Come si utilizzano le risorse pubbliche? Male, malissimo. Uno spreco che grida vendetta, testimoniato dal numero di opere incompiute qua e là per l’Italia. Un viadotto lasciato a metà, lo scheletro di uno stadio, un parcheggio testimoniano un investimento fallito: soldi buttati via e servizi non resi ai cittadini. Danno emergente e lucro cessante, precisano i ragionieri.
E’ una caratteristica tutta italiana, lo specchio fedele della cattiva amministrazione delle risorse: ben 395 cantieri, edifici e viadotti lasciati a metà. La Sicilia è in testa alla graduatoria per le incompiute, ben 156, e Giarre – una ridente cittadina sullo Jonio, vicina a Catania – è la capitale delle incompiute con uno stadio, campo di polo, parcheggio multipiano, parco e salone multifunzionale lasciati a metà.
Che cosa è mai accaduto perché si abbandonassero opere di pubblica utilità e questi musei muti dell’orrore amministrativo sotto gli occhi di tutti regalassero l’immagine dell’inefficienza, della superficialità e del cinismo. E che altro? L’ipotesi più vicina alla realtà vuole che le fortune politiche dei giarresi che contano sono improvvisamente venute meno e chi è succeduto a loro, non ha nemmeno preso in considerazione le scelte del predecessore ed ha avuto occhi ed orecchi per quelle del suo territorio.
L’altra ipotesi riguarda il venire meno delle risorse. La fine della Cassa per il Mezzogiorno, dei contributi “riparatori” annuali previsti dallo Statuto siciliano, il business della sanità pubblica, vera idrovora nazionale, l’assenza di programmazione nella spesa, l’assalto alla diligenza annuale in sede di composizione del bilancio (nazionalole e regionale), il dirottamento delle risorse verso il Nord ecc.
Si potrebbe allungare l’elenco delle motivazioni, ma non servirebbe a niente. L’inventario delle incompiute mostra, senza ombra di dubbio che nel Meridione d’Italia lo spreco è stato di gran lunga maggiore che altrove. La Sicilia, con 156 casi, è seguita infatti da Calabria (53), Puglia (39), Sardegna (34), Campania (28) e Basilicata (14).
In coda le regioni del centro, come l’Umbria e le Marche, un poco più in alto la Lombardia e l’Emilia. La Toscana è messa meglio, solo 4 opere incompiute. La Lombardia non è l’immagine dell’efficienza con 19 opere incompiute, ma nemmeno un mostro d’inefficienza; se paragonata alla Sicilia però fa un figurone.
Responsabilità locali? Sicuramente, ma non solo. Se i soldi non ci sono le responsabilità sono anche dello Stato che chiude i rubinetti. I viadotti sono, per esempio di competenza statale, e molte altre opere aspettano denari da Roma. Risorse che non arrivano e trasformano l’incompiuta in un mostro di cemento, inguardabile, irritante, sgradevole. Un monumento allo spreco.
Portare a termine le opere dovrebbe costituire la priorità assoluta, spendere un sacco di soldi e non utilizzare l’investimento è una idiozia. A parole i governi che fin qui si sono succeduti hanno ravvisato la necessità di “concludere” le opere, ma in concreto non se n’è fatto niente. Per insipienza, priorità diverse, scelte politiche contrarie.
A questo punto una decisione andrebbe presa. Ci sono diverse opzioni di sicuro meno avvilenti. Si può perfino “vendere” o concedere ai privati l’incompiuta se si tratta di un edificio, uno stadio, un parco. Per i viadotti? Il pedaggio a cose fatte, concedendo l’opera a privati, ove possibile.
Tra le incompiute eccellenti ricordiamo la diga di Blufi. Indicata dal PRGA del 1962 (Piano Regolatore Generale Acquedotti) quale fonte principale per l'approvvigionamento idrico di Caltanissetta e del nisseno, registrò verso la fine degli anni Settanta la prima fase di studi e indagini per la redazione del progetto definitivo. Poi, iniziati i lavori, vennero espropriati i terreni interessati dalle opere: impianto di potabilizzazione da cui partono le condotte idriche per Caltanissetta e Gela, galleria di adduzione "Fosso Canne", opera di presa della diga. A metà degli anni Ottanta i lavori vennero abbandonati per una capziosa battaglia ambientalista orchestrata dalla mafia. Motivo: il progetto era stato approvato senza il parere dei comuni interessati pur trattandosi di cantieri ricadenti nell'area del Parco delle Madonie sottoposta a vincolo. In seguito a tale irregolarità venne chiusa la cava che avrebbe dovuto assicurare la fornitura del materiale per realizzare il corpo diga. Apparteneva a un cittadino di Petralia Soprana, conosciuto perchè pronipote del sindacalista Epifanio Li Puma assassinato dalla mafia del feudo nel 1948 e che rifiutò ogni offerta in cambio di cedere il suo terreno. Due settimane dopo il sopralluogo con l'impresa per definire esproprio e indennizzo, l'attività estrattiva della cava cessò. Così fu possibile giustificare una variante al progetto per individuare altri luoghi di fornitura dei materiali lapidei, intanto i lavori vennero sospesi e l'impresa avanzò richiesta di risarcimento. Da notare che il vincolo era stato introdotto dopo l'approvazione del progetto quando le opere eseguite ammontavano già a diverse decine di miliardi di lire.
Questo concorre ad allargare la diffidenza e l'intolleranza ai governi regionali che si sono succeduti e che ancora parlano di riscatto della Sicilia dal sottosviluppo, mentre continuano a bruciare i soldi delle popolazioni tradite e beffate dal potere legale che ha sconfitto quello legittimo.
Giuseppe Maritati
Caro Giuseppe,
Sono un cineasta italiano. Sto indagando su diga Blufi per un progetto di cortometraggio documentario. Mi ha molto intrigato questo tuo commento sulla storia della diga. Avresti un attimo da dedicarmi al telefono? Per cortesia scrivimi a questa email: con il tuo recapito telefonico.
Mille grazie,
Marco Poloni
vorrei segnalare altre due opere incompiute ed inutilizzate a Marina di Caronia (Messina).
Anfiteatro completamente abbandonato stessa cosa per un lungomare mai finito ed attualmente nel più completo degrado. Veramente scandaloso vedere tanti soldi buttati così al vento.
Tra le opere incompiute vorrei ricordare la Via Gaetano Mosca a Palermo: un arteria progettata per il grande traffico urbano di cui esistono solo due mozziconi. Che schifo.
Come volevasi dimostrare ecco il risultato dell'AUTONOMIA SICILIANA,ovvero come il politico di questa regione come se nè fotte di saper gestire la cosa pubblica con impegno e professionalità.Al contrario è molto solerte a farsi i fatti propri e sistemarsi le proprie faccende.Soltanto in campagna elettorale sono bravi oratori a fare belle promesse.
PERCHE NON FARE UN FESTIVAL DELLE OPERE INCOMPIUTE IN SICILIA?!?UN PO' DI PUBBLICITA' IN ATTESA DEL PONTE......
IL PONTE...E IO PER ARRIVARE A CATANIA IN TRENO CI DEVO IMPIEGARE 6 ORE...TALE E QUALE A 40 ANNI FA.....
Tra le incompiute eccellenti ricordiamo la diga di Blufi. Indicata dal PRGA del 1962 (Piano Regolatore Generale Acquedotti) quale fonte principale per l'approvvigionamento idrico di Caltanissetta e del nisseno, registrò verso la fine degli anni Settanta la prima fase di studi e indagini per la redazione del progetto definitivo. Poi, iniziati i lavori, vennero espropriati i terreni interessati dalle opere: impianto di potabilizzazione da cui partono le condotte idriche per Caltanissetta e Gela, galleria di adduzione "Fosso Canne", opera di presa della diga. A metà degli anni Ottanta i lavori vennero abbandonati per una capziosa battaglia ambientalista orchestrata dalla mafia. Motivo: il progetto era stato approvato senza il parere dei comuni interessati pur trattandosi di cantieri ricadenti nell'area del Parco delle Madonie sottoposta a vincolo. In seguito a tale irregolarità venne chiusa la cava che avrebbe dovuto assicurare la fornitura del materiale per realizzare il corpo diga. Apparteneva a un cittadino di Petralia Soprana, conosciuto perchè pronipote del sindacalista Epifanio Li Puma assassinato dalla mafia del feudo nel 1948 e che rifiutò ogni offerta in cambio di cedere il suo terreno. Due settimane dopo il sopralluogo con l'impresa per definire esproprio e indennizzo, l'attività estrattiva della cava cessò. Così fu possibile giustificare una variante al progetto per individuare altri luoghi di fornitura dei materiali lapidei, intanto i lavori vennero sospesi e l'impresa avanzò richiesta di risarcimento. Da notare che il vincolo era stato introdotto dopo l'approvazione del progetto quando le opere eseguite ammontavano già a diverse decine di miliardi di lire.
Questo concorre ad allargare la diffidenza e l'intolleranza ai governi regionali che si sono succeduti e che ancora parlano di riscatto della Sicilia dal sottosviluppo, mentre continuano a bruciare i soldi delle popolazioni tradite e beffate dal potere legale che ha sconfitto quello legittimo.
Giuseppe Maritati
suppongo che in merito al progetto di blufi dunque nessuno abbia colpe o responsabilita' ed e' ovvio che un'amministrazione, dopo 15 anni di lavori in corso, blocchi tutto perche' manca il parere dei comuni etc etc.
ma 15 anni prima, no?
e in questo caso non c'e' nessun responsabile dell'amministrazione che ha aggiudicato il progetto?
che alle altre interressasse poco, e' ovvio.
solo al politico che ha approvato il progetto entrano in tasca le pollanche ......
Tra le incompiute eccellenti ricordiamo la diga di Blufi. Indicata dal PRGA del 1962 (Piano Regolatore Generale Acquedotti) quale fonte principale per l'approvvigionamento idrico di Caltanissetta e del nisseno, registrò verso la fine degli anni Settanta la prima fase di studi e indagini per la redazione del progetto definitivo. Poi, iniziati i lavori, vennero espropriati i terreni interessati dalle opere: impianto di potabilizzazione da cui partono le condotte idriche per Caltanissetta e Gela, galleria di adduzione "Fosso Canne", opera di presa della diga. A metà degli anni Ottanta i lavori vennero abbandonati per una capziosa battaglia ambientalista orchestrata dalla mafia. Motivo: il progetto era stato approvato senza il parere dei comuni interessati pur trattandosi di cantieri ricadenti nell'area del Parco delle Madonie sottoposta a vincolo. In seguito a tale irregolarità venne chiusa la cava che avrebbe dovuto assicurare la fornitura del materiale per realizzare il corpo diga. Apparteneva a un cittadino di Petralia Soprana, conosciuto perchè pronipote del sindacalista Epifanio Li Puma assassinato dalla mafia del feudo nel 1948 e che rifiutò ogni offerta in cambio di cedere il suo terreno. Due settimane dopo il sopralluogo con l'impresa per definire esproprio e indennizzo, l'attività estrattiva della cava cessò. Così fu possibile giustificare una variante al progetto per individuare altri luoghi di fornitura dei materiali lapidei, intanto i lavori vennero sospesi e l'impresa avanzò richiesta di risarcimento. Da notare che il vincolo era stato introdotto dopo l'approvazione del progetto quando le opere eseguite ammontavano già a diverse decine di miliardi di lire.
Questo concorre ad allargare la diffidenza e l'intolleranza ai governi regionali che si sono succeduti e che ancora parlano di riscatto della Sicilia dal sottosviluppo, mentre continuano a bruciare i soldi delle popolazioni tradite e beffate dal potere legale che ha sconfitto quello legittimo.
Giuseppe Maritati
Spett.le Sicilia Informazioni,
perchè non pubblicate l'elenco completo delle opere incompiute con riferimento, per ogni opera, a:
1) importo dei lavori
2) eventuale riferimento ad un aumento dei costi rispetto a quelli di progetto
3) l'assessorato / assessore committente
4) nome dell'impresa aggiudicataria dei lavori
5) la ragione per cui l'opera è rimasta incompiuta (la scusa: sono finiti i "piccioli", dovrebbe implicare la bestialità del committente o dell'impresa che non sono stati in grado di stimare correttamente il valore dell'opera, vanificando i miliardi fino a quel momento spesi
Poi diamo un premio a chi, leggendo tutto ciò, riesce a non avere conati di vomito.
lo scempio, territoriale, finanziario e sociale, è secondo me frutto della mancanza di responsabilità (non solo dei politici che si avvicendano, ma anche e soprattutto dei funzionari che restano): l'impunità rende tutto più semplice.
Sono d'accordo.
L'impunità è alla base di questo scempio, di questo disastro finanziario ed ambientale.
Mi chiedo: perchè nessuno viene perseguito e condannato? nessuno obbligato a rendicontare?
forse perchè certe indagini, come quelle Falconiane, rischierebbero di scoperchiare pentoloni troppo grandi, intaccando gli interessi dei "pezzi grossi" e nessuno è disposto a correre questo rischio?!
o forse perchè in questo pentolone inzuppano avidamente le rispettabili mani degli "intoccabili", degli "innominabili", mani collegate al corpo sfavillante del perbenismo dei salotti "buoni", di coloro che non possono essere sputtanati?
... e poi vorrei sapere chi aveva in mano gli appalti di queste opere incompiute? ci saranno carte, documenti!
perchè non rendere di pubblico dominio i nomi dei titolari di queste opere incompiute, fare sapere alle varie cittadinanze a chi devono pagare il proprio tributo di "gratitudine", a chi dare il nobel dell'incompiutezza?
Ho paura che ancora una volta il sud e la Sicilia siano vittime di interessi da ricercare in alto, forse troppo in alto per i mezzi dei comuni mortali.
Purtroppo, i grandi burattinai attualmente rimangono fuori dalla portata dei nostri mezzi PERO' si potrebbero cominciare a colpire gli amministratori locali collusi con questi poteri sovraregionali, vili complici di congiure amministrative ai danni degli elettori, traditori che svendono il territorio della comunità per il loro disonesto tornaconto personale.
Questi sono facili da identificare, che poi siano stati vittime ignare o complici consensienti c'è lo direbbe un'attenta verifica patrimoniale. I mezzi non mancano, manca la volontà politica.
La grande assente però è la voce del popolo che tace esterefatto, stupito, spossato, rassegnato, mentre a bocca aperta osserva inibito la devastazione della terra dei padri. Indifferente no, non potrei crederlo.
Quando arriverà il giorno della rivoluzione culturale e politica, il giorno della resa dei conti?!
L'emi-grato
...e c'e' chi vuole il ponte sullo stretto?! Ma se non sono in grado di terminare strutture gia' iniziate! Forse quando tutte queste strutture e tutte le autostrade ( vedi la Salerno- Regio)saranno terminate e utilizzate si potra' discutere del ponte, sempre che le condizioni territoriali lo consentano! (Messina 1908).
I soldi investiti in queste opere pubbliche incompiute non sono solo uno spreco ma danno luogo ad orridi spettacoli che distruggono spesso meravigliosi paesaggi naturali. E visto che parlo di edilizia, talvolta abusiva, e di degrado dell'ambiente, vorrei ricordare che su quella meravigliosa costa da Palermo a Mondello andando da Vergine Maria, dove il Sole riscalda e colora un infinito mare dorato, ci sono una quantita' di case abusive che sono state lasciate incompiute o distrutte proprio perche' abusive. Una costa che potrebe essere invidia del mondo trasformata in una impraticabile discarica di case rotte. Quasi quasi sarebbe stato meglio averle sane! Forse Cammarata non lo sa, e noi gli ricordiamo che andrebbero tolte!
le tante incompiute di Giarre hanno fatto spesso notizia su giornali, tg rai, striscia la notizia, etc.., ma non è servito a niente, perchè aumentano, come il disavanzo del comune (che vende le incompiute "strutture per attività produttive" in modo da far respirare i conti)
lo scempio, territoriale, finanziario e sociale, è secondo me frutto della mancanza di responsabilità (non solo dei politici che si avvicendano, ma anche e soprattutto dei funzionari che restano): l'impunità rende tutto più semplice.