Nel cuore della notte del 13 gennaio 2012, il pianista catanese si trovava a bordo della nave da crociera Costa Concordia, ignaro del destino che lo attendeva. In un attimo di tranquillità, la sua vita fu scossa da un boato che avrebbe portato il caos e la tragedia. Le dettagliate testimonianze dei superstiti diventano preziosi frammenti di memoria per comprendere ciò che è realmente accaduto in quelle ore drammatiche.
L'Impatto e il Panico
Un "boato pazzesco", così lo descrive il pianista, che risuona ancora nella mente di chi era presente. L'incidente si è verificato vicino all'isola del Giglio, causando un'immediata inclinazione della nave. Il panico si è diffuso rapidamente tra i passeggeri, immergendoli nella confusione più totale e forzandoli a prendere decisioni cruciali in pochi attimi.
La Lotta per la Sopravvivenza
Mentre la nave cominciava a imbarcare acqua, il pianista si è trovato a dover affrontare il terrore e a cercare vie di fuga. I corridoi, una volta adornati di musica e risate, si sono trasformati in percorsi di sopravvivenza. La vera sfida era mantenere la calma e trovare una via sicura per l'evacuazione.
Dopo la Tempesta
Con il salvataggio, giunge la calma, ma anche il tempo di riflettere su quanto accaduto. Le voci dei superstiti diventano così una potente narrazione che ci aiuta a capire la portata emotiva e psicologica di una tale esperienza. Il pianista catanese, con la sua storia, si conferma testimone di un evento indimenticabile che continua a commuovere il mondo intero.