servita esclusivamente, con i 32 milioni di euro di incassi all’anno, a evitare esclusivamente il fallimento dell’Amia”.

“Invece di farsi autorizzare ‘la sella’ - sottolinea - perché non si è utilizzata la vasca delle ceneri, già corredata da autorizzazione, predisposta per il termovalorizzatore? Eppure quell’enorme vasca, che ho visto con i miei occhi, i cui primi lotti potrebbero essere già pronti tra 6-8 mesi, riuscirebbe a contenere 4 milioni di metri cubi di rifiuti: avrebbe un’autonomia di 8-10 anni che potrebbero diventare 20 qualora si facesse la raccolta differenziata. I commissari Amia non conoscono quella vasca? Come pensano di fronteggiare l’emergenza  dei prossimi mesi? Credo  sia arrivato il tempo che rendano conto alle istituzioni e alla città del loro operato e facciano un bilancio che non può che essere negativo.

“Su queste vicende - aggiunge Faraone - occorre un’operazione di trasparenza e di responsabilità. A cominciare dalle dimissioni del consulente dell’Amia per la discarica di Bellolampo, Federico Vagliasindi che ha percepito 260 mila euro più le spese, sbagliando tempi e modalità di programmazione, vedi possibile utilizzo della vasca delle ceneri”.

“Mentre in pochi mesi sono stati cacciati 4 direttori della discarica - continua - lui che non è esente da responsabilità, rimane inchiodato alla sua poltrona, in palese conflitto di interesse con il suo ruolo nella commissione regionale sul Piano rifiuti. Conflitto di interesse che invece sembrerebbe aver risolto, nonostante non ci siano atti ufficiali che lo provino, il prefetto Giosuè Marino, contemporaneamente assessore regionale ai Rifiuti e commissario all’Amia”.

“La sensazione - conclude Faraone - è che dietro questa perenne emergenza ci sia un grande conflitto d’interessi e tre protagonisti: coloro che all'interno della Commissione regionale rifiuti hanno ruoli in Amia, il ministero dell'Ambiente e l'Amia stessa. E, com’è naturale, una regia politica-affaristica firmata dal senatore Dell’Utri e affidata ai suoi discepoli a Roma e a Palermo. Del resto, l’articolo de ‘Il Sole 24 Ore” di luglio non è mai stato smentito. Il business dell’emergenza con l’affidamento degli appalti in deroga e il fallimento dell’Amia con la sua privatizzazione dopo due anni di commissariamento, potrebbero far gola a tanti. Un boccone prelibato da consumare dall’Hollywood di Bellolampo, mentre si guarda Palermo che affonda nei rifiuti”.
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Anonimo 10 novembre :52

E' da diverso tempo che continua un "assordante" silenzio sulla passata gestione ma anche ... sulla presente! Domenica, 7 novembre u.s., veniva invece pubblicato un interessante articolo da Il Fatto Quotidiano riproponendo "Gli affari dell'immondizia siciliana tra inquinamento e "lezioni" arabe"!!! E' interessantissimo. Comunque grazie al deputato regionale Davide Faraone per il Suo eccellente lavoro a favore della comunità siciliana ed a Sicilia Informazioni che ci consente di esserne informati. DOMANI, COME DI SOLITO SUCCEDE, PASSERA' L'INFORMAZIONE CHE ENTRO QUALCHE GIORNO TUTTI I PROBLEMI SONO STATI RISOLTI!

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